Garantiti per aiutare la popolazione all’interno del Paese, i rifugiati in Giordania e la mobilità in Europa degli studenti universitari. Il commissario Fule: “La prova che non facciamo solo parole”
La Commissione europea mobilita 85 milioni di euro di aiuti per la popolazione siriana. Si tratta di un nuovo pacchetto che porta così a 1,9 miliardi di euro le donazioni dell’Ue (Commissione più Stati membri) dall’inizio della crisi siriana. Gli 85 milioni di euro sono ripartiti in tre settori di iniziative: aiuti interni, aiuti per i rifugiati in Giordania, aiuti per la mobilità. Quaranta milioni saranno destinati per favorire i servizi di base all’interno della Siria, altri 40 saranno usati per favorire i rifugiati siriani in Giordania – circa 500mila – ad avere accesso all’educazione e all’istruzione. I rimanenti cinque milioni verranno utilizzati per aiutare gli universitari a studiare in Europa attraverso il programma Erasmus-Mundus. Si intende dare la possibilità ad almeno 110 studenti libanesi di beneficare di almeno tre anni accademici. La parte del pacchetto da 85 milioni destinata ad attività all’interno della Siria sarà usata, tra le altre cose, a sostenere le iniziative dell’Unicef per l’educazione della fascia più vulnerabile di bambini, le iniziative dell’Unesco per la difesa e la preservazione del patrimonio culturale siriano, e le iniziative dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi in Siria (Unrwa).
“La messa a disposizione di queste nuove risorse è la prova che la Commissione europea è impegnata non solo a parole”, sostiene Stefan Fule, commissario europeo per l’Allargamento e le politiche di vicinato. “Continuiamo a rimanere a fianco della popolazione siriana, e oggi dimostriamo una volta di più che non solo facciamo promesse ma che le manteniamo anche”. Con questa tranche di aiuti, sottolinea Fule, l’esecutivo comunitario si concentra sul sostegno per l’educazione all’infanzia e i servizi quali cure mediche e sanitarie e gestione dei rifiuti, attività, quest’ultima, fondamentale per evitare la diffusione di malattie.
R. G.