Nell’Ue ‘rosa’ solo il 33% dei ricercatori, il 20% dei professori ordinari e il 15,5% dei direttori
Ma le laureate sono il 59% del totale, Geoghegan-Quinn: “Uno scandaloso spreco di talenti”
Vita dura per le donne anche nel campo della ricerca. Secondo i dati dell’Ue nonostante la percentuale di ricercatrici in Europa sia in aumento, la loro presenza nelle discipline e carriere scientifiche rimane ancora insufficiente. È quanto risulta dall’ultima edizione dell’indagine ‘She figures’ pubblicata dalla Commissione. Sono di genere femminile soltanto il 33% dei ricercatori europei, il 20% dei professori ordinari e il 15,5% dei direttori delle istituzioni nel settore dell’istruzione superiore.
Sempre secondo l’indagine le donne rappresentano circa il 40% dei ricercatori nel settore dell’istruzione superiore, altrettante nelle amministrazioni pubbliche e il 19% nelle imprese. In tutti i settori il loro numero ha conosciuto una crescita più rapida rispetto ai loro colleghi maschi (un aumento del 5,1% all’anno per le donne contro un aumento del 3,3% per gli uomini dal 2002 al 2009), ma le difficoltà si raggiungono, come sempre, nel raggiungere incarichi decisionali. C’è una sola donna ogni due uomini nei comitati scientifici e di gestione in tutta l’Ue.
Se guardiamo ai numeri dell’università ci accorgiamo che invece sono proprio le donne a impegnarsi di più e ad ottenere maggiori risultati. Le studentesse universitarie nel 2010 rappresentavano il 55% del totale e addirittura il 59% dei laureati. Ma presa la pergamena cominciano i problemi. La percentuale scende a 49 e 46% tra gli studenti di dottorato e i dottori di ricerca. Continuando nella scala della carriera universitaria, le donne rappresentano il 44% dei ricercatori con un dottorato nei primi gradi della carriera e soltanto il 20% dei ricercatori nei gradi più alti. Laurearsi sì, ma per poter fare carriera ci sono ancora troppi ostacoli da superare.
“Nonostante alcuni progressi negli ultimi anni, le donne nel campo della ricerca rimangono una minoranza, ed è come se una barriera invisibile impedisse loro di raggiungere posizioni di alto livello” ha dichiarato Máire Geoghegan-Quinn, Commissaria europea per la ricerca, l’innovazione e la scienza. Per Geoghegan-Quinn: “Questa situazione costituisce una grave ingiustizia ed uno scandaloso spreco di talenti. La Commissione si concentra sulla promozione della parità fra i generi nei nostri programmi di ricerca e si impegna per cambiare una cultura istituzionale profondamente radicata”.
Per saperne di più:
– Scarica il rapporto ‘She figures’
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