Previsto un pacchetto di misure punitive da applicare “gradualmente”. Per i ministri degli Esteri dei Ventotto: “Il primo responsabile della situazione è Yanukovich”. Bonino: “La priorità è che il Paese non esploda”
Mentre si aggrava di minuto in minuto il bilancio di un massacro che solo oggi ha lasciato sulle strade di Kiev oltre cento morti, i ministri degli esteri dei Ventotto sono arrivati ad una decisione: l’Unione europea imporrà “con urgenza, sanzioni mirate” contro i responsabili delle violenze che stanno sconvolgendo il Paese. Ancora non esiste una lista precisa delle persone che saranno colpite dai provvedimenti: sarà un gruppo di lavoro del Consiglio Ue a impegnarsi, da domani, su questo delicato punto. Si tratterà, hanno comunque stabilito i ministri degli esteri, di coloro che saranno individuati come “responsabili di violenze, violazioni dei diritti umani e uso eccessivo della forza”. Fermo restando che l’Ue ha le idee chiare su chi abbia fatto precipitare la situazione: “Il Consiglio – recitano le conclusioni della riunione – sottolinea che la principale responsabilità per la situazione attuale” è “del Presidente Viktor Yanukovich e delle autorità ucraine”.
Il pacchetto di sanzioni approvato dai ministri degli esteri dei Paesi Ue include in particolare il congelamento dei beni e il blocco dei visti. Ma si parla anche di sospensione delle licenze di esportazione verso il Paese di quel materiale che potrebbe essere usato per la repressione interna. Le misure, specifica il testo approvato dai ministri Ue, saranno applicate gradualmente “alla luce degli sviluppi sul terreno in Ucraina”.
La riunione si è svolta con un collegamento in teleconferenza con i ministri degli esteri di Francia, Germania e Polonia, Laurent Fabius, Frank-Walter Steinmeier e Radoslaw Sikorski, che sono rimasti a Kiev per portare avanti i tentativi di mediazione iniziati oggi. L’obiettivo degli incontri con Yanukovich e con i rappresentanti dell’opposizione, è arduo: trovare “una soluzione durevole” che, oltre alla fine delle violenze, possa portare a “riforma della Costituzione, formazione di un nuovo governo inclusivo e creazione delle condizioni democratiche per nuove elezioni”.
Tra le decisioni prese, ha spiegato il ministro degli Esteri italiano Emma Bonino prima di lasciare Bruxelles, c’è anche “una parte per noi molto importante e, invece, di apertura per quanto riguarda i visti Ue per i membri della società civile, i feriti e i dissidenti, e c’è una parte molto importante sull’assistenza umanitaria e l’aiuto medico”. Per Bonino “la prima priorità è che il Paese non esploda”, per questo l’Unione europea vuole continuare a “tentare un dialogo critico molto serrato, anche con la Russia”. Domani la Farnesina ne parlerà anche con l’ambasciatore ucraino a Roma, Yevhen Perelygin, che è stato convocato e sarà ricevuto dal viceministro degli Esteri Marta Dassù.
Letizia Pascale
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