Schulz: “E’ come l’apprendista stregone che non riesce a controllare le forze che ha evocato”
Monti: “Se ci sarà un referendum i cittadini decideranno di restare nell’Unione”
Quando Cameron ha finalmente pronunciato il tanto atteso discorso, l’Europa ha risposto con una sola voce. Il Premier britannico ha promesso, per la prossima legislatura, un referendum per chiedere ai suoi cittadini se vorranno o meno uscire dall’Ue. Per evitare, però, che il vecchio continente cominciasse a tremare, ha messo subito le mani avanti, ponendo almeno due condizioni alla fatidica domanda “in or out?” (dentro o fuori?): servirà, innanzitutto, una nuova vittoria dei conservatori nelle elezioni del 2015 e un fallimento del tentativo, annunciato, di rinegoziare i trattati con l’Ue.
Così, quando la Gran Bretagna pretende di modificare gli accordi e minaccia di uscire dall’Unione Europea è sorprendente come i suoi maggiori leader sappiano rispondere con grande diplomazia.
Bruxelles, Parigi e Berlino, sembrano quasi essersi messe d’accordo in anticipo su quali parole usare. Il messaggio è uno solo, riassunto nelle parole del cancelliere tedesco Angela Merkel: “vogliamo che la Gran Bretagna resti un membro attivo e centrale dell’Unione Europea”. Ancora più tranquillizzanti le dichiarazioni del Primo ministro Mario Monti, secondo lui “se ci sarà un referendum, i cittadini britannici decideranno di restare nell’Ue”.
Niente panico insomma, sembra che tutti abbiamo capito che non vale la pena allarmarsi per quella che è solo la prima mossa di una campagna elettorale. Solo un appunto da parte di Francois Hollande: l’Europa “non si può negoziare”, se però Londra decide di lasciare l’Ue, ha aggiunto il Ministro degli Esteri Laurent Fabius, “è già pronto il tappeto rosso”. Perché, come Fabius, non tutti sono stati così diplomatici e concilianti come certi Capi di Stato. Qualcuno ha scelto di prendere posizione: chi a favore come Mark Rutte, il Primo ministro olandese che già si era offerto di ospitare Cameron per il suddetto discorso e il leader della Lega Roberto Maroni che anzi, ha colto l’occasione per ricordare la sua proposta per un’altra uscita, quella dell’Italia dall’Euro.
Il fronte contrario sembra concentrarsi al Parlamento Europeo, forse perché qui, le figure più politiche e meno istituzionali hanno più libertà di movimento. Il Presidente Martin Schulz e il Vicepresidente Gianni Pittella hanno detto chiaramente ciò che in molti sanno e temono, ossia che un’eventuale abbandono di Bruxelles da parte di Londra sarebbe pagato tanto dall’Ue quanto dalla Gran Bretagna stessa. Il tedesco sfotte anche un po’, dicendo che il premier “è come l’apprendista stregone che non riesce a controllare le forze che ha evocato”. Si tratta, ad ogni modo, solo di speculazioni, perché, come è stato più volte ribadito dalla Commissione, Cameron non ha posto sul tavolo ancora nessuna reale richiesta. L’idea è così lontana che al momento non esiste nemmeno la procedura per gestire l’uscita di un Paese Membro dall’Unione Europea.
Camilla Tagino