Il commissario all’Integrazione: “Con la crisi è cresciuta l’intolleranza verso i gitani”
Nove su dieci vivono sotto la soglia di povertà, ai loro bambini non è garantita l’istruzione
In Europa un cittadino su tre di origine rom è disoccupato, uno su cinque non ha l’assicurazione medica, mentre nove su dieci vivono sotto la soglia della povertà. Con queste parole Laszlo Andor, commissario europeo per l’occupazione, ha aperto il suo discorso in una conferenza a Bucarest sul tema dell’integrazione della comunità rom. La povertà si combatte solo con il lavoro. L’Unione Europea, gli Stati membri, ma anche le singole regioni e le amministrazioni locali devono collaborare in un progetto d’integrazione attraverso il mercato del lavoro. Discriminazioni, violenze, pregiudizi sono all’ordine del giorno per la popolazione rom che rimane così esclusa da un’istruzione in grado di fornire le necessarie competenze per essere competitivi nel mondo del lavoro. Nelle migliori ipotesi i bambini rom sono iscritti a scuole speciali con programmi differenziati.
“Dall’inizio della crisi economica l’intolleranza verso i cittadini rom è cresciuta a danno della coesione sociale – ha dichiarato Andor- si deve, invece, garantire loro la stessa partecipazione alla società, con gli stessi doveri e gli stessi diritti di tutti i cittadini europei”. Da quando è stato adottato il quadro normativo per l’integrazione dei rom, gli Stati membri hanno compiuto dei passi avanti introducendo a livello nazionale politiche europee d’integrazione per l’educazione, l’alloggio, la salute e l’impiego, anche se non sempre efficaci sul piano pratico. “La Commissione sta preparando una raccomandazione per gli Stati membri in modo che si concentrino e intraprendano specifiche misure: i finanziamenti per i progetti d’integrazione devono essere destinati in maniera adeguata e trasparente e sotto il controllo nazionale, le autorità locali devono essere coinvolte.”
In Romania, dove vivono un milione e ottocento cinquantamila rom, più del sessanta per cento dei gitani vive ancora sotto la soglia di povertà, segregati e senza accesso a fonti d’acqua e luce. Nel 2010 settantasei famiglie rom sono state sgombrate mentre la temperatura segnava meno venti gradi. Quaranta di queste famiglie, composte da dieci-quindici persone, vivono in stanze di diciotto metri quadri senza bagno né cucina. Le altre non hanno ancora ricevuto un alloggio. In Romania, in Francia e in Grecia un rom su dieci non ha completato la scuola secondaria. “La Romania dovrebbe investire nel lavoro per i rom, soprattutto per le donne e i giovani nomadi e coloro che vivono segregati in comunità isolate.” Ha sostenuto il commissario europeo per l’Integrazione.
Irene Giuntella
Articoli correlati:
– Le voci dei rom arrivano al Parlamento europeo: “Anche noi siamo persone”
– Appello di Amnesty: L’Ue faccia di più per aiutare i rom