I partiti chiedono di affrontare il tema delle riforme costituzionali varate a Budapest, “derive dello stato”
L’Ungheria spaventa l’Unione europea. Le nuove riforme della Costituzione apportate dal parlamento magiaro non piacciono al Parlamento Ue, che chiede di affrontare il problema. Nei giorni scorsi a Budapest sono state apportate modifiche alla Carta fondamentale per cui la Corte costituzionale potrà esaminare le proposte di modifica della Costituzione solo da un punto di vista formale, ma non si potrà esprimere sui contenuti. Viene cancellato anche il principio del precedente giurisprudenziale: i giudici della suprema Corte non potranno più richiamarsi a loro sentenze sul diritto costituzionale ed europeo emesse prima dell’entrata in vigore della Costituzione varata a gennaio 2012. Ancora, previste restrizioni alla libertà di espressione e opinione e sanzioni in caso di “lesione della dignità della nazione ungherese”, concetto formulato in modo giudicato troppo generico. Tutte proposte che agitano le varie anime del Parlamento Ue. Liberali, socialisti e ambientalisti chiedono che si sollevi la questione nel corso del vertice dei capi di Stato e di governo dei paesi dell’Ue. Il primo a chiederlo al presidente della Commissione europea e alla presidenza irlandese del Consiglio Ue è il presidente dell’Alde, Guy Verhofstadt. Daniel Cohn Bendit, leader dei Verdi, ha chiesto di “mettere in agenda” le modifiche costituzionali dell’Ungheria. Chiede un intervento il capogruppo della Sinistra unitaria europea (Gue), Gabriele Zimmer. “Se i cittadini non sono in grado di proteggersi dalle derive dello Stato, allora vuol dire che corriamo il rischio di vedere l’Europa sgretolarsi”.
Oggi alle 15.30 prima dell’inizio del Consiglio europeo a Bruxelles Orban terrà una conferenza stampa per spiegare le sue ragioni.
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