Il Presidente: “Bisogna ridurre l’enorme debito pubblico che compromette il futuro dell’Italia”
Il premier: “Faremo scelte per rendere il Paese competitivo e protagonista nell’Ue: privatizzazioni, mercato del lavoro più flessibile e riforme istituzionali entro il 2014”
L’Unione europea apprezza gli sforzi che l’Italia sta facendo nel consolidamento dei conti e nelle riforme strutturali ma il nostro governo non deve e non può per questo “adagiarsi sugli allori”, ma deve continuare su questa strada “con determinazione”. È il messaggio che ha lanciato il Presidente della Commissione, José Manuel Barroso, dopo l’incontro con il suo “caro amico”, come lo ha definito, Enrico Letta a Bruxelles. L’Italia grazie a “sforzi impressionanti” è uscita dalla procedura di deficit, ha “ristabilito la fiducia e fatto abbassare lo spread” salvando “miliardi di euro per i contribuenti”. “Sotto la leadership di Letta” ha introdotto misure “per combattere la disoccupazione, semplificare l’amministrazione pubblica, ridurre le infrazioni, usare meglio i fondi Ue”. Eppure per Barroso, deve tenere presente che “la maratona non è finita” e ora è cruciale “non distrarsi negli ultimi chilometri” perché “il più piccolo dubbio sulla nostra determinazione” potrebbe causare una “erosione” dei risultati raggiunti, ovvero “la rinnovata fiducia verso l’Europa”.
I due punti principali su cui adesso, secondo la Commissione, l’Italia deve concentrarsi sono “ridurre l’enorme debito pubblico che compromette il futuro dell’Italia” e “sbloccare il potenziale di crescita implementando riforme strutturali”. Da questo punto di vista gli annunci del piano di privatizzazioni e della riforma del mercato del lavoro sono stati “accolti con favore” a Bruxelles che ritiene che solo con “solide finanze pubbliche e riforme strutturali si può raggiungere quell’avanzo primario” di cui l’Italia ha bisogno per ridurre il suo debito pubblico che ha superato il 130% del Pil.
Quest’anno “partiamo con un punto di differenza rispetto agli anni scorsi” ovvero che “cominciamo l’anno non trovandoci sotto la tempesta dell’emergenza finanziaria”, gli ha risposto il presidente del Consiglio Letta, secondo cui questo permetterà al Governo di “fare scelte di medio e lungo termine”, scelte che “vogliamo fare” e che “permettano al Paese di essere più competitivo” e “protagonista in Europa”. L’Italia a luglio sarà alla guida dell’Ue per il suo semestre di presidenza, un semestre in cui Letta vuole che “si parli molto di crescita e lavoro” per combattere un “malessere sociale drammatico”. E per fare questo l’Italia si batterà soprattutto per i contractual arrangements, i patti tra Stati (detti anche Partenariati per la crescita, l’occupazione e la competitività) che dovrebbero dare ai Paesi Ue maggiori possibilità di investimenti in cambio di rigore e riforme strutturali, perché “noi crediamo – ha aggiunto Letta – che scambio tra riforme e flessibilità possa essere uno scambio utile se ben gestito”.
Il premier ha anche presentato alla Commissione gli obiettivi di quest’anno, scelte che “confermano la volontà di far riprendere all’Italia la strada della crescita” che dovrebbe essere, secondo le previsioni del Governo “l’% quest’anno e il 2% il prossimo”. Si tratta delle privatizzazioni, un pacchetto che Letta ha definito “il più grosso in corso nei Paesi europei in questo periodo e sicuramente il più grosso che l’Italia fa da anni” e poi la riforma del mercato del lavoro, che sarà presentata nelle prossime settimane e che mira a renderlo “più dinamico e flessibile”. Infine Letta ha sottolineato l’importanza delle riforme istituzionali “perché una democrazia che decide è in grado di fare scelte decisive”, e delle tre “importantissime riforme” che “dobbiamo riuscire a realizzare entro il 2014”, ovvero “la riforma elettorale, la fine del bicameralismo paritario e la riforma del Titolo Quinto per semplificare rapporti tra centro e periferia”.
Alfonso Bianchi
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