Mentre Gazprom alza i prezzi del gas per Kiev, i ministri degli Esteri dei Paesi dell’Alleanza atlantica annunciano che occorre “rivedere i rapporti” con la Russia e smentiscono che sia iniziato il ritiro delle truppe di Putin dal confine
Smentisce il ritiro delle truppe russe dal confine con l’Ucraina e decide di sospendere ogni forma di cooperazione “pratica” con Mosca. La Nato fa la voce grossa e tenta di intimorire il Cremlino con cui i rapporti, malgrado l’annunciato ritiro dei militari russi, rimangono più tesi che mai. I ministri degli esteri dei Paesi dell’Alleanza atlantica, riuniti oggi a Bruxelles alla presenza del ministro degli esteri ucraino, hanno convenuto, come spiega la loro dichiarazione finale, di sospendere la cooperazione pratica “civile e militare” tra Nato e Russia. Rimane invece aperto il “dialogo politico” che “può continuare nel Consiglio Nato-Russia, come necessario, a livello di ambasciatori e superiore, per permetterci di scambiare visioni innanzitutto sulla crisi”, recita il comunicato.
Il segretario generale, Anders Fogh Rasmussen è ancora più chiaro. La Russia “ha dimostrato di essere pronta a usare la forza per ridisegnare le frontiere” e “non si può continuare come se niente fosse”, dice. La sospensione degli aspetti pratici della cooperazione potrebbe essere solo il primo passo: “Continueremo con questa revisione in modo più approfondito”. Non solo. La Nato, avvisa Rasmussen, “farà i passi necessari per chiarire al mondo che nessuna minaccia contro un alleato della Nato avrà successo”.
Ad aumentare, se ce ne fosse bisogno, la tensione tra Nato e Russia, anche la smentita sul ritiro delle truppe al confine con l’Ucraina, che Mosca ha annunciato ieri. “Sfortunatamente non posso confermare”, ha detto chiaramente Rasmussen: “Non è ciò che constatiamo”. In questo senso anzi, alla Russia viene inviato un nuovo appello: “Ritiri le sue truppe, rispetti i suoi obblighi internazionali e apra un dialogo costruttivo con l’Ucraina” aggiunge il segretario generale.
E se da un lato l’Alleanza atlantica sospende le relazioni con Mosca, dall’altro rafforza invece quelle con Kiev. I ministri degli esteri della Nato hanno deciso di “intensificare la cooperazione con l’Ucraina” e concordato la “messa in atto di misure immediate e di lungo termine per rafforzare la capacità dell’Ucraina di provvedere alla sua sicurezza”, spiegano le conclusioni della ministeriale. Con il ministro degli esteri ucraino sono già state concordate “misure concrete”, come “il rinforzo dell’ufficio di collegamento della Nato a Kiev con l’invio di altri esperti”.
Intanto Mosca e Kiev continuano a darsi battaglia, per ora a distanza. La Russia ha alzato di un terzo il prezzo del gas per l’Ucraina di oltre 100 dollari ogni mille metri cubi. L’ad di Gazprom ha spiegato che la nuova tariffa è il risultato della fine degli sconti concessi a dicembre all’Ucraina, ancora sotto al Presidente deposto, Viktor Yanukovich. Kiev, ha detto Gazprom, non ha pagato il gas fornito nel 2013 e ha con Mosca un debito per il gas di 1,7 miliardi di dollari. Appena un’ora dopo l’annuncio, la reazione di Kiev che ha messo ufficialmente in agenda esercitazioni congiunte con Paesi Nato. Il parlamento ucraino ha dato il suo nulla osta esercitazioni militari, che porteranno truppe americane a ridosso di quelle russe, dispiegate in Crimea.
Letizia Pascale
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