La ‘Compagnia aerea italiana’ fu creata ad hoc nel 2008 per salvare l’azienda del trasporto aereo
La Ryanair aveva presentato vari ricorsi contro i metodi dell’operazione del governo Berlusconi, ma sono stati tutti respinti: “Cai non è il successore economico della vecchia società”
Non c’è continuità economica tra Cai- Compagnia aerea italiana e Alitalia, quindi nell’operazione di salvataggio della compagnia di bandiera italiana condotta dal governo di Roma nel 2008 non c’è nulla di irregolare. Lo afferma la Corte di giustizia europea, in una sentenza che respinge tutti gli argomenti sollevati da Ryanair. La compagnia low-cost irlandese è ricorsa alla giustizia perché convinta che ci fossero irregolarità nell’operazione sponsorizzata dal governo Berlusconi che permise a Cai di rilevare Alitalia. L’organismo di giustizia di Lussemburgo non ha dubbi sul fatto che “Cai non era il successore economico di Alitalia”. Come spiega nella motivazione del suo pronunciamento, l’offerta di Cai “comprendeva solo alcuni dei beni di Alitalia e riguardava solo l’attività di trasporto aereo di passeggeri e taluni beni ad esso relativi”. Inoltre, l’offerta comprendeva “la totalità degli slot corrispondenti ai beni acquistati nell’ambito del procedimento”. Da questi elementi, dunque, per la Corte di giustizia europea “non risulta che l’offerta di Cai coprisse il 100 % dell’uso degli slot di Alitalia per il trasporto dei passeggeri”. Per di più, rileva ancora l’organismo di giustizia, l’offerta di Cai “riguardava solo la metà dei 180 aeromobili di Alitalia”.
Nel 2008 lo Stato italiano ha accordato alla società di trasporto aereo Alitalia 300 milioni di euro di prestiti per via della difficoltà finanziaria. Alitalia, a quel punto in situazione di insolvenza, è stata posta in amministrazione straordinaria ed è stata nominata una banca quale esperto indipendente, al fine di verificare la congruità del prezzo di vendita dei beni della compagnia rispetto al prezzo di mercato. L’offerta di Cai per l’acquisto di alcuni beni di Alitalia, in risposta all’invito a manifestare interesse lanciato a questo scopo, è stata trasmessa dalle autorità italiane alla Commissione. Inizialmente l’esecutivo comunitario ha ritenuto che il prestito ponte di 300 milioni ad Alitalia fosse un aiuto di Stato contrario alle regole comunitarie, ma in un secondo momento ha rivisto la decisione in considerazione della cessione di beni da parte di Alitalia, fattore che ha indotto a ritenere l’inesistenza di aiuti di Stato. Questo ha innescato i procedimenti legali di Ryanair, oggi respinti in via definitiva.
Renato Giannetti