Abrogata la legge che condannò Timoshenko. Il documento siglato (sotto gli auspici dell’Ue) stabilisce voto anticipato e limitazione dei poteri del Presidente. La polizia e i manifestanti smobilitano
Risalgono sulle camionette, abbandonano le postazioni. Dopo giorni di presidi ininterrotti, gli agenti della polizia ucraina si stanno ritirando dalle strade di Kiev: il presidio davanti al Parlamento ucraino è stato smantellato, i cannoni ad acqua per scacciare i manifestanti sono stati smontati. Forse questa volta è davvero finita. Il presidente Viktor Yanukovych e i tre principali leader d’opposizione hanno firmato un accordo per porre fine alla crisi politica in atto da tre mesi e sfociata, negli ultimi giorni, in un massacro da decine e decine dimorti.
Il patto, firmato al termine di una maratona negoziale a cui hanno preso parte un rappresentante russo (che però non ha apposto la sua sigla in attesa di istruzioni da Mosca) e i ministri degli esteri francese, tedesco e polacco, inviati in rappresentanza dell’Ue apre la strada ad elezioni anticipate a ad una limitazione dei poteri del Presidente.
Il Parlamento, come stabilito da uno dei cinque punti concordati nell’accordo siglato, ha già votato il ritorno alla Costituzione del 2004, in cui i poteri del Presidente erano molto più limitati rispetto alla Carta attuale, modificata nel 2010, in coincidenza con l’ascesa di Yanukovich. Ripristinato anche il diritto del Parlamento di nominare i ministri chiave di un governo. I firmatari dell’accordo hanno anche “dichiarato la loro intenzione di creare una coalizione e formare un governo di unità nazionale entro 10 giorni”.
I deputati hanno anche approvato la depenalizzazione di una norma del codice penale che apre la strada alla fine della detenzione di Julija Tymošenko, l’ex premier e poi leader dell’opposizione. I sì sono stati 310, i no 54.
Tra gli impegni anche una riforma costituzionale che bilanci i poteri di Presidente, governo e Parlamento. Si comincerà a lavorarci da subito e l’impegno è di completarla entro settembre 2014. Appena approvata la Costituzione si terranno anche nuove elezioni, comunque “non più tardi di Dicembre 2014”. A monitorare sulla regolarità del voto una apposita commissione elettorale che lavorerà in accordo con l’Osce. Governo e opposizione hanno anche stabilito che saranno condotte, con il monitoraggio del Consiglio d’Europa, investigazioni per fare chiarezza sulle azioni violente di questi giorni. Infine le autorità si impegnano a non imporre lo stato di emergenza ed entrambe le parti, assicurano di porre fine all’uso della forza. Già approvata dalla Rada, come stabilito, l’amnistia per i dimostranti coinvolti nelle violenze nei tre mesi di proteste.
Le positive evoluzioni della situazione trovano il favore dell’Ue, che ieri ha dedicato alla crisi ucraina un Consiglio straordinario, che ha stabilito di imporre sanzioni contro i responsabili delle violenze. Le misure punitive dovrebbero rimanere valide, anche se Bruxelles sottolinea che molto dipenderà dall’evolversi della situazione nel Paese. “L’accordo è un compromesso necessario per lanciare un indispensabile dialogo politico che offre la sola via d’uscita democratica e pacifica da una crisi che ha già causato troppa sofferenza e troppo spargimento di sangue da entrambe le parti” ha affermato il Presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy in una nota. “È ora responsabilità di tutte le parti – ha aggiunto – essere coraggiosi e passare dalle parole ai fatti per il futuro dell’Ucraina”.
Soddisfatti anche i rappresentanti dell’Ue nelle trattative: “I ministri degli Esteri di Francia, Germania e Polonia salutano positivamente l’accordo raggiunto nella crisi in Ucraina, lodano le parti per il loro coraggio e l’impegno per l’intesa, e invocano lo stop immediato ad ogni violenza e scontro in Ucraina”, recita una nota diramata dal ministero degli esteri tedesco. L’alto rappresentante per la politica Estera Catherine Ashton, in serata ha emesso una nota per dire che “l’Ue è pronta a dare pieno sostegno all’implementazione dell’accordo, in stretta collaborazione con il Consiglio d’Europa e il presidente dell’Osce e altri importanti partner”.
“L’accordo governo-opposizione dà la speranza che il Paese abbia evitato il peggio: escalation della violenza e altre morti” sottolinea il Presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, che però avverte: “La strada per ricostruire fiducia e stabilità non sarà facile”.
Letizia Pascale
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