L’Alto Rappresentante: “Progresso rispetto al passato e un passo in avanti verso l’Ue”
Thaci: “Belgrado ci riconosce di fatto come Stato, gli altri Paesi seguano in questa decisione”
Ci sono voluti mesi di trattative e dieci estenuanti maratone negoziali, ma alla fine lo “storico” accordo è arrivato: i premier di Serbia e Kosovo hanno raggiunto l’intesa per la normalizzazione dei rapporti tra i due Paesi. L’accordo per il momento è stato solo siglato. Ora le delegazioni di Pristina e Belgrado stanno facendo ritorno in patria dove avvieranno consultazioni con l’obiettivo di riconsegnare a Bruxelles l’intesa firmata entro lunedì, e cioè in tempo per la riunione dei ministri degli Esteri dell’Unione europea.
“Le negoziazioni sono concluse. Il testo è stato siglato da entrambi i primi ministri” ha annunciato al termine dell’incontro Catherine Ashton, Alto rappresentante dell’Unione europea per la politica estera. “Ciò che ora stiamo vedendo da parte di entrambi è progresso rispetto al passato e un passo in avanti verso l’Unione europea”, ha aggiunto, congratulandosi con il premier serbo, Ivica Dacic e quello kosovaro, Hashim Thaci per “la determinazione e il coraggio dimostrati in questi mesi”.
Per il premier kosovaro, Thaci “questo accordo rappresenta l’inizio di una nuova era di riconciliazione e cooperazione fra Stati”. Non solo: “Rappresenta de jure il riconoscimento del Kosovo da parte della Serbia” ha aggiunto al termine dell’incontro di Bruxelles. Per il leader di Pristina, l’intesa con Belgrado “garantisce la sovranità e l’integrità territoriale del Kosovo”. Per questo Thaci ha fatto sapere di aspettarsi ora che i Paesi che non hanno ancora riconosciuto lo Stato lo facciano al più presto e che il Kosovo possa presto entrare a fare parte delle Nazioni Unite.
Alla stampa serba, il premier Ivica Dacic ha invece dichiarato che le condizioni chieste da Belgrado sono state accettate. Sottolineando di avere siglato ma non firmato l’accordo, Dacic ha poi assicurato che la Serbia darà una risposta definitiva sull’accettazione o meno dell’accordo lunedì mattina, direttamente a Catherine Ashton. Dacic e il vice-premier serbo Aleksander Vucic hanno fatto sapere che sarebbero state accettate alcune proposte di Belgrado sull’amministrazione della polizia nel nord del Kosovo e le condizioni dell’adesione del Kosovo alle organizzazione internazionali, Onu compresa. Gli stessi punti che avevano portato, la scorsa settimana, il governo di Belgrado ha rifiutare la precedente bozza di accordo.
In attesa dell’ok definitivo c’è comunque grande soddisfazione per la positiva conclusione dei dialoghi. “Un grande passo avanti per la pace e la sicurezza della regione” ha commentato il segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen. “Sono molto felice – ha dichiarato – è stato un lungo processo, talvolta difficile, ma tutti i leader coinvolti hanno superato le difficoltà” arrivando ad un accordo che “darà nuovo slancio all’integrazione euro-atlantica dei Balcani occidentali”.
Di “accordo storico” parla il Presidente della Commissione Ue José Manuel Barroso, chiedendo che ora sia “attuato rapidamente”. Barroso non dimentica di sottolineare che l’accordo di oggi avrà riflessi importanti sul processo di avvicinamento dei due Paesi all’Europa: “Preparerà il terreno – ricorda – perché il Consiglio Ue prenda decisioni sui prossimi passi nel percorso europeo di Serbia e Kosovo”. Secondo il presidente della Commissione, i cittadini della regione “vogliono andare avanti e far diventare la prospettiva europea una realtà: è cruciale per la stabilità, la sicurezza e la prosperità all’Europa sud orientale e dell’Unione europea nel suo complesso”.
Nel congratularsi con i premier di Belgrado e Pristina, anche il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy, ha incoraggiato le parti a “continuare con lo stesso approccio costruttivo nell’attuazione dell’accordo”. Van Rompuy ha poi “riconfermato le prospettive europee per Serbia e Kosovo”.
Letizia Pascale
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