Il Tribunale Russell chiede alla Corte Penale Internazionale di indagare sui crimini commessi dallo Stato di Israele contro i palestinesi. È la conclusione a cui è arrivata ieri a Bruxelles, dopo 4 anni di indagini, l’organizzazione che si batte per i diritti umani, con una decisione della sua giuria composta, tra gli altri, dal cantante dei Pink Floyd, Roger Waters, dall’attivista per i diritti civili americana Angela Davis, dal Premio Nobel per la Pace Mairead Corrigan Maguire e dal pianista argentino Miguel-Angel Estrella. Il Russell, nel chiedere di riconoscere la giurisdizione palestinese e di organizzare una sessione speciale dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite contro l’Apartheid israeliana, ha fatto diverse raccomandazioni chiave alla comunità internazionale, tra queste: ricostruire il Comitato speciale delle Nazioni Unite contro l’Apartheid, istituire un comitato internazionale di ex prigionieri politici per la campagna sul tema dei prigionieri e infine ha chiesto alla società civile di intraprendere azioni volte a denunciare eventuali complicità nazionali, istituzionali o di aziende con i crimini di Israele.
Il primo Tribunale Russell si celebrò nel 1967 per analizzare, in linea con i principi del Diritto Internazionale, la politica estera degli Stati Uniti e l’intervento in Vietnam. Fu fondato da Bertrand Russell, premio Nobel per la letteratura nel 1950, e presieduto da Jean-Paul Sartre. Ha visto la partecipazione di diversi intellettuali come Lelio Basso, Simone de Beauvoir, Julio Cortázar e Lázaro Cárdenas.
Nella conferenza stampa seguita alla sentenza di ieri Roger Waters ha dichiarato: “Se qualcuno pensa che quello che dice il Tribunale Russel sia sbagliato, allora vada in Palestina, nei campi profughi e giudichi di persona. Io l’ho fatto e ho visto coi miei occhi l’orrore di Apartheid israeliana”. Secondo il cantante dei Pink Floyd “molti artisti con cui sono in contatto vorrebbero parlare e onorare l’appello palestinese per il boicottaggio culturale di Israele, ma sono terrorizzati di farlo. Devono avere più coraggioso”. Angela Davis ha aggiunto: “Se inizialmente ci siamo ispirati al filosofo inglese Bertrand Russell, ora seguiamo le orme del defunto Stéphane Hessel, che ha unito resistenza e integrità, solidarietà e difesa. Siamo diventati tutti difensori dei diritti umani palestinesi e universali, dalla organizzazioni di base fino ai più alti livelli”.
E al Tribunale ieri sono arrivate anche le parole di Marwan Barghouti, uno dei leader di Fatah, in carcere in Israele dal 2002. È stata sua moglie, Fadwa Barghouti, a leggere una lettera scritta per l’occasione e che recitava: “Saluto il combattente, il diplomatico, lo scrittore che sostiene la nostra lotta. E tutti quelli che nel mondo arabo si stanno sollevando contro la tirannia – il loro sogno ci ha riempito di speranza. Il Tribunale Russell è uno strumento fondamentale per sostenere il nostro obiettivo di avere giustizia e pace fondate sul diritto internazionale”.
Questa decisione arriva proprio dopo che l’Ue la scorsa settimana ha ricevuto il presidente israeliano Shimon Peres, e dopo che l‘Aula di Strasburgo ha votato una risoluzione in cui chiede un miglioramento delle condizioni degli oltre 4800 prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane e la liberazione dei 15 membri del Consiglio Legislativo palestinese attualmente detenuti, compreso lo stesso Marwan Barghouti. La Plenaria ha espresso “profonda preoccupazione per la morte del prigioniero Arafat Jaradat, avvenuta il 23 febbraio 2013 mentre era detenuto in Israele” e si è detta “preoccupata” per le tensioni in Cisgiordania che ne sono seguite chiedendo alle autorità di Tel Aviv di “avviare senza indugio indagini indipendenti, imparziali e trasparenti” sull’accaduto. Pur ribadendo “il proprio sostegno alle legittime preoccupazioni di Israele in materia di sicurezza” l’Europarlamento ha espresso viva “preoccupazione quanto ai detenuti palestinesi trattenuti in condizioni di detenzione amministrativa senza un’accusa”, sottolineando “che tali detenuti dovrebbero essere accusati e processati, nel rispetto delle garanzie giudiziarie conformi alle norme internazionali, oppure essere rilasciati senza indugio”.
Alfonso Bianchi
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