A Bruxelles il sottosegretario illustra gli interventi del governo in materia e assicura che l’esecutivo Ue li trova “convincenti”. Per questo “il contenzioso con la Commissione non si aggraverà in questa fase” e la lettera di messa in mora per il nostro Paese potrebbe non partire
Gli interventi del governo italiano per rimediare ai ritardi dei pagamenti della pubblica amministrazione alle imprese sono sembrati “convincenti” alla Commissione europea e la lettera di messa in mora che aprirebbe formalmente la procedura di infrazione Ue contro il nostro Paese non partirà. È ottimista il sottosegretario italiano agli Affari europei, Sandro Gozi, oggi a Bruxelles per incontrare diversi esponenti dell’esecutivo Ue. Al centro dell’incontro con il rappresentante dell’industria, Antonio Tajani, proprio i ritardi dei pagamenti della Pa, dopo il botta e risposta che in questi giorni ha contrapposto il Commissario e il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che ha accusato Tajani di usare il tema per fare campagna elettorale.
Ma oggi “non c’è stato nessun conflitto, anzi”, assicura Gozi. A Tajani, spiega, “abbiamo esposto il nuovo emendamento che stiamo portando” alla direttiva sul ritardo dei pagamenti. Emendamento “che chiarisce la cogenza dei termini di pagamento della pubblica amministrazione” e con cui, sottolinea il sottosegretario, “riteniamo di rispondere al rilievo della Commissione europea”, la cui prima reazione “è stata positiva”.
Buona accoglienza da parte dell’esecutivo Ue anche per l’annunciato obbligo di fatturazione elettronica, immaginato per evitare il ripetersi dell’accumulo dei debiti della pubblica amministrazione. Il 5 maggio, spiega Gozi, ci sarà una riunione durante la quale i rappresentanti del governo italiano, illustreranno a Bruxelles i nuovi meccanismi che “in futuro eviteranno tutti i problemi che l’Italia ha avuto”. Progetti per cui dalla Commissione “c’è molta attenzione e molto interesse”.
A fronte dei segnali positivi “ho modo di ritenere che il contenzioso con la Commissione non si aggraverà in questa fase”. Insomma niente lettera di messa in mora per l’Italia? “Questo dovete chiederlo al Commissario”, sorride Gozi “ma mi sembra che le spiegazioni che abbiamo dato oggi siano state spiegazioni ben accolte e convincenti”. Rimane comunque aperto il dialogo con la Commissione ma “io – conclude il sottosegretario – sono molto positivo”.
Letizia Pascale
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