Politiche settoriali
Il punto di partenza
Il settore spaziale mondiale è all’avanguardia nell’innovazione tecnologica e contribuisce ai progressi più avanzati, alla resilienza e alla sicurezza delle società moderne, sia direttamente che attraverso le ricadute. I servizi e dati satellitari, nonché le loro applicazioni sono fattori chiave e costituiscono una parte fondamentale dell’infrastruttura moderna, ad esempio nei settori:
- Trasporti. Il posizionamento, la navigazione e la temporizzazione (PNT) sono necessari per tutti i settori dei trasporti, compresi i trasporti smart. Altre applicazioni basate sullo spazio sono utilizzate nei sistemi di mobilità autonoma e per il monitoraggio delle infrastrutture.
- Comunicazione. La disponibilità onnipresente di comunicazioni satellitari è stata per anni un pilastro delle trasmissioni televisive e del broadcasting. Oggi, le nuove costellazioni in bassa orbita terrestre (LEO) stanno fornendo comunicazioni a banda larga ovunque: in luoghi remoti, su aerei, navi e veicoli terrestri.
- Ambiente, agricoltura e risposta ai disastri naturali. L’osservazione della Terra è fondamentale per la comprensione della geologia terrestre, per la mappatura e la comprensione dei cambiamenti climatici e delle condizioni meteorologiche. Gli strumenti di osservazione della Terra sono tra i maggiori produttori di dati digitali, utilizzati per costruire modelli che consentono il monitoraggio diurno e notturno delle risorse terrestri e marine, della qualità dell’aria, dell’inquinamento e della gestione delle crisi naturali. Con l’avvento del supercalcolo e dell’IA, questi modelli sono stati sempre più utilizzati per prevedere l’evoluzione dell’ambiente e il suo effetto su infrastrutture, agricoltura, allevamento e pesca.
- I satelliti per l’energia raccolgono dati (sulla temperatura dell’acqua, le onde, i flussi di marea e la velocità del vento) che vengono utilizzati per mappare, localizzare e far funzionare le infrastrutture per la produzione di energia rinnovabile offshore, compresi gli impianti eolici o solari fotovoltaici galleggianti. Dati meteorologici accurati contribuiscono a migliorare la produzione di energia e ad affrontare le fluttuazioni dell’elettricità (sia nella domanda che nell’offerta).
- Mercati finanziari. I tempi dei Sistemi di posizionamento globale (GPS) sono utilizzati sui mercati finanziari mondiali.
- Sicurezza e difesa. Questi settori, che hanno dato impulso ad alcune delle applicazioni sopra descritte, dipendono fortemente dai satelliti e dai relativi strumenti per identificare le minacce terrestri e aeree, verificare la situazione a terra, garantire le comunicazioni tra tutte le piattaforme in territorio ostile, intercettare e interrompere le comunicazioni. Le applicazioni civili e di sicurezza sopra descritte hanno sollevato l’attenzione sulla necessità di proteggere le risorse spaziali da minacce ostili o accidentali.
Oltre ai benefici diretti sopra elencati, le attività spaziali hanno diverse ricadute sulla società: economiche (compreso lo sfruttamento di dati e servizi); tecnologiche (dai pannelli solari ai protocolli di comunicazione più efficienti); industriali (aumento della qualità dei prodotti data la necessità di un funzionamento ininterrotto dei sistemi spaziali); robotica e operazioni a distanza; pianificazione di operazioni complesse.
Il valore dell’economia spaziale è notevole ed è destinato a crescere in modo significativo con l’adozione e l’implementazione di soluzioni spaziali in un numero sempre maggiore di settori dell’economia in generale. Il valore dell’economia spaziale globale nel 2023 era di 630 miliardi di dollari e le stime per il futuro indicano che potrebbe raggiungere i 1.800 miliardi di dollari entro il 2035, con una crescita media del 9% annuo [i]. Tenendo conto dell’economia in senso lato, in cui lo spazio svolge un ruolo abilitante fondamentale per altre industrie di base – in termini di creazione di nuovi mercati e di generazione di valore aggiunto – il valore stimato del settore è già di oltre 3.000 miliardi di dollari [ii]. La crescita futura deriverà soprattutto dallo sfruttamento dei dati abilitati dallo spazio, ma anche dallo sviluppo di segmenti industriali completamente nuovi basati sullo spazio in settori come quello farmaceutico (per la ricerca e lo sviluppo di farmaci), la produzione di semiconduttori e le biotecnologie (con la stampa 3D). Tuttavia, per beneficiare della crescita di tutti questi segmenti, le risorse spaziali più tradizionali (ad esempio, l’accesso allo spazio) rimangono fattori strategici essenziali [si veda il Box sui lanciatori]. Oltre alle grandi potenze spaziali (come Stati Uniti, Europa, Cina e Giappone), gli investimenti totali nel settore spaziale nel resto del mondo hanno registrato una crescita impressionante, con un aumento da 163 milioni di euro nel 2020 a 566 milioni di euro nel 2023 (prevalentemente provenienti da Canada, India, Israele e Australia) [iii].
L’industria spaziale sta subendo un profondo cambiamento strutturale, con una maggiore partecipazione delle aziende private e una rapida crescita delle start-up innovative. Il termine “New Space” indica l’industria spaziale privata emergente (start-up comprese) caratterizzata da un modello di business innovativo e da nuove tendenze tecnologiche, da un’innovazione dirompente, da cicli di vita più brevi nella consegna e da una maggiore assunzione di rischi. Il New Space sta trasformando radicalmente l’industria spaziale, che si sta orientando verso nuovi schemi di finanziamento (finanziamenti privati), l’apertura al rischio, la consegna rapida di prodotti e servizi e la riduzione dei costi. Lo smantellamento della Stazione Spaziale Internazionale (ISS), previsto per il 2031, è uno degli eventi che dovrebbero innescare un’accelerazione nello sviluppo di nuove capacità spaziali commerciali e nazionali. In futuro, i grandi progetti spaziali non si baseranno solo su partenariati tra più Paesi, ma si prevede che saranno guidati anche da partenariati pubblico-privati, gruppi più piccoli di Paesi, domanda e soluzioni commerciali. A differenza del passato, le capacità tecnologiche avanzate saranno fornite da aziende e piattaforme private. In questo modo si creerà un mercato in cui i servizi saranno disponibili sia per i clienti pubblici che per quelli privati.
L’UE ha sviluppato risorse e capacità strategiche per lo spazio di prim’ordine, con competenze tecniche pari a quelle di altre potenze spaziali nella maggior parte degli ambiti. L’UE è una potenza spaziale con notevoli capacità e know-how industriali, in particolare per quanto riguarda l’assemblaggio e l’integrazione dei sistemi (cioè le ultime fasi della catena del valore). L’UE finanzia, possiede e gestisce infrastrutture spaziali critiche, una caratteristica unica nel settore spaziale per il ruolo svolto dall’UE. Più di 250.000 posti di lavoro altamente qualificati sono direttamente sostenuti dal Programma spaziale dell’UE, con un valore aggiunto stimato tra i 46 e i 54 miliardi di euro. Il settore spaziale dell’UE padroneggia tecnologie spaziali all’avanguardia, promuovendo l’innovazione in settori quali quello dei materiali e delle comunicazioni satellitari. Le aziende europee sono leader nella produzione di satelliti producendone di alta qualità per vari scopi, contribuendo al posizionamento dell’UE nel mercato satellitare mondiale.
- Nel campo della navigazione satellitare, Galileo fornisce le informazioni di posizionamento e temporizzazione più accurate e sicure, anche per le applicazioni militari, a partire dal 2024. Il Servizio di alta precisione di Galileo è molto più preciso di qualsiasi altro Sistema globale di navigazione via satellite (GNSS), compreso il GPS statunitense o il Beidou cinese. Alcuni dati a illustrazione: il 10% del PIL dell’UE è supportato dalla navigazione satellitare; circa quattro miliardi di smartphone e più di 900 modelli di telefoni e tablet sono supportati da Galileo; il 69% dei nuovi macchinari agricoli è supportato da Galileo.
- Nell’ambito dell’Osservazione della Terra, Copernicus offre i dati di Osservazione della Terra più completi al mondo, inclusi quelli per il monitoraggio ambientale, la gestione dei disastri, il monitoraggio dei cambiamenti climatici e la sicurezza. Il mercato dell’Osservazione della Terra è guidato dagli Stati Uniti e dall’Europa, con quote di mercato rispettivamente del 42% e del 41%.
- Nel campo delle comunicazioni sicure, a partire dal 2027, la costellazione IRIS² (Infrastructure for Resilience, Interconnectivity and Security by Satellite) offrirà comunicazioni satellitari altamente resilienti a sostegno di applicazioni governative, tra cui la sorveglianza (come la sorveglianza delle frontiere), la gestione delle crisi (come gli aiuti umanitari) e il collegamento e la protezione di infrastrutture chiave (ad esempio, comunicazioni sicure per le ambasciate dell’UE).
Nel complesso, l’industria spaziale europea è rimasta competitiva negli ultimi decenni. Questo dato è degno di nota, soprattutto se si considera che la quota di finanziamenti pubblici (ovvero il mercato istituzionale a cui hanno avuto accesso le aziende spaziali europee) è stata notevolmente inferiore rispetto a quella dei principali concorrenti. L’industria spaziale dell’UE contribuisce in maniera netta alla bilancia commerciale europea, esportando a livello globale sistemi satellitari completi, servizi di lancio, attrezzature e sottosistemi [iv]. L’ecosistema del New Space è in piena espansione anche nell’UE, con oltre 800 aziende spaziali create nell’ultimo decennio, alcune delle quali sono le più innovative a livello mondiale [nota 1]. In termini globali, l’UE è la seconda regione che attrae il maggior numero di investimenti in nuove iniziative spaziali, ma gli Stati Uniti sono di gran lunga in testa con una crescita significativa negli ultimi tre anni.
NOTA 1. Aziende come ICEYE (Osservazione della Terra/rilevamento remoto), The Exploration Company (trasporto spaziale) o D-Orbit (servizi e logistica in orbita) si sono affermate come leader del mercato globale, anche se hanno dovuto ricorrere principalmente a capitali extra-UE per finanziare la propria crescita.
Tuttavia, l’UE ha probabilmente perso terreno nelle attività spaziali e un ulteriore ritardo potrebbe tradursi rapidamente in una maggiore dipendenza strategica. L’Europa rappresenta circa il 12% (5,6 miliardi di euro) del valore del mercato globale a monte e il 23% (83 miliardi di euro) del mercato a valle [v]. Il mercato interno dell’UE è relativamente grande, seppur frammentato, e rappresenta il mercato principale dell’industria spaziale europea. L’UE ha perso la sua posizione di leader sul mercato dei lanciatori commerciali (Ariane 4-5) e dei satelliti geostazionari. Di conseguenza, ha dovuto affidarsi temporaneamente ai razzi di Space X statunitensi per lanciare i satelliti del suo programma strategico Galileo [si veda Box a seguire]. Allo stesso modo, il successo di Starlink sta sconvolgendo gli operatori e i produttori di telecomunicazioni europei. Oggi, pur mantenendo la competitività tecnica nei segmenti spaziali dell’Osservazione della Terra, della navigazione e dell’esplorazione, l’UE è in ritardo rispetto agli Stati Uniti per quanto riguarda la propulsione dei razzi, le mega-costellazioni per le telecomunicazioni e i ricevitori e le applicazioni satellitari (un mercato molto più ampio degli altri segmenti spaziali). L’UE è inoltre altamente dipendente dalle importazioni di componenti elettronici di fascia alta (semiconduttori) e di rilevatori.
Di fatto, le vendite commerciali e di esportazione dell’UE hanno subito una flessione negli ultimi anni. Mentre sono aumentate le vendite agli enti pubblici europei (ad eccezione del 2020), le vendite commerciali e quelle per l’esportazione hanno registrato un calo progressivo a partire dal 2017, con il livello del 2022 vicino ai valori del 2009 [cfr. Figura 1]. Gli ultimi anni sono stati caratterizzati da gravi interruzioni delle catene di approvvigionamento, causate sia dalla pandemia del COVID-19 che dalla guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina. Le vendite finali sono diminuite da 8,6 miliardi di euro (2021) a 8,3 miliardi di euro (2022), con le principali perdite nei sistemi di lancio e nei sistemi di applicazione satellitare. La redditività del settore spaziale europeo è in rapida diminuzione.
Box 1. La crisi dei lanciatori europei
L’accesso autonomo allo spazio è un prerequisito per l’autonomia strategica dell’UE. Allo stesso tempo, i sistemi di lancio europei devono affrontare sfide strategiche fondamentali.
I sistemi di lancio europei hanno permesso la diffusione e il rifornimento delle costellazioni di satelliti di proprietà dell’UE, Copernicus e Galileo (e presto IRIS²), che contribuiscono alla resilienza e alla sicurezza dell’UE e dei suoi Stati membri.
Lo sviluppo europeo e la gestione dei servizi di lancio sono stati eseguiti in un contesto intergovernativo, nell’ambito dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA). Gli Stati membri dell’ESA hanno finanziato lo sviluppo dei lanciatori Ariane e Vega fin dagli anni Settanta. La governance dei lanciatori europei è in crisi dal 2022, dopo la cessazione delle operazioni di Ariane 5, la fine dei lanci del Soyuz russo, la messa a terra di Vega C, i ritardi nello sviluppo di Ariane 6 e l’incertezza sulla loro competitività.
Diverse start-up dell’UE finanziate privatamente stanno cercando di sviluppare nuove soluzioni di trasporto spaziale, anche alla luce della temporanea indisponibilità di Ariane e Vega. L’Europa ha tuttavia storicamente avuto una domanda istituzionale limitata di sistemi di lancio, rappresentando solo una piccola parte del mercato globale (circa l’1%). Questo fa sì che le aziende europee di servizi di lancio dipendano fortemente da mercati grandi e accessibili per poter crescere e svilupparsi. Allo stesso tempo, il mercato commerciale aperto è molto ristretto: i mercati degli Stati Uniti e della Cina sono dominati da operatori nazionali, spesso protetti dalla legislazione, mentre quello europeo rimane relativamente aperto [nota 2].
I concorrenti commerciali dell’UE, principalmente statunitensi e cinesi, hanno sviluppato nuove capacità che non sono accessibili all’Europa (ad esempio, lanciatori micro e superpesanti, riutilizzabilità, nuova propulsione, ecc.). Di conseguenza, propongono prezzi interessanti per i servizi di lancio sul mercato commerciale. La comparsa sul mercato di lanciatori riutilizzabili ha cambiato la situazione. La riutilizzabilità consente alla statunitense Space X (con i suoi lanciatori Falcon che hanno una cadenza di lancio molto elevata) di soddisfare le proprie esigenze (40%), quelle istituzionali degli Stati Uniti (oltre il 30%) e quelle commerciali. L’accesso a un elevato volume di contratti governativi e un modello a integrazione verticale si traducono in elevate capacità e consentono a Space X di offrire servizi di lancio a costi molto bassi sul mercato commerciale. In Cina, il primo stadio di Long March 8 dovrebbe raggiungere la riutilizzabilità per dieci volte entro il 2025. A luglio 2023, un’azienda privata cinese ha lanciato il primo lanciatore (ZQ-2) alimentato da un motore a metano-ossigeno liquido.
I programmi di lancio e di trasporto spaziale guidati dall’ESA e dai suoi Paesi membri non sono riusciti a reagire a questa evoluzione tecnologica globale, per via di un processo decisionale complesso, una struttura di governance caratterizzata dal principio del “ritorno geografico” e l’assenza di un approccio preferenziale europeo.
In risposta a questa situazione la Commissione europea, in quanto maggiore cliente istituzionale in Europa, sta esaminando diverse opzioni per rimodellare il modello di governance dei lanciatori. Come primo passo, nel 2023 la Commissione e l’ESA hanno presentato l’iniziativa Flight Ticket. L’iniziativa rappresenta un cambiamento radicale nella politica dei lanciatori, basato su un approccio orientato ai servizi, una maggiore concorrenza e una preferenza per le soluzioni europee. L’iniziativa mira a creare un pool di cinque fornitori di servizi di lancio, tra cui quattro nuovi operatori commerciali. Questi fornitori dovrebbero essere pronti a offrire servizi di lancio nel periodo 2024-2026 per le esigenze della Commissione e dell’ESA, che fungeranno da clienti di riferimento.
Dato che il mercato dei lanci accessibili è molto limitato, in ultima analisi, per avere successo ed essere competitive a livello globale, le aziende europee dovrebbero poter contare su una domanda di lancio istituzionale europea completa e avere accesso a lanci multipli. Se, da un lato, l’Iniziativa Flight Ticket mira ad aumentare una sana concorrenza, sviluppando nuove capacità ed efficienze, dall’altro comporta il rischio di creare inutili divisioni tra i programmi e le aziende spaziali nazionali degli Stati membri, frammentando ulteriormente la base industriale dell’UE.
NOTA 2. Il 70% del mercato dei lanci di satelliti è conquistato dalle istituzioni spaziali dei Paesi (ad esempio negli Stati Uniti, in Cina e in Russia) o da aziende che sviluppano sia satelliti che lanciatori. Quasi il 20% del totale delle missioni è già stato appaltato (a veicoli di lancio nazionali di governi extra-UE), lasciando solo il 10% libero per i fornitori di lancio europei nel periodo 2023-2032.
Le cause del divario competitivo dell’UE
→ Riduzione dei finanziamenti pubblici per la politica spaziale
Gli investimenti pubblici svolgono un ruolo fondamentale per lo sviluppo dell’industria spaziale. Il settore spaziale è sostenuto da investimenti pubblici per le infrastrutture necessarie, la creazione e il sostegno di programmi spaziali ambiziosi che creano mercati e consentono lo sviluppo e la crescita di aziende spaziali private. La base industriale dell’UE risente di quarant’anni di investimenti, che in media sono stati tra il 15% e il 20% di quelli degli Stati Uniti. Questo ha creato uno squilibrio con i nostri principali concorrenti in termini di capacità industriale e di forza lavoro specializzata.
I finanziamenti pubblici dell’UE per le attività spaziali sono in ritardo rispetto a quelli dei suoi concorrenti, con una spesa pubblica dominata dagli Stati Uniti e in rapidissima crescita in Cina. Dopo la Seconda guerra mondiale, l’Europa ha riconosciuto il valore strategico della tecnologia spaziale e, seguendo l’approccio degli Stati Uniti con la NASA, ha sviluppato progetti di R&S congiunti per mettere in comune le risorse nazionali e comunitarie. Sebbene questo approccio abbia permesso all’UE di colmare rapidamente le proprie lacune in termini di competenze e di sviluppare un’industria europea con capacità chiave, non è stato però all’altezza degli appalti militari su larga scala del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, né di quelli del governo russo o, più recentemente, di quello cinese. Nel 2023, la spesa pubblica per lo spazio nell’UE e nei suoi Stati membri è ammontata a circa 13 miliardi di dollari, rispetto ai 73 miliardi di dollari degli Stati Uniti, vale a dire una cifra cinque volte maggiore. Le proiezioni di bilancio indicano che la spesa spaziale del governo statunitense continuerà ad aumentare, mentre si prevede una stagnazione dei finanziamenti europei. Si prevede che la Cina supererà l’Europa nei prossimi anni, raggiungendo una spesa di 20 miliardi di dollari entro il 2030.
I grandi programmi spaziali civili e di difesa di Stati Uniti e Cina consentono la crescita e il progresso tecnologico delle rispettive basi industriali nazionali. Gli Stati Uniti rimangono leader incontrastato nello spazio, sia per i programmi civili come l’esplorazione spaziale, l’Osservazione della Terra e il volo umano nello spazio, sia per la difesa, con capacità leader in tutto lo spettro. Nel 2022, le applicazioni per la difesa hanno rappresentato circa il 60% della spesa spaziale negli Stati Uniti (37 miliardi di dollari). La spesa spaziale totale della Cina nel 2023 è stata stimata in quasi 14 miliardi di dollari, di cui il 62% rappresentato dal bilancio spaziale civile e il restante 38% dalla difesa. Il programma spaziale civile cinese è vasto e completo, con una notevole capacità industriale e un notevole know-how tecnologico in tutti i principali settori di applicazione dei satelliti. Rispetto a Stati Uniti ed Europa, l’industria spaziale cinese può contare su costi inferiori per il capitale e il lavoro. Le maggiori spese istituzionali per lo spazio negli Stati Uniti e in Cina generano un mercato più ampio per le aziende nazionali, che in genere applicano approcci di preferenza nazionale nell’approvvigionamento e nell’acquisto di servizi e soluzioni spaziali. L’Europa rappresenta solo il 10% di tutti i circa 6.500 satelliti istituzionali (civili e di difesa) che si prevede verranno lanciati nel mondo dal 2023 al 2032.
→ Mancanza di coordinamento
La mancanza di coordinamento tra gli investimenti degli Stati membri dell’UE nel settore spaziale ostacola l’aggregazione della domanda e la “spesa di riferimento”. L’idea che le missioni spaziali istituzionali servano da punto di riferimento per i clienti delle tecnologie critiche nazionali è una strategia ampiamente utilizzata dagli Stati Uniti e dalla Cina. Esigono, in base alle normative e ai requisiti di missione, l’uso di tecnologie strategiche critiche nazionali (dal livello di sistema a quello di componente) per garantire alle loro aziende elevati volumi di domanda (guidati dalle missioni istituzionali) e per contribuire alla loro maturazione tecnologica. Un approccio simile non è stato adottato nell’UE e nei suoi Stati membri, dove la selezione delle tecnologie è essenzialmente guidata dalle prestazioni, dai costi e dai tempi di realizzazione. Nel corso del tempo, tuttavia, ciò ha portato all’erosione delle catene di approvvigionamento dell’UE per le soluzioni inizialmente sviluppate grazie agli investimenti di R&S dell’UE, a causa dei volumi e della domanda insufficienti. Ha impedito ai prodotti spaziali dell’UE di raggiungere il necessario inserimento nel mercato e/o di mantenere un livello sufficiente di competitività dimostrando livelli di prestazioni simili o superiori quando in competizione con prodotti provenienti da Paesi terzi. In effetti, molti investimenti europei effettuati a livello di Stati membri non sono coordinati e non contribuiscono all’aggregazione della domanda e alla “spesa di riferimento” all’interno del Mercato unico. Come descritto in precedenza, la presenza di molteplici attori istituzionali del settore spaziale che attuano progetti di approvvigionamento e di R&S basati su una logica nazionale aggiunge complessità alla natura già frammentata delle filiere spaziali.
→ Investimenti insufficienti in R&S
Gli investimenti pubblici in R&S spaziale nell’UE non raggiungono il livello di ambizione richiesto. L’Europa è sede di istituti di ricerca e università leader a livello mondiale, con un elevato impatto sulla ricerca e sul progresso scientifico nello spazio. Complessivamente, gli investimenti in Europa da parte dell’UE, dell’ESA e dei principali Paesi europei nel settore spaziale (Germania, Spagna, Francia, Italia e Regno Unito) ammontano in media a 2,8 miliardi di euro annui tra il 2020 e il 2023. Allo stesso tempo, gli investimenti negli Stati Uniti e in Cina hanno raggiunto rispettivamente 7,3 e 2,3 miliardi di euro. Urge aumentare gli investimenti pubblici a sostegno della R&I nel settore spaziale. L’aumento degli investimenti non solo rafforzerebbe la competitività del settore spaziale dell’UE in generale, ma favorirebbe anche lo sviluppo di future capacità strategiche, come le operazioni e i servizi spaziali (ad esempio, assistenza ai veicoli spaziali, assemblaggio, produzione e trasporto nello spazio) e le tecnologie quantistiche. Oltre all’aumento degli investimenti, manca anche una strategia globale per la R&I spaziale, volta a stabilire una visione comune e a garantire la leadership tecnologica dell’UE.
→ Accesso limitato ai finanziamenti
La capacità di crescita delle imprese spaziali dell’UE è ostacolata da un accesso limitato ai finanziamenti e ai contratti pubblici. L’ecosistema privato spaziale europeo è caratterizzato da numerose start-up dinamiche che generano innovazione. Il settore spaziale è ad alta tecnologia e ad alta intensità di capitale, con cicli di investimento lunghi e, quindi, ad alto rischio. Le imprese europee non sono in grado di scalare le proprie attività soprattutto a causa del limitato accesso ai finanziamenti. Di conseguenza, sono costrette a rivolgersi a mercati extra-UE per il finanziamento della crescita, spesso perdendo la proprietà dell’UE. Vengono acquistate anche da grandi aziende extra-UE, che acquisiscono tecnologie e know-how inizialmente sviluppati nell’UE. Una delle sfide principali è la difficoltà per le start-up del nuovo spazio di ottenere finanziamenti privati in fase avanzata (Serie B, C e D) all’interno dell’UE. L’accesso ai prestiti si rivela difficile anche a causa dell’avversione al rischio dei principali attori istituzionali, come il Gruppo Banca europea per gli Investimenti (BEI), e del ruolo ancora limitato delle banche commerciali nel fornire finanziamenti alle imprese spaziali. La scarsità di finanziamenti durante le fasi critiche di crescita ostacola la capacità del settore del nuovo spazio europeo di crescere e innovare efficacemente. Inoltre, l’accesso limitato agli appalti pubblici limita la capacità delle imprese del nuovo spazio di assicurarsi flussi di reddito a lungo termine e di acquisire credibilità sul mercato. Nel 2023, gli investimenti privati statunitensi nel settore spaziale ammonteranno a circa 4 miliardi di euro, rispetto a 1 miliardo di euro in Europa. Si stima un divario di investimenti privati in Europa pari a 10 miliardi di euro nei prossimi cinque anni. Rispetto agli anni precedenti, a partire dal 2023 gli investimenti privati nell’economia spaziale hanno iniziato a essere più selettivi e mirati, riducendo l’accesso ai finanziamenti per molti attori emergenti.
→ Un modello di governance complesso e frammentato
La governance europea del settore è caratterizzata dalla coesistenza di molteplici attori istituzionali a livello nazionale ed europeo, i quali amplificano la frammentazione della base industriale spaziale dell’UE. Questa governance è il risultato di sviluppi storici e istituzionali che hanno avuto luogo nei decenni passati [si veda l’apposito Box sottostante]. In particolare, l’ESA – la principale istituzione pubblica europea nel settore spaziale – opera in base al principio del “ritorno geografico”, ovvero investe in ciascuno dei Paesi membri un importo più o meno equivalente al contributo finanziario del Paese all’agenzia attraverso contratti industriali per programmi spaziali. I programmi finanziati dall’UE e gestiti dall’ESA non rientrano nel principio del ritorno geografico. Seguono le norme finanziarie e sugli appalti dell’UE, basate sulla concorrenza aperta e sull’eccellenza. Negli ultimi decenni, il principio del ritorno geografico ha permesso di impegnare bilanci nazionali significativi in programmi spaziali comuni. Ha inoltre permesso di aumentare le capacità dei Paesi membri nello sviluppo di tecnologie spaziali e ha consentito alle loro industrie di impegnarsi in diversi settori della tecnologia spaziale e nelle catene del valore. Questa politica è tuttavia sempre più obsoleta.
Il principio del ritorno geografico dell’ESA amplifica la frammentazione della base industriale spaziale dell’UE. Nel contesto di un’accresciuta concorrenza globale nel settore spaziale e di un ambiente geopolitico in evoluzione, il principio del ritorno geografico si è rivelato inefficace e persino controproducente (soprattutto in segmenti chiave, come lanciatori e telecomunicazioni spaziali). Questa politica è fonte di inefficienza economica e danneggia la competitività dell’industria spaziale europea a causa di una serie di fattori, tra cui:
- La formazione di reti industriali complesse e la frammentazione artificiale delle catene di approvvigionamento indotta dall’obbligo di approvvigionarsi da specifici Paesi membri.
- L’inutile duplicazione di capacità in mercati relativamente piccoli.
- Uno squilibrio tra gli attori industriali più competitivi e l’effettiva allocazione delle risorse (determinata dalla ripartizione geografica).
- Vincoli legati alla scelta dei fornitori e all’impossibilità di cambiare questi ultimi in caso di prestazioni insufficienti, con un impatto sulle tempistiche e sui costi del progetto.
Il principio del ritorno geografico diventa particolarmente inadeguato alla luce della rapida crescita e dello sviluppo di nuovi attori spaziali, di una rapida corsa globale allo spazio e dell’emergere di potenti attori privati globali nel settore spaziale, che non seguono alcuna logica geografica non commerciale all’interno di un Mercato unico.
Box 2. La governance e il finanziamento dei programmi spaziali dell’UE
Secondo una prospettiva molto semplificata, la NASA negli Stati Uniti possiede le conoscenze tecniche e le strutture disponibili per l’industria spaziale statunitense. Sviluppa e gestisce programmi prevalentemente civili, mentre la Space Force unifica le attività spaziali delle forze armate. La Defence Advanced Research Projects Agency (DARPA) e altri organismi hanno ruoli specifici, ma è giusto dire che la NASA e la Space Force sono i due principali bracci del governo statunitense per le questioni spaziali. Gestiscono la maggior parte dei circa 50 miliardi di dollari all’anno spesi per lo spazio, con la Vicepresidenza degli Stati Uniti responsabile della politica in materia nel National Space Council della Casa Bianca.
L’assetto istituzionale della politica spaziale in Europa è più complesso e frammentato rispetto agli Stati Uniti, soprattutto per ragioni storiche e per le specificità dell’UE. L’istituzione dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), in quanto organizzazione intergovernativa, risale agli anni Settanta. L’UE ha acquisito competenze in materia di politica spaziale molto più tardi, in particolare con il Trattato di Lisbona, dove si è sancito che lo spazio è una competenza condivisa dall’UE e dai suoi Stati membri. Questi sviluppi si riflettono nelle attuali strutture di governance e di finanziamento a livello europeo e nazionale.
La Commissione europea è il responsabile generale per il Programma spaziale dell’UE e per IRIS2. Essa guida la progettazione e l’evoluzione delle attività spaziali nei settori dell’Osservazione della Terra, navigazione satellitare, connettività ed R&I spaziale. Il programma spaziale dell’UE è finanziato in modo continuativo dal Quadro finanziario pluriennale (QFP) dell’UE, che stanzia un budget di 14,9 miliardi di euro per la politica spaziale per il periodo 2021-2027.
La Commissione attua il Programma spaziale dell’UE anche attraverso l’Agenzia dell’Unione europea per il programma spaziale (EUSPA). Istituita nel 2021, l’EUSPA è stata inizialmente concepita come agenzia responsabile delle operazioni di alcune delle iniziative spaziali di punta dell’UE. Le sue principali responsabilità si sono evolute e ora comprendono: i) l’attuazione e il monitoraggio della sicurezza del Programma spaziale dell’UE, agendo come autorità di accreditamento della sicurezza per tutte le risorse spaziali dell’UE; ii) la promozione dello sfruttamento dei dati e dei servizi offerti da Galileo, EGNOS, Copernicus e GOVSATCOM in tutti i domini; iii) la fornitura di servizi di front-desk per il sistema di Sorveglianza dello spazio e tracciamento dell’UE; iv) l’offerta di servizi di posizionamento, navigazione e temporizzazione e di comunicazioni satellitari.
L’ESA è un’organizzazione intergovernativa (un’istituzione extra-UE) con 22 Paesi membri, di cui tre extra-UE: Regno Unito, Norvegia e Svizzera. Il Consiglio direttivo dell’ESA è composto dagli organismi nazionali responsabili dello spazio nei Paesi membri. L’ESA gestisce programmi spaziali finanziati dai Paesi membri ed è incaricata dello sviluppo, della diffusione e dell’evoluzione tecnica di una serie di sistemi, tra cui Galileo, Copernicus ed EGNOS. È l’organizzazione a livello europeo con le maggiori capacità tecniche in materia di progetti spaziali. Il suo bilancio per il periodo 2022-2025 ammonta a 16,9 miliardi di euro e l’agenzia opera in gran parte secondo il principio del ritorno geografico [nota 3].
Infine, gli stessi Stati membri dell’UE hanno sviluppato nel corso degli anni le proprie agenzie spaziali nazionali, finanziate dai bilanci nazionali. Ad esempio, il Centre National d’Etudes Spatiales (CNES), la Deutsche Luft und Raumfahrt (DLR) e l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) hanno tutti centri, personale e programmi spaziali nazionali di rilievo. Sebbene l’ESA svolga un ruolo di coordinamento e i Paesi membri destinino ad essa una quota significativa del proprio bilancio spaziale, manca tuttavia una cooperazione strategica e politica tra gli Stati membri dell’UE in materia di politica spaziale.
Complessivamente, il finanziamento istituzionale europeo dei programmi spaziali non solo è appena il 20% di quello statunitense, ma è anche molto frammentato.
NOTA 3. Nel 2024, l’ESA ha un budget pari a 7,8 miliardi di euro, di cui 5 miliardi di euro provengono dal contributo dei Paesi membri ai programmi dell’ESA, 1,8 miliardi di euro dall’Unione europea e 1 miliardo di euro da altri accordi di cooperazione.
L’UE non dispone di un quadro giuridico unificato per il settore spaziale. Al momento, nell’UE non esiste un’unica legge spaziale, ma molteplici ed eterogenee legislazioni nazionali in materia, che si evolvono seguendo velocità diverse e impediscono all’UE di sfruttare i vantaggi di un Mercato unico per gli operatori commerciali. La Commissione intende proporre una Normativa dell’UE in materia di spazio, che istituirebbe un quadro giuridico coerente, garantirebbe la certezza del diritto per gli operatori del mercato spaziale e creerebbe condizioni di parità nel settore. La legislazione prevederebbe norme e regole comuni dell’UE in materia di sicurezza, resilienza e sostenibilità delle attività e delle operazioni spaziali.
→ Coordinamento limitato tra spazio e difesa
Il coordinamento e le sinergie tra le attività spaziali e militari non sono pienamente sfruttati nell’UE. Le risorse spaziali sono fondamentali per le operazioni militari (anche per la sorveglianza e l’intelligence) oltre che per la sovranità dell’Europa. Sebbene tutti gli Stati membri dell’UE riconoscano lo spazio come dominio strategico, il senso di urgenza e le strategie di protezione delle risorse spaziali variano. Solo di recente, con l’adozione della Strategia spaziale dell’UE per la sicurezza e la difesa (marzo 2023), l’UE ha iniziato a sviluppare sinergie tra spazio e difesa per: (i) sfruttare l’uso dello spazio a sostegno delle operazioni di sicurezza e difesa (anche nel campo della sorveglianza); e (ii) migliorare il livello di protezione delle risorse spaziali. Gli Stati Uniti hanno istituito una Space Force nel 2018, segnalando una visione trasformativa dello spazio come dominio bellico. Ciò ha comportato il passaggio dal considerare lo spazio come una funzione di supporto al riconoscerlo come una dimensione distinta e di primo piano nelle future operazioni militari. L’interesse della Cina per la difesa spaziale è emerso da un cambiamento dottrinale nel 2015, che ha riconosciuto lo spazio come un’arena strategica chiave. La creazione della Forza di supporto strategico dell’Esercito Popolare di Liberazione nel 2016 e il possesso di tecnologie dirompenti da parte della Cina sottolineano le sue capacità in questo settore.
→ Dipendenza internazionale
Le attività e i programmi spaziali europei si scontrano con le barriere commerciali e la dipendenza strategica dai produttori stranieri. I programmi spaziali europei spesso dipendono fortemente da tecnologie e fornitori critici extra-UE [nota 4], il che influisce sulla sicurezza economica e sulla sovranità dell’UE stessa, nonché sulla posizione competitiva dell’industria spaziale europea. La dipendenza da fornitori extra-UE introduce potenziali vulnerabilità geopolitiche, indebolisce la resilienza delle catene di approvvigionamento spaziale e compromette la continuità dei programmi spaziali di fronte all’evoluzione delle dinamiche globali. La situazione è aggravata dall’imposizione di severe normative statunitensi in materia di esportazioni, come l’International Traffic in Arms Regulations (ITAR), l’Export Administration Regulation (EAR) e la recente Foreign Direct Product Rule. Questi quadri normativi, concepiti per salvaguardare gli interessi degli Stati Uniti, limitano inavvertitamente l’accesso dell’UE alla tecnologia. Possono comportare restrizioni, ritardi nell’approvvigionamento, ostacoli amministrativi, incertezza nella concessione delle licenze e problemi di sicurezza sull’uso finale dei componenti. Ostacoli simili esistono anche per le esportazioni dell’UE. Il principale mercato per l’industria spaziale, ovvero gli Stati Uniti, impone una serie di misure di controllo delle importazioni e di restrizioni all’accesso al mercato a tutela delle aziende statunitensi (attraverso le misure “Buy American”) e limitano l’esportazione di tecnologie dell’UE. Allo stesso tempo, il mercato dell’UE rimane aperto alle imprese straniere, sia in termini di accesso al mercato che di acquisizioni straniere.
NOTA 4. È il caso, ad esempio, dei componenti elettrici, elettronici ed elettromeccanici (EEE) sviluppati appositamente per rispondere ai requisiti spaziali, come microprocessori qualificati per lo spazio, reti di porte programmabili dall’utilizzatore (FPGA), circuiti integrati per un’applicazione specifica (ASIC), componenti a radiofrequenza (RF), memorie, ecc.
La prospettiva per il futuro
In futuro, la mancanza di investimenti adeguati nei beni e nelle risorse spaziali europee – sostenuti da finanziamenti sia pubblici che privati – avrebbe gravi implicazioni per l’industria spaziale europea. In particolare, in assenza degli investimenti necessari, l’Unione europea e le sue aziende questo comporterebbe:
- Perdere importanti opportunità commerciali future nei segmenti in rapida crescita del mercato spaziale che saranno sbloccati dalle stazioni non-ISS e da altri progetti spaziali nella economia New Space.
- Affrontare le future barriere all’ingresso nell’economia New Space, soffrire di svantaggi da “late-mover” e non essere in grado di accedere a tecnologie critiche.
- Acquistare soluzioni straniere (per lo più statunitensi), approfondendo l’attuale dipendenza strategica da fornitori stranieri in assenza di autonomia dell’UE in questo settore strategico (ad esempio, la NASA ha già concesso finanziamenti a quattro società private statunitensi per sviluppare stazioni spaziali private dopo la ISS).
- Non essere in grado di fornire soluzioni complete e integrate – a causa della mancanza di capacità – che potrebbe rendere le aziende europee non competitive rispetto ad altri fornitori stranieri.
- Affrontare la progressiva erosione della base industriale spaziale dell’UE e diventare più dipendente da attori stranieri (principalmente gli Stati Uniti) in tutti i settori legati all’economia spaziale.
La Commissione ha avviato una serie di iniziative volte a migliorare le condizioni di crescita di scala delle imprese del New Space in Europa. L’iniziativa CASSINI Space Entrepreneurship Initiative, sostenuta dal Fondo europeo per gli investimenti (FEI), è una di queste. Lo Strumento di investimento Cassini mette a disposizione 1 miliardo di euro di investimenti per i fondi di capitale di rischio interessati a investire in società con sede nell’UE nel settore spaziale. Ad oggi, 13 fondi di capitale di rischio europei hanno ricevuto il sostegno di CASSINI [nota 5]. Altre iniziative coinvolgono il Gruppo BEI per le operazioni di indebitamento, l’ESA e l’EUSPA per le attività di matchmaking e lo European Innovation Council (EIC) per il sostegno finanziario alle imprese del New Space. La Commissione sta inoltre rafforzando il proprio ruolo di cliente di riferimento, facilitando l’accesso delle imprese del New Space agli appalti pubblici (ad esempio, con l’assegnazione di contratti per la fornitura di dati per le Missioni che contribuiscono a Copernicus). Sebbene le iniziative attuali rappresentino dei primi passi apprezzabili, esse dovrebbero essere sostanzialmente rafforzate e incrementate per soddisfare le esigenze del settore spaziale europeo.
NOTA 5. Il braccio “Matchmaking” dell’iniziativa sostiene le start-up, le scale-up e le PMI mettendole in contatto con potenziali investitori e partner aziendali per ampliare le loro opportunità di finanziamento, assicurarsi nuovi clienti e accedere a nuovi mercati. L’Acceleratore d’impresa CASSINI supporta le aziende nell’accelerazione dello sviluppo commerciale e delle vendite. Oltre 200 start-up europee del New Space sono state supportate da CASSINI, chiudendo circa 100 operazioni dal 2022 (la maggior parte delle quali in investimenti di capitale di rischio), raccogliendo un totale di oltre 1,3 miliardi di euro di finanziamenti.
Obiettivi e proposte
Gli obiettivi generali di una strategia industriale spaziale rafforzata a livello dell’UE comprendono:
- Garantire la sovranità europea nell’accesso autonomo allo spazio, le capacità di difesa e le applicazioni spaziali fondamentali per la società, come telecomunicazioni, Osservazione della Terra, navigazione e sicurezza.
- Mantenere o raggiungere una leadership industriale di livello mondiale in aree selezionate e in segmenti industriali emergenti del settore spaziale.
- Consentire l’innovazione e la scalabilità degli operatori di mercato europei di successo.
Iniziative specifiche dovrebbero stabilire una governance efficace del settore, allocare e mobilitare le risorse necessarie e aumentare l’efficacia della spesa.
Figura 5. TABELLA RIASSUNTIVA – PROPOSTE PER IL SETTORE SPAZIALE | ORIZZONTE TEMPORALE [nota 6] | |
1 | Riformare il quadro di riferimento della governance spaziale europea per ridurne la complessità, la frammentazione e le sovrapposizioni. | MT |
2 | Eliminare il principio del ritorno geografico dell’Agenzia Spaziale Europea l fine di ridurre la frammentazione della base industriale dell’UE e modernizzare le norme sugli appalti dell’UE. | BT |
3 | Creare un Mercato unico funzionante per lo spazio, attraverso un quadro legislativo comune dell’UE. | BT |
4 | Istituire un Fondo spaziale europeo multifunzionale a livello dell’Unione. | MT |
5 | Migliorare l’accesso ai finanziamenti per le PMI, le start-up e le scale-up spaziali dell’UE, così da garantire che possano crescere nell’UE. | BT |
6 | Introdurre regole di preferenza europee mirate per il settore spaziale per sostenere l’aumento di scala delle imprese europee. | BT |
7 | Definire priorità strategiche comuni per la ricerca e l’innovazione spaziali, da sostenere tramite un crescente coordinamento, da più finanziamenti e da una maggiore messa in comune di risorse a livello nazionale e UE. | LT |
8 | Sfruttare ulteriormente le sinergie tra le politiche industriali dello spazio e della difesa. | MT |
9 | Definire un quadro politico dell’UE per i lanciatori al fine di garantire un accesso autonomo allo spazio. | BT |
10 | Promuovere ulteriore accesso ai mercati spaziali internazionali. | MT |
NOTA 6. L’orizzonte temporale è indicativo del tempo necessario per l’attuazione della proposta. Il breve termine (BT) si riferisce a circa 1-3 anni, il medio termine (MT) a 3-5 anni, il lungo termine (LT) oltre i 5 anni.
Riformare il quadro di riferimento della governance spaziale europea per ridurne la complessità, la frammentazione e le sovrapposizioni. In particolare:
- Rafforzare il ruolo e la direzione politica del Consiglio per la Competitività (COMPET) nel fornire una direzione strategica alla politica spaziale europea e al Programma spaziale dell’UE, identificando e allineando le priorità a livello UE e coordinando meglio l’azione politica nazionale tra gli Stati membri, anche per quanto riguarda le priorità di finanziamento.
- Stabilire un ruolo di membro a pieno titolo per l’UE, rappresentata dalla Commissione europea, nel Consiglio direttivo dell’ESA.
- Promuovere ulteriormente all’interno dell’ESA un più profondo allineamento dei quadri di governance dell’ESA con le norme dell’UE in materia di appalti, finanziamenti e sicurezza.
- Di conseguenza, ridefinire i rispettivi ruoli della Commissione, dell’ESA e dell’EUSPA per garantire una più stretta cooperazione e un maggiore coordinamento anche con le agenzie spaziali nazionali.
Eliminare il principio del ritorno geografico dell’Agenzia Spaziale Europea l fine di ridurre la frammentazione della base industriale dell’UE e modernizzare le norme sugli appalti dell’UE.
In particolare:
- Riformare gradualmente le regole dell’ESA in materia di appalti e la progettazione dei programmi spaziali in modo che riflettano l’esito della concorrenza industriale, la scelta dei migliori fornitori, allontanandosi dai vincoli imposti dal contributo finanziario relativo di ciascun Paese membro.
- Concentrare le risorse dell’ESA e quelle nazionali su progetti che dimostrino il potenziale di un significativo progresso scientifico o tecnologico, indipendentemente dalla posizione geografica degli enti partecipanti.
- Modernizzare le norme UE in materia di appalti per renderle adatte alle caratteristiche dell’attuale mercato spaziale, consentendo procedure più flessibili e sostanzialmente più rapide.
- Progettare i bandi di gara (a tutti i livelli) in modo da consentire l’apertura delle catene di approvvigionamento e la partecipazione delle PMI e degli attori emergenti.
Creare un Mercato unico funzionante per lo spazio, attraverso un quadro legislativo comune dell’UE.
Introdurre standard comuni e armonizzare i requisiti di licenza negli Stati membri, in modo che i prodotti e le soluzioni siano conformi agli stessi requisiti (cioè in linea con la prevista Normativa dell’UE in materia di spazio). La necessaria legislazione dell’UE dovrebbe garantire la sovranità dell’Unione in materia di standard e definizione di norme in questo settore strategico.
Istituire un Fondo spaziale europeo multifunzionale.
Ciò consentirebbe alla Commissione di agire come “cliente di riferimento” e di acquistare congiuntamente servizi e prodotti spaziali sul mercato dell’UE. Questi appalti e acquisti congiunti e centralizzati aiuterebbero la base industriale europea ad aumentare le proprie capacità. Inoltre, accelererebbe la crescita delle imprese spaziali dell’UE.
Il fondo avrebbe anche gli obiettivi di:
- Finanziare progetti collaborativi e multinazionali. Ciò contribuirebbe a ridurre la frammentazione all’interno del mercato spaziale dell’UE e i rischi di “rinazionalizzazione” della politica spaziale, soprattutto alla luce degli sviluppi dei nuovi attori spaziali.
- Attrarre finanziamenti privati e accelerare l’innovazione, la diversificazione e l’attrattiva dell’industria spaziale europea al di là degli attuali programmi faro dell’UE.
- Finanziare tecnologie e capacità produttive critiche in segmenti strategici.
- Acquisire aziende strategiche e critiche sul mercato europeo che rischiano di essere acquisite da entità extra-UE, al fine di garantire la sicurezza economica e l’autonomia strategica dell’UE nelle tecnologie spaziali chiave.
Migliorare l’accesso ai finanziamenti per le PMI, le start-up e le scale-up spaziali dell’UE, così da garantire che possano innovarsi e crescere. In particolare:
- Consentire al Gruppo BEI una politica di finanziamento più orientata al rischio.
- Migliorare l’accesso al capitale, soprattutto nelle fasi successive dell’investimento (oltre il capitale di rischio), per sostenere le imprese spaziali europee nella loro crescita ed espansione.
- Sviluppare strumenti finanziari adeguati alle dimensioni degli investimenti e alle esigenze delle PMI e delle mid-cap spaziali, insieme a un migliore accesso alle forme tradizionali di prestito (prestiti, finanziamenti del debito e garanzie).
Introdurre regole di preferenza europee mirate per il settore spaziale per sostenere l’aumento di scala necessario delle imprese spaziali europee.
Le norme in materia potrebbero essere accompagnate da meccanismi di incentivazione di natura finanziaria e da criteri di ammissibilità che consentano l’accesso ai finanziamenti solo alle imprese con sede nell’UE.
Definire priorità strategiche comuni per la ricerca e l’innovazione spaziali,
da sostenere tramite un crescente coordinamento, da più finanziamenti e da una maggiore messa in comune di risorse a livello nazionale e UE. La definizione di priorità strategiche comuni di R&I a livello di UE, così come l’aggregazione delle risorse, dovrebbero mirare a limitare i piccoli progetti di ricerca nazionali e a promuovere progetti a livello UE in grado di raggiungere una dimensione di scala. I nuovi grandi programmi spaziali potrebbero riguardare i lanciatori e l’accesso allo spazio, l’Osservazione avanzata della Terra, le operazioni e i servizi spaziali.
Sfruttare ulteriormente le sinergie tra le politiche industriali dello spazio e della difesa.
Ciò dovrebbe includere i servizi e le soluzioni spaziali sviluppati dai nuovi operatori commerciali dell’industria spaziale dell’UE. L’aumento della spesa per la difesa (già messa a bilancio dagli Stati membri) può essere indirizzato verso l’espansione della domanda istituzionale europea per lo spazio, che consentirebbe all’industria europea di raggiungere la massa critica necessaria. Le risorse spaziali dovrebbero essere riconosciute come infrastrutture critiche di sicurezza e ricevere il relativo livello di protezione.
Definire un quadro politico dell’UE per i lanciatori al fine di garantire un accesso autonomo allo spazio.
Il quadro dovrebbe aggregare la domanda istituzionale e commerciale europea, sostenere l’innovazione critica e dirompente e le infrastrutture per la sovranità dell’UE e degli Stati membri (strutture di test, produzione e lancio).
Promuovere ulteriore accesso ai mercati spaziali internazionali.
Aumentare gli sforzi per rimuovere le barriere commerciali e garantire un accesso equo agli appalti internazionali. Istituire e rendere operativa la “Diplomazia spaziale dell’UE” per promuovere gli interessi strategici dell’UE e aiutare le imprese dell’UE a esportare nei mercati spaziali nuovi ed emergenti.
Tabella delle Abbreviazioni
ASI Agenzia Spaziale Italiana ASIC Circuito integrato per un’applicazione specifica CNES Centro nazionale per gli studi sullo spazio DARPA Ente per i progetti di ricerca avanzati di difesa DLR Centro aerospaziale tedesco EAR Regolamento sull’amministrazione delle esportazioni EEE Elettrico, elettronico ed elettromeccanico ESA Agenzia Spaziale Europea EUSPA Agenzia dell’Unione europea per il programma spaziale FEI Fondo europeo per gli investimenti FPGA Rete di porte programmabili dall’utilizzatore GNSS Sistemi globali di navigazione via satellite GPS Sistemi di posizionamento globale IRIS Infrastructure for Resilience, Interconnectivity and Security by Satellite ISS Stazione spaziale internazionale ITAR International Traffic in Arms Regulations LEO Orbita terrestre bassa NASA National Aeronautics and Space Administration PNT Posizionamento, navigazione e temporizzazione R&S Ricerca e sviluppo RF Radiofrequenza
Note bibliografiche
- Forum economico mondiale, Space: The $1.8 Trillion Opportunity for Global Economic Growth, 2024.
- Istituto europeo di politica spaziale (ESPI), More than a Space Programme: The Value of Space Exploration to Empower the Future of Europe, 2023.
- Istituto europeo di politica spaziale (ESPI), Space Venture Europe 2023: Investment in the European and Global Space Sector, 2023.
- ASD Eurospace, L’industria spaziale europea nel 2021
ASD Eurospace, Facts & Figures 2022, 2023, 2024 sono utilizzati in questo capitolo.- Euroconsult, Space Economy Report 2023, pubblicato nel 2024.
I dati della Relazione sono utilizzati in tutto il capitolo.