Il ministro dell’Economia mostra ottimismo anche se dice: “Saranno inferiori alle nostre”
E sul rapporto del 3% deficit/Pil afferma: “Se si sfora se ne pagano le conseguenze”
Dall’esame di Bruxelles sui conti pubblici italiani arriverà una sostanziale promozione, non a pieni voti, ma comunque un risultato positivo. Ne è convinto il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni che incontrando i giornalisti a margine dell’Ecofin a Bruxelles mostra un certo ottimismo e ipotizzando cosa potrebbe emergere dalle previsioni economiche di inverno della Commissione europea, che saranno rese note il prossimo 25 febbraio, afferma: “Saranno un po’ più basse delle nostre, ma potrebbero anche essere migliori di quelle di novembre”, quando la Commissione immaginava per l’Italia una crescita del + 0,7%.
A spiegare lo scollamento tra le previsioni del Tesoro (che a fine ottobre stimava una crescita al +1,1%) e quelle di Bruxelles, che saranno comunque “più positive di quello che la Commissione pensava qualche tempo fa”, il fatto che l’Italia ha tenuto conto “del forte impulso dato al pagamento dei debiti della pubblica amministrazione”, degli incentivi per la ristrutturazione (che hanno portato gli investimenti “da 16 a 25 miliardi tra il 2012 e il 2013”) e degli ecobonus. Strumenti che le istituzioni non considerano perché influiscono su “un debito già accumulato” mentre per l’Italia contano eccome, conclude il ministro.
A prescindere da quale sarà il giudizio dell’Ue, secondo Saccomanni i segnali positivi sono inconfutabili: “Abbiamo ereditato un’economia che si contraeva al ritmo del 2%, mentre ora cresce moderatamente”. Certo l’ennesimo terremoto politico rischia di non fare bene: “Credo che in un sistema economico come il nostro l’incertezza sul fronte politico abbia grosse implicazioni, sulle scelte dei consumatori e dei cittadini”, ammette il titolare del Tesoro.
Anche per questo, nonostante il cambio di esecutivo, occorre continuare il lavoro iniziato ed è proprio questa la direzione in cui si sta andando, assicura Saccomanni. “Non mi pare ci siano intenzioni di non portare avanti questo tipo di iniziative”, spiega riferendosi in particolare all’attuazione della spending review, sui cui ieri ha rassicurato il commissario agli Affari economici Olli Rehn. Con il nuovo governo, “capisco che c’è una domanda di accelerazione su altri temi – aggiunge – ma i capisaldi della strategia di bilancio non sono in discussione”.
Avanti tutta quindi anche con gli impegni presi a livello europeo e sul rispetto del patto di stabilità. “Non esiste una regola che impedisce all’Italia di andare oltre al 3%” nel rapporto deficit/Pil “ma se ci si va – avverte Saccomanni – si pagano le conseguenze: credibilità reazioni sui mercati, sanzioni”. E potrebbe dover essere lo stesso ministro uscente a gestire la situazione economica anche per i mesi a venire. Le voci di una sua possibile riconferma al Tesoro si fanno insistenti ma lui, per il momento, si limita a far sapere: “Non sono stato contattato da nessuno, se mi contatteranno, ci rifletterò”.
Letizia Pascale
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