Più euroscetticismo nelle Regioni che non crescono, coesione Ue la risposta

Bruxelles – Le politiche di coesione quale risposta a populismo ed euroscetticismo. L’Unione europea può fare tanto per far capire ai cittadini di tutta l’Ue l’importanza di appartenere alla grande famiglia europea, e respingere quella narrativa politica che vuole l’integrazione come un fardello e un qualcosa di controproducente. Il dipartimento per le politiche regionali della Commissione (DG Regio) produce un’analisi dell’orientamento di voto che vede nelle condizioni locali più svantaggiate premiare le forze contrarie all’Unione europea.

Il voto euroscettico è legato alla cosiddetta ‘trappola dello sviluppo regionale‘” rileva la pubblicazione. Si tratta di quella situazione per cui una regione non è in grado di mantenere il proprio dinamismo economico in termini di reddito, produttività e occupazione. In altri termini, se non c’è o non si percepisce un miglioramento delle condizioni economiche e di vita, e subentra un senso di abbandono da parte di autorità e istituzioni, si tende a premiare quelle forze alternative che però hanno tutt’altra visione dell’Europa.

Considerando che “precedenti ricerche hanno dimostrato che gli investimenti della politica di coesione tendono a ridurre il voto euroscettico“, la linea da seguire risulta quella di proseguire nell’attuazione tempestiva ed efficiente di tutto quello che le politiche di coesione permettono di fare (tutela dell’ambiente, creazione di posti di lavoro, formazione, mobilità, città intelligenti, sviluppo turistico).

In questa rinnovata esigenza, con le elezioni europee sempre più vicine, “garantire che i residenti locali abbiano voce in capitolo nei programmi della politica di coesione attraverso un forte coinvolgimento locale, come promosso dal principio di partenariato, può ridurre la sensazione dei residenti che la loro voce non conti”. Così facendo, continua l’analisi della Dg Regio, la governance multi-livello può anche garantire che le priorità locali “siano ascoltate nelle strategie di sviluppo regionale”.

Elisa Ferreira, commissaria per la Coesione, non ha dubbi. La pubblicazione “sottolinea il ruolo chiave della coesione per democrazie sane”. Certo, riconosce, servono “adeguate politiche basate sul territorio per aiutare le regioni a sfuggire al declino economico”. Anche perché, viene sottolineato nel documento, il legame tra stagnazione economica e voto euroscettico non è limitato a un solo ciclo elettorale. Per cui se la ‘trappola dello sviluppo’ non viene affrontata, il disimpegno e il malcontento rendono i cittadini meno propensi a sostenere l’integrazione e i valori europei.

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