I capi di Stato e di governo concordano 12 nuovi nomi da aggiungere alla lista nera delle persone da colpire con misure restrittive, annullano il vertice Ue-Russia e tutti i bilaterali. Commissione incaricata di “proporre restrizioni economiche, commerciali e finanziarie”
Ancora non è il momento della “fase 3”, quella che minaccia di colpire “un’ampia gamma di aree economiche”, ma si allunga la lista nera di persone che l’Ue ha deciso di prendere di mira con sanzioni, in seguito all’annessione della Crimea alla Russia. È questo l’accordo raggiunto nella notte dai capi di Stato e di governo sulla gestione della crisi ucraina. Nella “black list” europea compaiono 12 nuovi nomi di persone, tanto russe quanto ucraine, che non potranno viaggiare in Europa e le cui proprietà saranno bloccate. A spiccare è soprattutto il nome del vicepremier russo, Dmitri Rogozin, ma figurano anche i consiglieri di Putin, Sergey Glazyev e Vladislav Surkov e alte cariche militari, tra coloro che sono stati sottoposti allo stop dei visti e al blocco dei beni. “Nomi veramente di altissimo livello”, commenta il presidente della Commissione, Josè Manuel Barroso, con i quali le persone colpite dalle misure punitive dell’Ue diventano in tutto 33.
I capi di Stato hanno concordato di annullare il prossimo vertice Ue-Russia, previsto per il 3 giugno, e tutti i vertici bilaterali “regolari”, ma soprattutto a Mosca viene lanciato un nuovo avvertimento: se la tensione non calerà arriveranno sanzioni più pesanti. “Chiariamo che il fallimento di una soluzione pacifica alla crisi e ogni ulteriore passo della Russia per destabilizzare la situazione in Ucraina, avrà conseguenze di vasta portata. E con questo intendiamo conseguenze sulle relazioni, in una vasta gamma di aree economiche”, torna ad avvertire il Presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy. Il Consiglio ha dato mandato alla Commissione di “valutare le conseguenze giuridiche” dell’annessione e di “proporre restrizioni economiche, commerciali e finanziarie concernenti la Crimea da attuare rapidamente”.
“Se ci sarà una nuova escalation della tensione in Ucraina la commissione Ue dovrà preparare misure mirate”, mette in guardia anche il presidente francese, Francois Hollande, lasciando la prima giornata del vertice. “Uno scenario che non auspichiamo – ha aggiunto – ma la Russia non può pensare di poter continuare a fare ciò che vuole in Ucraina”. Le sanzioni non sono “l’obiettivo ma il mezzo”, sottolinea anche Van Rompuy, ribadendo la disponibilità dell’Ue a intraprendere e facilitare un dialogo significativo che coinvolta l’Ucraina e la Russia”.
Per stabilizzare la situazione, il Consiglio ribadisce l’importanza di una missione Osce da inviare in Ucraina “al più presto”. Ma se non ci sarà, “l’Ue lancerà la propria missione”, ha assicurato Van Rompuy. Una missione dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, dice, resta preferibile ma “se non ci dovesse essere ci stiamo preparando”.
Di fronte alla nuova stretta Ue resta da vedere come reagirà la Russia. Fino ad ora Mosca ha mostrato completa indifferenza nei confronti delle misure restrittive europee, rispondendo soltanto alle mosse della Casa Bianca. Ieri gli Usa hanno esteso la loro “lista nera” con nuove sanzioni contro alti funzionari russi, come il capo dello staff di Putin Sergei Ivanov e di tutta risposta, Mosca ha stilato un proprio elenco di sanzioni reciproche che colpiscono dirigenti e parlamentari americani prossimi a Obama.
Le possibili rappresaglie russe, in ogni caso, non metterebbero in crisi il nostro Paese, almeno dal punto di vista energetico, assicura il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi. “Per quel che riguarda l’Italia non c’è alcuna emergenza energetica”, ha spiegato il premier Matteo Renzi, risponde ai timori espressi dall’amministratore delegato dell’Eni, Giorgio Scaroni sui rischi della crisi ucraina per Southstreaming. La situazione, ha detto Renzi, “ha molti elementi di preoccupazione, principalmente di natura geopolitica prima che energetica”.
Letizia Pascale