Domani l’esecutivo comunitario comunicherà i dati del prossimo anno su Pil e conti dei Paesi Ue
Nonostante le cifre di settembre (+3,1%) sembra che il disavanzo italiano resterà al 2,7% nel 2014
In ballo c’è il margine di manovra per gli investimenti produttivi e il rischio di nuove infrazioni
Giornata di esami domani per l’Italia e per i Paesi membri dell’Unione europea. La Commissione presenterà le previsioni d’autunno e la preoccupazione per il nostro Paese è che Bruxelles potrebbe concludere che l’anno prossimo il rapporto tra il deficit e il Pil sfondi di nuovo il tetto del 3% con la conseguente nuova apertura della procedura per violazione della direttiva europea.
Il rischio c’è ma a quanto pare l’esecutivo comunitario potrebbe essere generoso con il nostro Paese. Sembra che il Pil verrà dato in timida ripresa (attorno allo 0,5%) e il deficit potrebbe aggirarsi attorno al 2,7% (il governo dice 2,5%). Un po’ in più di quanto stimato nelle previsioni di primavera ma comunque un buon risultato. A maggio l’Italia era stata promossa e Bruxelles e aveva chiuso la procedura per i disavanzi eccessivi avviata nel 2009 perché il deficit era stato corretto in “maniera sostenibile” disse il Presidente José Manuel Barroso. Le previsioni dei servizi della Commissione indicavano allora un disavanzo del 2,9% del Pil nel 2013 e del 2,5% del nel 2014 anche se il debito continuava a preoccupare (previsto al 132% del Pil nel 2014). Lo stesso Governo italiano a settembre aveva però annunciato il nuovo sforamento dei tetti (3,1%) affermando però che con le manovre correttive in discussione a Roma tutto sarebbe ritornato nei limiti. Il sottosegretario all’Economia, Pierpaolo Baretta, (come nelle settimane scorse aveva fatto anche il suo ministro Fabrizio Saccomanni) ha rassicurato che “l’Italia non sforerà il vincolo europeo del 3% nel rapporto-deficit/Pil”, e potrà addirittura contare su “un margine sufficientemente ampio”. Ma sono tanti i dubbi sul fatto che la manovra correttiva da 1,5 miliardi approvata in ottobre possa bastare a rimettere i conti in ordine. Lo stop al pagamento della tassa sulla prima casa e il blocco dell’aumento dell’Iva in estate hanno lasciato dei buchi nelle casse dello Stato che con la difficile situazione economica non saranno facilmente colmabili.
L’Istat oggi ha comunicato che nel 2014 si prevede un aumento del prodotto interno lordo italiano pari allo 0,7% in termini reali, (che seguirebbe alla contrazione dell’1,8% per il 2013) e questo potrebbe aiutare, ma la disoccupazione dell’anno prossima resta alta, secondo l’istituto intorno al 12,4%.
“Il fatto che in una fase di ripresa economica, il tasso di disoccupazione aumenti, non è una sorpresa. Ciò che conta è che aumenti anche l’occupazione”, ha commentato il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, secondo cui i dati Istat che indicano una crescita del Pil inferiore nel 2014 alle stime del governo sono solo “previsioni” e comunque, sottolinea il ministro “se la fiducia crescerà si arriverà a una crescita intorno all’1%”, ovvero “quanto previsto dal governo”. In ballo non c’è solo una eventuale procedura per deficit eccessivo, ma anche il margine di manovra per gli investimenti produttivi che l’Italia chiede da tempo e che Bruxelles le aveva concesso a patto però che il deficit fosse rimasto sotto il 3%.
Alfonso Bianchi
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