Applaudito intervento in Aula a Strasburgo del Presidente della Repubblica francese
“Non chiederemo sconti, daremmo ragione alla Thatcher e poi tutti vorrebbero il rimborso”
François Hollande si candida a essere il portavoce del Parlamento Ue al prossimo Consiglio europeo. Nel suo applauditissimo intervento nell’Aula di Strasburgo, il presidente francese, che è arrivato con l’ormai abituale nodo della cravatta storta, si è schierato contro i tagli al Bilancio pluriennale affermando: “Risparmi sì, indebolire l’economia europea no”. Per raggiungere questo obiettivo giovedì e venerdì bisognerà “far ragionare, chi vuole amputare il bilancio europeo”.
Pur chiedendo di “ridiscutere” i contributi massimi di diversi Paesi (Francia in testa), Hollande si dice disposto a fare concessioni sulla Politica agricola comune, che diversi deputati hanno chiamato “il rebate francese”, affermando: “Sono pronto ad accettare una riduzione degli aiuti diretti, ma bisogna rafforzare il secondo pilastro”. Per Hollande il Bilancio Ue deve avere: “Un livello di spese che preservi le politiche comuni, una politica di coesione non solo per i Paesi beneficiari ma per tutta l’Europa, una politica agricola che permetta di rafforzare un’industria preziosa e di rispettare l’ambiente ed un quadro finanziario che sia il prolungamento del Patto per la crescita”.
LA POSIZIONE BRITANNICA – Secondo il suo Presidente la Francia non ha intenzione di chiedere “sconti” nella sua contribuzione ma anzi “vuole partecipare pienamente al bilancio europeo” perché altrimenti “renderemmo vere le tesi della Thatcher, e ognuno chiederebbe un ritorno per il proprio contributo”. Da questo punto di vista non è mancata una frecciata alla Gran Bretagna, quando Hollande ha parlato di un’Europa che “non può essere una somma di nazioni dove alcune vengono a cercare solo quello che è loro utile”. “Mi si dice che è difficile avere l’accordo del Regno Unito, ma perché un Paese dovrebbe decidere per gli altri 26?” ha aggiunto il Presidente che ha voluto però poi a ringraziare Cameron per l’aiuto militare in Mali: “Sono stati i primi” ha ribadito.
L’INTERVENTO IN MALI – Sulla guerra nella nazione africana, a parte le critiche della Gue/Ngl, la Sinistra europea, il Presidente francese ha incassato praticamente il supporto dell’intero Parlamento. “Se non fossimo intervenuti i gruppi terroristici avrebbero conquistato tutto il Mali, è una certezza” ha rivendicato Hollande aggiungendo: “Noi non abbiamo alcun tipo di interesse economico in quel Paese”. Dopo la fase militare ci sarà bisogno di una ricostruzione politica, e l’esercito francese “rimarrà” ma solo “Se gli africani stessi lo vorranno. Sono loro che devono garantire la loro sicurezza”.
LA DIFESA DELLA SEDE DI STRASBURGO – Non sono mancati, naturalmente, un paio di interventi dei deputati per chiedere al Presidente francese di sostenere la volontà del Parlamento europeo di avere una sede unica a Bruxelles, per poter così risparmiare soldi e viaggi inquinanti. Sul punto Hollande non ha voluto fare alcuna concessione: “Ci sono città che rappresentano simbolicamente l’Europa, Strasburgo è una di queste. Io la difendo perché è l’Europa, se non si pensa questo si insinuano dubbi sul nostro europeismo”. Concetto che ha ribadito alla chiusura del suo intervento: “Grazie per avermi accorto qui a Strasburgo, sede del Parlamento europeo”.
Alfonso Bianchi