Il Presidente della Commissione in visita a Ginevra in occasione dei 150 anni di attività dell’organizzazione umanitaria: “Omaggio chi rischia la propria vita lavorando in luoghi difficili”
Dal marzo 2011, quando sono cominciate le rivolte contro il regime di Assad, ben 22 volontari della croce rossa internazionale hanno perso la vita in Siria. Le loro morti, in molti casi, passano inosservate, nascoste tra i grandi numeri del conflitto. Tra le organizzazioni umanitarie impegnate a Damasco, a pagare il prezzo del suo operato in zone ad altissimo rischio, c’è anche la Mezzaluna rossa, l’associazione che rappresenta il braccio mediorientale della Croce rossa.
Ieri, in occasione del 150esimo anniversario della nascita del Comitato internazionale della Croce rossa (Cicr), il Presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, si è recato a Ginevra per incontrare Peter Maurer, presidente del Cicr. La collaborazione tra l’istituzione europea e la Croce rossa internazionale permette di finanziare ogni anno, missioni umanitarie, aiuti e cure, alle parti in conflitto, nel rispetto del principio di neutralità. Quest’anno l’Ue ha stanziato a questo scopo un totale di 62,4 milioni, di questi circa 10 milioni sono finiti a sostegno delle attività in Siria. Aiuti, che vengono utilizzati per fornire assistenza medica di base, strumentazioni e misure di protezione. Un’altra parte, circa 2,5 milioni di euro, sono stati destinati all’aiuto dei rifugiati in Libano.
Nel ricordare quanto il Cicr e la Commissione facciano assieme ogni anno per le persone che vivono in zone di conflitto, Barroso ha reso omaggio “ad ogni singolo operatore umanitario che veste un distintivo della Croce Rossa”. “Credo che chiunque mette a rischio la propria vita per lavorare in tutto il mondo, in aree colpite da conflitti, possa essere definito un vero eroe e voglio personalmente rendere omaggio a tutti i volontari per la loro azione coraggiosa e professionale, in tanti luoghi difficili del mondo” ha aggiunto Barroso.
Marco Frisone
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