Il premier di Budapest incontra i giornalisti a Bruxelles prima del vertice europeo
“Forse non avete letto il testo, forse non l’avete capito. Prima leggete, poi possiamo aprire una discussione”
“Portatemi un solo fatto che dimostri che quello che stiamo facendo è contro la democrazia e poi cominceremo a discuterne”. Non accenna alcun passo indietro, il premier ungherese Viktor Orban che, incontrando i giornalisti a Bruxelles prima del vertice europeo, difende a spada tratta le modifiche apportate alla Costituzione. L’appuntamento, spiega, è stato fissato per rispondere a tutte le domande perché “il processo costituzionale in Ungheria è un processo trasparente”.
Quando però si entra nel merito delle modifiche, secondo cui la Corte Costituzionale non potrà più sollevare obiezioni di sostanza e non potrà più annullare una legge approvata con i due terzi del parlamento, ma soltanto sollevare obiezioni di forma, l’atteggiamento cambia. “Forse non avete letto il testo, forse non l’avete capito”, alza i toni se qualche cronista osa parlare di limitazioni di limitazioni alla democrazia, “prima leggete, poi possiamo aprire una discussione”.
Ma il problema non sono le opinioni della stampa. Dalla cancelliera tedesca Angela Merkel e da tutti i vertici europei, è arrivata una condanna unanime. Il Presidente del Parlamento, Martin Schulz, arrivando oggi al vertice del Partito socialista europeo ha anche aperto la porta ad un’azione sanzionatoria contro Budapest. Ma Orban non sembra spaventato. E a chi chiede se un parere negativo della Commissione, dopo l’analisi dell’emendamento, potrebbe portarlo a ritirare le modifiche risponde che questo non è mai capitato per nessun Paese. “Doppi standard non sono accettabili” dice, aprendo solo ad una eventuale discussione: “se qualcuno vede qualche problema o qualche elemento contro alle normative europee mettiamole sul tavolo e parliamone”, dice. Ma, è sicuro Orban, “Quello che stiamo facendo è in accordo con quello che noi chiamiamo Europa”.
Dei vertici europei il premier ungherese critica anche i tempi. “Durante il dibattito sugli emendamenti della Costituzione non c’è stata una singola organizzazione internazionale che abbia avuto obiezioni”, assicura, sottolineando che le prime obiezioni sono arrivate solo “tre giorni prima del voto”. Per difendere il processo di modifica della Costituzione, poi, dallo staff del premier ungherese fanno sapere che ci sono altri stati in Europa, come Malta, Romania, Polonia e Portogallo, che possono cambiare la propria costituzione senza bisogno dell’approvazione della Corte Costituzionale.
Letizia Pascale
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