Bruxelles – Nel corso degli ultimi decenni l’approccio alle questioni ambientali ha riguardato in modo sempre crescente le dinamiche di sviluppo economico. La tutela dell’ambiente è legata al concetto di sostenibilità, specialmente in un periodo storico caratterizzato da crisi energetica e da profondi cambiamenti climatici. Le politiche pubbliche elaborate ed implementate dai decisori politici globali possono e devono incidere sulle gravi conseguenze ambientali legate al cambiamento climatico. Gli impegni assunti dall’Unione europea per ridurre le emissioni di gas a effetto serra hanno posto le questioni climatiche in cima all’agenda dell’UE. A partire dal Green Deal europeo, dalla proposta di legge europea sul clima e dagli obiettivi di riduzione delle emissioni, l’obiettivo è il conseguimento dell’effettiva neutralità climatica entro il 2050 (con una tappa intermedia del 55% entro il 2030).
La politica di coesione rappresenta circa 1/3 del bilancio complessivo UE, ed ha un ruolo fondamentale nel finanziare progetti dedicati all’ambiente e al cambiamento climatico. Le risorse stanziate dai fondi strutturali sostengono gli investimenti su base territoriale in materia di energia, gestione delle risorse naturali, mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, economia circolare e mobilità sostenibile nei Paesi Membri. Nell’ambito del ciclo di programmazione 2014-2020, oltre 100 miliardi di € di risorse di coesione sono stati destinati direttamente ai temi ambientali, e più precisamente il 19,2% del budget complessivo europeo e derivante da cofinanziamento nazionale[1].
Nel periodo di programmazione 2021-2027 il 30% dei finanziamenti dell’UE sarà destinato all’azione per il clima. Più in particolare, il 30% del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e il 37% del Fondo di coesione sosterranno gli obiettivi legati alla salvaguardia dell’ambiente. Una novità nell’attuale periodo di programmazione è poi l’introduzione del Just Transition Fund, il cui obiettivo è sostenere la diversificazione e riconversione dei sistemi economici locali più colpiti dalla transizione sostenibile, ovvero quei territori con una struttura economica dipendente da attività industriali ad alta intensità di carbonio.
L’obiettivo strategico di policy nr. 2 nell’Accordo di Partenariato Italia 2021-2027 delinea “un’Europa resiliente più verde e a basse emissioni di carbonio ma in transizione verso un’economia a zero emissioni nette di carbonio attraverso la promozione di una transizione verso un’energia pulita ed equa, di investimenti verdi e blu, dell’economia circolare, dell’adattamento ai cambiamenti climatici e della loro mitigazione, della gestione e prevenzione dei rischi nonché della mobilità urbana sostenibile”. Una dichiarazione di intenti che sarà declinata nel corso della programmazione 2021-2027 dai progetti finanziati concretamente dalle risorse della politica di coesione.
[1] Si tratta unicamente di fondi per progetti classificati direttamente in macroaree legate all’ambiente, ovvero “Economia Low-Carbon”, “Protezione dell’ambiente e sfruttamento ottimale delle risorse disponibili”, “Adattamento al cambiamento climatico e prevenzione dei rischi”.
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