Al Bozar il presidente statunitense dedica il suo intervento all’Ucraina che “ha iniziato una rivoluzione ispirata dai nostri comuni ideali senza dover sparare un solo colpo”. Attacca la Russia ma dice: “Quando coopera come sul nucleare iraniano è un bene per il mondo intero”
In una sala gremita, che lo ha accolto con applausi e urla degne di una rock star, il presidente degli Stati Uniti d’America, Barack Obama, ha incentrato tutto il suo discorso sull’Ucraina che “ha iniziato una rivoluzione ispirata dai nostri comuni ideali, senza carri armati e senza dover sparare un solo colpo”, ma in realtà parlava alla Russia, a cui ha offerto nuove collaborazioni future, e all’Europa, terra “di democrazia” che però deve scegliere bene da che parte stare.
Nella sala del Palazzo delle belle arti Bozar di Bruxelles lo hanno atteso per più di due ore oltre alle 2.000 persone “comuni” invitate (con un occhio di attenzione ai giovani) anche i vertici delle istituzioni europee: il Presidente dell’Europarlamento, Martin Schulz, seduto a fianco al suo sfidante liberale alle prossime elezioni, Guy Verhofstadt con cui ha scherzato a lungo, il Presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, quello della Commissione José Manuel Barroso, e poi l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue, Catherine Ashton, i commissari Olli Rehn, Lazlo Andor, Joaquín Almunia, ma anche il premier belga, Elio Di Rupo con diversi membri del suo governo. Gli unici che non hanno dovuto aspettare, ma a cui è stato concesso di entrare pochi momenti prima dell’inizio del discorso, sono stati i reali del Belgio, Filippo e Matilde, accolti da un caldo applauso della sala che si è alzata in piedi per loro.
Il suo discorso di Obama è partito da lontano, dalla Prima e poi dalla Seconda Guerra mondiale quando “l’America si è unita all’Europa per rigettare le forze oscure del passato, che stavano causando milioni di morti, per creare una nuova architettura della pace”, fu allora e durante gli sforzi del Piano Marshall “che dall’altra parte dell’Atlantico abbiamo abbracciato una visione comune dell’Europa, un visione basata sulla democrazia rappresentativa e i diritti individuali e sulla convinzione che le nazioni possono fare l’interesse dei propri cittadini”. E ora i cittadini europei sono “più sicuri e più prosperi grazie al fatto che noi lottammo insieme per gli ideali che condividiamo”.
Quegli stessi ideali che hanno poi “ispirato movimenti in tutto il mondo, anche tra quelle stesse persone i cui diritti erano stati negati dal potere occidentale”, come “i movimenti anticoloniali africani, quello per i diritti civili statunitense, e il movimento anti apartheid di Nelson Mandela”.
Grazie a questi ideali i giovani di oggi “sono nati in un mondo in cui ci sono meno conflitti, più prosperità e più libertà che in ogni tempo della storia”. Ma “questo non è certo perché gli impulsi più neri degli uomini sono spariti, lo abbiamo visto anche qui in Europa, nei Balcani”. Perciò, secondo Obama, “non dobbiamo mai dare per scontate le conquiste a cui siamo arrivati, perché la lotta tra gli ideali continua ancora”, e questo è “ciò che è in gioco oggi in Ucraina”. È per questa ragione che anche se “le nostre economie non sono integrate con quelle dell’Ucraina e i nostri confini non sono minacciati”, se “giriamo la testa dall’altra parte”, c’è il rischio “che si torni al vecchio modo di fare le cose, ignorando i morti della Seconda guerra mondiale. E il messaggio raggiungerebbe tutto il mondo con gravi conseguenze”.
“Non sono naif – ha aggiunto Obama – quando dico che credo che queste idee che affermiamo sono vere e universali: noi crediamo in una democrazia con elezioni, opposizioni e un potere giudiziario autonomo, in un’economia basata sul libero mercato, nella dignità umana e nella legge internazionale”. Mentre “la Russia viola le leggi internazionali” e “l’invasione della sovranità ucraina deve essere condannata perché questi principi devono essere difesi”, perciò “abbiamo condannato il referendum e l’invasione della Crimea”. Ma nel contempo, mentre “continuiamo le pressioni sulla Russia, lasciamo una porta aperta alla diplomazia”.
Usa e Nato, assicura Obama “non cercano un conflitto con la Russia”, gli Usa “non pretendono di essere il solo arbitro di cosa è giusto è sbagliato”, ma “noi accettiamo le critiche e questo ci rende differenti”. Negli anni scorsi, ha ribadito il presidente americano “abbiamo accolto la Russia nel G8” e dall’esito positivo dei negoziati sul nucleare iraniano “abbiamo capito che quando la Russia coopera è nell’interesse del mondo intero”, per questo “crediamo in una Russia che viva in prosperità dignità, fiera della propria storia”, ma ciò “non significa che possa invadere i confini dell’Ucraina o decidere del suo futuro”.
Obama ha rigettato le accuse di aver fomentato le proteste “che sono nate spontaneamente”, o di aver sostenuto i neonazisti: “Noi abbiamo lottato in passato contro il fascismo e riconosciamo l’inimmaginabile sacrificio dei russi contro nazismo e lo onoriamo”. Ed è “tenendo presente tutto questo” che, ha concluso: “Dobbiamo affrontare le sfide del futuro, senza pensare per un solo momento che la nostra libertà e prosperità siano al sicuro, ma consapevoli del fatto che la speranza vincerà, perché proteggere i diritti di tutti è quello che ci rende forti”.
Alfonso Bianchi
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