Alla faccia degli appelli e delle sanzioni imposte giusto ieri da Ue e Usa, Mosca non fa alcuna marcia indietro ma anzi, compie il passo che l’Occidente ha chiesto in ogni modo di evitare. Il Presidente russo, Vladimir Putin ha chiesto al parlamento di votare una legge costituzionale per l’ingresso della penisola nella Federazione russa. E, in attesa della risposta, di certo positiva, ha già firmato un accordo con i rappresentanti della penisola venuti a Mosca a formalizzare la richiesta di annessione. Per l’Unione europea “la sovranità, l’integrità territoriale e l’indipendenza dell’Ucraina devono essere rispettate”, e per questo Bruxelles “non riconosce né il referendum illegale e illegittimo in Crimea né il suo risultato”, fanno sapere con una nota congiunta i presidenti della Commissione e del Consiglio europeo, José Manuel Barroso e Herman Van Rompuy, che affermano inoltre che “l’Unione europea non riconosce e non riconoscerà l’annessione della Crimea e di Sebastopoli alla Federazione russa”. Il Consiglio europeo, annunciano, “discuterà la situazione in Ucraina nella riunione di questa settimana e concorderà una risposta europea unitaria”.
Ma per il Cremlino, da oggi, l’annessione è cosa fatta, come ha precisato una nota diffusa subito dopo la firma. Davanti alle Camere riunite del Parlamento, ai governatori regionali e ai leader della Crimea, Putin ha parlato per quasi due ore, senza lasciare grandi speranze per la de-escalation che l’Occidente invoca senza sosta. La Crimea, ha ribadito, è parte della Russia e lo sarà sempre. I nuovi “soggetti della Federazione” saranno due: Crimea e Sebastopoli, sede della Flotta del Mar Nero e “città eroe” per aver contribuito alla sconfitta dei nazisti durante la Seconda guerra mondiale, quando la Crimea era ancora parte integrante della Russia, prima cioè che Nikita Krushev nel 1954 la regalasse all’Ucraina “violando la Costituzione”. Putin ha tenuto a sottolineare che sotto la sovranità russa verranno rispettati i diritti di tutte le comunità locali e tre saranno le lingue ufficiali: “Russo, ucraino e tataro”. Dopo la Crimea, ha assicurato il leader del Cremlino, Mosca non vuole altre secessioni: “Vogliamo che l’Ucraina sia forte, uno stato sovrano e autosufficiente. Abbiamo progetti comuni e siamo pronti ad aiutarli”, ha spiegato, pur continuando a definire “illegittime”, le autorità oggi al potere a Kiev.
Duri e sprezzanti i toni nei confronti dei partner occidentali. Rivolgendosi più agli Usa che all’Europa Putin ha puntato il dito: “Pensano di potere governare il mondo come gli pare e ignorare il diritto internazionale”. A tutto c’è un limite, ha aggiunto, “ma nel caso dell’Ucraina i partner occidentali hanno passato il segno, comportandosi in modo grossolano, irresponsabile e poco professionale”. Per le sanzioni internazionali adottate contro Mosca, appena poche parole: “Già oggi dobbiamo fare i conti con restrizioni di vario genere, anche economiche”, le misure al vaglio non faranno la differenza, ha tagliato corto il presidente. Poco prima il consigliere diplomatico di Putin, Iuri Ushakov aveva apertamente irriso le misure punitive: “Questa storia delle sanzioni ci ha stufato. Suscita solo ironia e sarcasmo”, ha detto.
Le reazioni non si fanno attendere e sono tutte di condanna, contro l’atteggiamento di Mosca, che sembra andare dritta per la sua strada senza prendere in minima considerazione le richieste dell’Occidente. Le parole di Putin, avvisa il ministro degli esteri italiano, Federica Mogherini “prefigurano un isolamento grave frutto di azioni unilaterali non giustificate”, e adesso “i margini di dialogo si riducono”. La Farnesina assicura però che “per evitare un ulteriore escalation” continuerà “l’impegno” sul versante del dialogo.
Il ministro degli Esteri britannico, William Hague, ha affermato che gli altri Paesi del G8 discuteranno misure contro la Russia : “È stato spiacevole ascoltare il presidente Putin oggi scegliere la strada dell’isolamento”, ha detto anche lui. La cancelliera tedesca, Angela Merkel, ha definito l’annessione della Crimea alla Russia preannunciata da Vladimir Putin come “un’incorporazione” che è “contraria al diritto internazionale”. Il presidente francese, Francois Hollande, ha condannato la decisione del Cremlino e ha avvertito che richiederà “una risposta forte e coordinata” da parte dell’Ue, fin dal Consiglio europeo di giovedì e venerdì a Bruxelles.
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