Per salvare i posti di lavoro si potrebbero tentare altre strade che non la semplice multa. Si affaccia una soluzione Alitalia?
Il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, ha incontrato oggi a Bruxelles il commissario Ue alla Concorrenza Joaquin Almunia per fare il punto sulla vicenda di Sea Handling, la società aeroportuale milanese da cui la Commissione Ue esige il rimborso di aiuti di Stato per 360 milioni di euro. Aiuti che, secondo quanto ha stabilito l’Antitrust comunitario con una decisione del 19 dicembre scorso, sono stati concessi illegalmente a Sea Handling nel periodo 2010-2012,
Quello con Almunia, ha detto Pisapia ai cronisti che lo attendevano all’uscita della Commissione europea, “è stato un incontro cordiale e costruttivo: abbiamo approfondito i possibili percorsi per il futuro di Sea Handling che tengano conto del contesto comunitario e delle esigenze della tutela sociale ed occupazionale”. Il sindaco ha sottolineato che ci sono in ballo centinaia di posti lavoro, e che dunque anche la Commissione ha interesse a trovate una soluzione diversa dal pagamento della multa con chiusura della società
“Credo – ha aggiunto il sindaco di Milano – che un’ora di colloquio sia servita a raggiungere l’obiettivo di iniziare un percorso di collaborazione e confronto per trovare una soluzione – ha concluso -, che è interesse di tutti trovare”.
In realtà, secondo quanto spiega Lorenzo Consoli dell’agenzia TMNews, non sono ampi i margini per ‘ammorbidire’ l’impatto finanziario e le ricadute occupazionali dell’esecuzione del rimborso degli aiuti di Stato. Mentre non si parla più di ingiunzioni sospensive, dopo una recente sentenza del Tar lombardo in questo senso che a Bruxelles è stata giudicata molto dubbia dal punto di vista del diritto comunitario, è sempre pendente un ricorso italiano al Tribunale di primo grado dell’Ue contro la decisione della Commissione, di cui si attende tra qualche mese l’audizione pubblica.
Almunia non ha potuto fare altro che ribadire che la situazione non è cambiata, e che l’Italia deve applicare la decisione dell’Antitrust comunitario, esigendo il rimborso degli aiuti.
Teoricamente, ci sono solo due possibilità: o i sussidi sono effettivamente recuperati, oppure l’impresa che ne ha usufruito illegalmente viene liquidata, e la sua attività è ripresa da una nuova società con cui non vi sia alcuna continuità economica.
Esattamente com’è successo nel caso Alitalia/Cai, secondo un modello che pochi giorni fa la Corte Giustizia Ue ha convalidato, ricorda Consoli, con una sentenza contro il ricorso di Ryanair sul ‘salvataggio’ della compagnia di bandiera italiana nel 2008. E’ questo il “possibile percorso” di cui hanno parlato Pisapia e Almunia?
Per saperne di più:
– La Corte di giustizia Ue salva l’operazione che permise la nascita della nuova Alitalia
– Aeroporti Malpensa e Linate: dipendenti Sea in agitazione