Dalla CEE all’UE, le politiche per la coesione attraverso il processo d’integrazione

Bruxelles – Sviluppo delle regioni, una storia lunga 65 anni. E’ il 1957 quando viene istituito il Fondo sociale europeo, il primo fondo di coesione della storia dell’Ue. E’ previsto dal trattato di Roma del 1957, che trasforma la Ceca in Cee. E’ un primo tassello di un orientamento che cambia nel 1971, con la riforma del Fondo entrata in vigore l’1 maggio 1972. Per la prima si parla in modo esplicito di “regioni”. Per l’Italia tutto questo si trasforma in risorse per il “Mezzogiorno”, espressione che fa la sua comparsa nei rapporti e nella tabelle degli organismi comunitari. Sulla scia del primo allargamento del 1973 e il passaggio da 6 a 9 Stati, nel 1975 viene istituito il fondo europeo per lo sviluppo delle regioni. La politica europea inizia a intervenire nei territori con una nuova attenzione. Dalla fine degli anni Settanta i fondi CEE iniziano ad essere integrati all’interno di programmi mirati e pluriennali.

Ma è nel 1988, con la comunità ormai a 12 Stati, che si compie la grande rivoluzione. Con l’entrata in vigore dell’Atto unico europeo diventa operativa la “coesione economica e sociale”. Una spinta figlia della necessità di completare il mercato unico europeo, di cui si avverte l’esigenza soprattutto dopo le crisi energetiche degli anni Settanta. E’ in questo momento che si creano dei fondi strutturali per lo sviluppo dei Paesi, da usare sulla base delle necessità delle aree geografiche e degli obiettivi, nazionali e comuni.

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