Bruxelles – Il Daily Mail e la BBC in Regno Unito, i sempre attenti francesi de l’Equipe, gli olandesi di Voetbal International, persino i polacchi di Onet. Tutti, ma proprio tutti, non fanno che parlare della rinascita del Parma Calcio, patrimonio sportivo non solo italiano. Di fronte alla favola sempre a tinte tricolori del Leicester primo in classifica in Inghilterra, alle imprese dell’Atletico Madrid o alle polemiche legate alle liti tra Totti e Spalletti, giusti per citare alcuni avvenimenti, fa notizia – eccome! – la promozione del Parma in Lega Pro, la terza serie calcistica nata da fusione delle vecchie serie C1 e serie C2. La stampa continentale enfatizza le imprese della squadra che fu grande in Italia e ancor più in Europa. Una coppa delle Coppe nel 1993, una supercoppa europea nello stesso anno, due coppe Uefa nel 1995 e nel 1999: il Parma si è ritagliato una vetrina internazionale di grande livello e di prestigio, ed è forse questo il motivo dietro tanta attenzione per una squadra fallita e sprofondata in quarta serie a seguito di una gestione spericolata che ha portato alla bancarotta il club emiliano.
Nel giorno in cui un’altra grande europea decaduta, i Rangers di Glasgow, eliminavano i rivali di sempre nel Celtic dalla coppa di Scozia, nel giorno in cui la terza sconfitta consecutiva patita dal Barcellona riapre la corsa al titolo in Spagna, nel giorno in cui in Italia la Juventus mette le mani su quello che quasi certamente sarà il quinti scudetto consecutivo, il piccolo Parma – battendo 2-1 il Delta Calcio Rovigo – torna nel calcio professionistico con la promozione matematica tra l’entusiasmo della stampa internazionale. “Il Parma torna già in terza divisione”, si sottolinea in Europa e non a caso, dato che la squadra ha perso tutto e quindi anche il parco giocatori a seguito delle vicissitudini societarie che hanno costretto il Parma a ripartire dai Dilettanti. E ripartenza è stata.
Non ci sono nomi altisonanti nella formazione ducale. Non ci sono palloni d’oro, i vari Messi e Cristiano Ronaldo, eppure – incredibile a dirsi – il Parma calcio ha fatto meglio persino del Paris Saint Germain degli sceicchi campione già da tre giornate ( o quattro? Difficile ricordarlo, in un campionato, quello francese, dove quest’anno non c’è mai stata storia). La cavalcata dei gialloblu verso la promozione parla di 25 vittorie, 10 pareggi, 0 sconfitte. Il Parma è imbattuto. Nessuno, nei massimi campionati europei, ha fatto così bene. Tutti, ma propri tutti, hanno perso qualcosa. Persino i marziani del Bayern Monaco, i campeones madrilisti, i soliti vincitori solitari in patria come in Grecia (Olympiakos) o nei Paesi Bassi (Ajax) hanno raccolto sconfitte nel corso della stagione. “In Italia il Parma conquista la promozione perfetta”, enfatizzano in Germania su Sport1. Ma di Parma si parla anche negli Stati Uniti (è il caso di ESPN) e in Argentina (attraverso il sito Olè), Paese che al grande Parma del passato ha fornito calciatori del calibro di Hernan Crespo, Juan Sebastian Veron, e Nestor Sensini.
Il Parma ancora una volta torna a recitare il ruolo da protagonista tra i grandi del calcio. Fa clamore come sempre. Faceva parlare di sé quando da piccola squadra di provincia diventava regina del calcio d’Europa, ha fatto parlare di sé quando seppe finire quarta in campionato nel bel mezzo delle tempeste societarie. Poi la scomparsa per banca rotta ha sorpreso tutti. “Il Parma approda in Lega Pro nella sua scalata dopo la bancarotta”, il titolo non casuale dedicato dagli anglosassoni. “Il Parma lotta per tornare ad essere ciò che fu”, scrivono gli spagnoli di Marca. Anche lì, dove di football se ne intendono, ricordano quando il Parma diede al calcio. Sono in molti ad attendere il ritorno del Parma, patrimonio perduto ma non dimenticato degli europei.