Il 5 marzo l’esecutivo presenterà analisi su squilibri macroeconomici in Italia e altri 15 Paesi. Per il commissario serve ridurre “il debito elevatissimo” con “adeguamenti strutturali più energici”. E sul ministro dice: “Ha fatto buon lavoro nell’Ocse, sa cosa c’è da fare per far ripartire la crescita”
da Strasburgo Alfonso Bianchi
Certo la diminuzione del deficit, che secondo le previsioni d’inverno della Commissione europea sarà quest’anno al 2,6%, è una buona notizia, ma non basta. Per Olli Rehn l’Italia ha ancora bisogno di “adeguamenti strutturali più energici”. Ovvero deve lavorare su crescita e debito, i due punti su cui il nostro Paese è stato di nuovo, se non bocciato, comunque rimandato. La crescita economica sarà solo dello 0,6% quest’anno e dell’1,2% il prossimo e non cala il debito pubblico che raggiungerà il record del 133,7% de Pil, per abbassarsi nel 2015 al 132,4%. “Venendo da Sydney a bordo dell’aereo – ha raccontato il commissario agli Affari economici e monetari nella conferenza stampa a Strasburgo – ho avuto molto tempo per leggere il progetto di previsioni approfondite della settimana prossima” quando la Commissione presenterà le conclusioni sugli squilibri macroeconomici in 16 Paesi tra cui l’Italia. “Vi raccomando di leggere il testo” in cui ci sono “analisi delle motivazioni della competitività debole e dei possibili rimedi”.
Rehn ha ricordato che le previsioni di crescita “sono state riviste al ribasso quest’anno” anche se “abbiamo previsto miglioramenti nell’equilibrio di bilancio, dello 0,1% quest’anno e dello 0,3 il prossimo”, però il grosso problema è che “c’è un debito elevatissimo” e bisogna “riportarlo a quanto previsto dal Patto di stabilità”, ovvero all’80% del Pil. Quello di cui c’è bisogno, secondo Rehn, è mettere in campo “adeguamenti strutturali più energici”. Su cosa sta pensando di fare il neo-premier Matteo Renzi “non ho notizie” dice ma “sono convinto che l’Italia rimarrà impegnata nei confronti dei trattati Ue e con piacere collaborerò agli sforzi del nuovo governo per la ripresa, la crescita e la creazione di posti di lavoro”. Un commento positivo il commissario lo ha riservato al nuovo ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, “autore di varie relazioni per l’Ocse che trattano crescita e riforme”, una persona che “conosce cosa bisogna fare a livello economico per far riprendere la ripresa”.
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