Hollande, in continuo calo di consensi, si è visto piombare addosso il caso del ministro evasore
Non molla su “tassa sui ricchi” e nozze gay, e il suo predecessore vuole riscendere in campo
Non ci erano riusciti Jacques Chirac e Nicolas Sarkozy. François Mitterand non ci si era nemmeno avvicinato. Senza dubbio François Hollande detiene un record: mai nessun presidente della Quinta Repubblica francese, quella nata dalla costituzione del 1958, era riuscito a diventare tanto impopolare quanto lui è riuscito a fare in soli dieci mesi. Appena tre cittadini su dieci, stando agli ultimi sondaggi, credono che il leader socialista possa risolvere i problemi del Paese.
“NON LA SPOSI” Sulla percezione poco lusinghiera che i francesi hanno del loro presidente sta pesando senza dubbio un momento molto complicato. Ad ogni fine del mese piovono regolari nuove cifre record per la disoccupazione (l’ultimo dato era di ben 3,2 milioni di senza lavoro), la crescita economica è al di sotto della attese, il potere d’acquisto rimane in caduta libera e l’obiettivo di riportare il rapporto deficit/Pil sotto il limite del 3% previsto dall’unione Europea, per il 2013 è già stato dichiarato fallito. A risollevare la popolarità di Hollande non stanno valendo bagni di folla e comparsate televisive, né tantomeno lo aiuta la compagna Valérie Trierweiler che ai francesi proprio non riesce ad andare giù: pochi giorni fa, nel corso di una due giorni a Digione organizzata nella speranza di riconquistare qualche punto di popolarità, una signora ha consigliato al presidente, a favor di telecamere: “Non la sposi, non ci piace!”.
LA TASSA SUI RICCHI Nulla per il presidente sembra andare per il verso giusto, a partire da quella “tassa sui ricchi” che era uno dei capisaldi del suo programma. L’idea era un’imposta del 75% sui redditi superiori al milione di euro, ma la supertassa non sta avendo vita facile tra la bocciatura per incostituzionalità e le fughe eccellenti dei paperoni del Paese, su tutte quella di Gerard Depardieu che per protesta ha preso la cittadinanza russa. Hollande però non si vuole dare per vinto e ha fatto sapere che sposterà l’imposta dalle persone fisiche alle aziende per aggirare il problema. E non farà sconti a nessuno: il nuovo sistema fiscale sarà applicato anche i club di calcio, che hanno già cominciato a protestare per la paura di una fuga dalla Francia delle superstar come Ibrahimovic. Ma la tassa sui ricchi è una promessa che Hollande vuole a tutti i costi mantenere. Così come quella, contestatissima, della legge sulle nozze gay (a cui manca ormai solo il via libera del Senato), che gli è valsa proteste e manifestazioni di piazza.
IL MINISTRO EVASORE Ma i grattacapi per il presidente francese non sono finiti: c’è da rimediare al nuovo colpo portato dalle dimissioni del suo ministro del Bilancio, Jérôme Cahuzac, accusato di aver evaso le tasse attraverso un conto bancario in Svizzera non dichiarato al fisco. Hollande ha parlato di “colpa imperdonabile” e lui, dopo giorni passati a negare, ha infine confessato di avere un conto da 600mila euro in Svizzera. Lo ha fatto con un posto pubblicato sul suo blog, in cui dice, scusandosi con il Presidente, il governo e i cittadini: “Per cercare di risolvere il conflitto tra dovere di verità, al quale sono venuto meno, e il desiderio di realizzare le missioni affidatemi, soprattutto l’ultima che non ho potuto concludere. Sono stato preso in una spirale di menzogna e mi sono fuorviato. Sono devastato dai rimorsi”
IPOTESI RIMPASTO Per non parlare della bagarre sulle “allocations familiales”, gli aiuti per le famiglie numerose, che il governo sta pensando di ridurre per i nuclei più elevati. La presidenza, ha fatto sapere Hollande nella sua ultima apparizione televisiva, mantiene la rotta di puntare su crescita e competitività. Ma a portare avanti il lavoro, secondo i giornali transalpini, sarà una squadra di governo almeno in parte modificata: vista la situazione il rimpasto viene ormai dato come sempre più probabile.
IL RITORNO DI SARKOZY Del crollo di popolarità dell’inquilino dell’Eliseo potrebbe giovarsi il suo predecessore: Nicolas Sarkozy, che dopo avere dato l’addio alla politica, in seguito alla bocciatura alle ultime elezioni, si è detto pronto ad un altro “sacrificio per il bene della Francia”. Per il momento ha altri pensieri, come quell’accusa di circonvenzione d’incapace ai danni dell’ereditiera Liliane Bettencourt, la miliardaria proprietaria dell’Oréal, da cui Sarko – questo è il sospetto – si sarebbe fatto finanziare illegalmente la campagna elettorale del 2007. Nel suo ultimo disco Carla Bruni ha dedicato al marito una canzone in cui lo definisce il “padrone che manda avanti il negozio” e un grande condottiero che “per passare il Rubicone non si può certo dire che esiti”. Che il condottiero stia davvero rompendo gli indugi e preparando un ritorno per il dopo Hollande?
Letizia Pascale
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