Continua ad aumentare il numero di merci rischiose segnalate dai Paesi membri dell’Ue: lo scorso anno sono state 2.364. Si tratta soprattutto di giocattoli e abbigliamento. Oltre i due terzi arrivano dalla Cina
Ci sono i caschi per andare in bicicletta che si rompono solo a toccarli, i bollitori elettrici che fondono e prendono fuoco, le creme e i prodotti cosmetici che contengono sostanze pericolose. E poi passeggini fragilissimi, giocattoli composti da piccole parti facilmente staccabili e ingeribili, vestiti per bambini con lunghi lacci con cui è facile impigliarsi, o peggio, rimanere soffocati. Basta una distrazione, un acquisto incauto e i pericoli in cui il consumatore rischia di incappare sono davvero tanti. Sempre di più, stando ai dati diffusi dalla Commissione europea: nel 2013 le segnalazioni su prodotti potenzialmente pericolosi hanno fatto registrare il record assoluto da almeno dieci anni a questa parte, da quando cioè esiste Rapex, il sistema di informazione rapida sui prodotti non alimentari pericolosi.
Lo scorso anno gli Stati membri hanno sottoposto a Rapex 2.364 notifiche contro prodotti pericolosi: il 3,8% in più rispetto al 2012 che già aveva fatto segnare un nuovo picco. Di queste, 1.981 riguardavano prodotti che effettivamente ponevano un rischio serio per il consumatore, mentre per gli altri il rischio era basso o moderato.
Le segnalazioni su prodotti pericolosi riguardano principalmente cinque categorie di prodotti: le più numerose sono quelle su giocattoli e prodotti tessili o articoli di moda(entrambe le categorie con il 25% di allarmi lanciati dagli Stati ). I rischi segnalati più di frequente in relazione a questi prodotti sono rischi chimici, rischi di strangolamento, rischi di lesioni e di soffocamento causato dalla presenza di lacci o cordoni (all’origine del maggior numero di notifiche). A seguire apparecchi e dispositivi elettrici (9%), veicoli a motore (7%) e cosmetici (4%). Tra i prodotti vietati figurano ad esempio carrozzine che si ripiegano inaspettatamente, inchiostri per tatuaggi contenenti diverse sostanze chimiche proibite.
La grande maggioranza delle merci bloccate, il 64%, era di provenienza cinese: più ancora rispetto al 2012, quando i prodotti “Made in China” erano il 58% delle merci segnalate come pericolose. In calo, invece, le segnalazioni di prodotti non a norma fabbricati all’interno dell’Ue, inclusi quelli italiani, passati dal 3% del 2012 al 2%.
Per informare e sensibilizzare i produttori cinesi sui requisiti da rispettare l’Ue sta lavorando a livello bilaterale con la Cina per assicurare lo scambio d’informazioni tra le autorità e svolgere attività di comunicazione. Nell’ambito di questo dialogo la Commissione europea ribadisce anche l’importanza di migliorare la tracciabilità dei prodotti notificati.
“C’è stato un aumento delle notifiche – ammette il Commissario Ue responsabile per la politica dei consumatori, Neven Mimica – ma questo non vuole dire solo che sul mercato si trovano sempre più prodotti pericolosi, ma anche che siamo sempre più vigili e i controlli migliorano”. Per il Commissario, Rapex, che ha appena compiuto dieci anni, “testimonia la crescente importanza che le autorità di contrasto attribuiscono alla cooperazione al fine di assicurare un mercato unico sicuro”.
Letizia Pascale
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