Bruxelles – Riduzione della dipendenza da tutti i combustibili fossili russi, soprattutto gas. Accordi di solidarietà bilaterali in caso di tagli alle forniture di energia e nuovi capitoli di spesa nel PNRR per attuare il ‘RePowerEU’. Sono tanti i temi all’ordine del giorno del Vertice UE straordinario che si terrà il 30-31 maggio a Bruxelles, convocato dal presidente del Consiglio europeo Charles Michel a inizio aprile per discutere di difesa ed energia, in relazione alla guerra in Ucraina.
Mercoledì 18 maggio la Commissione Europea ha presentato il piano con cui intende rendersi indipendente da tutti i combustibili russi entro il 2027, principalmente attraverso la diversificazione dei fornitori di energia, spinta sulle energie rinnovabili e abbattimento dei consumi energetici. Oggi complessivamente l’UE dipende per il 40 per cento dal gas, 45 per cento del carbone e 27 per cento dal petrolio importati da Mosca. Le proposte messe sul tavolo dalla Commissione Europea, saranno la base delle discussioni che terranno i capi di stato e governo, in un Consiglio che si preannuncia denso e teso viste le divisioni tra i governi sulle questioni energetiche.
La “preparazione a possibili gravi interruzioni dell’approvvigionamento e la resilienza del mercato del gas dell’UE dovrebbero essere migliorate, in particolare concordando rapidamente accordi di solidarietà bilaterali e un piano europeo coordinato di emergenza”, si legge nella bozza di conclusioni finali del Consiglio che Eunews ha potuto vedere. Come sempre accade, la bozza di conclusioni sarà rivista più volte in questi dieci giorni prima di approdare sul tavolo dei leader ma è indicativa su quali saranno i temi principali di discussione al Summit. E’ significativo però, che dopo avere messo a punto dei piani nazionali di emergenza in caso di brusche interruzioni delle forniture di gas da parte di Mosca (come è avvenuto per la Bulgaria, la Polonia e ora la Finlandia), ora si pensa a un piano di emergenza che sia coordinato a livello europeo, anche attraverso la piattaforma di acquisti congiunti di energia che la Commissione è chiamata a istituire “già prima del prossimo inverno”, per comprare il gas e più avanti anche l’idrogeno per conto degli Stati membri.
Il Consiglio europeo “inviterà gli Stati membri a preparare rapidamente capitoli dedicati da aggiungere ai piani nazionali di ripresa e resilienza – i PNRR, varati nel contesto della ripresa dalla pandemia COVID-19 – per attuare gli obiettivi del piano REPowerEU attraverso la mobilitazione di fondi dello strumento temporaneo di ripresa e resilienza (Recovery and Resilience Facility) e altri fondi”, si legge ancora nella bozza. L’aggiustamento dei PNRR richiesto da Bruxelles per attuare gli obiettivi del REPowerEU – la grande novità della proposta della Commissione Europea – sarà al centro della discussione. Per finanziare il piano presentato mercoledì, una parte delle risorse arriverà proprio dai prestiti non utilizzati del Recovery Fund, che la Commissione Europea ha stimato in circa 225 miliardi di euro. Questo è possibile perché non tutti i governi hanno deciso di chiedere i prestiti del fondo di ripresa, avranno un mese di tempo per chiedere di usufruirne e se non lo faranno, quelle risorse saranno redistribuite tra gli altri Stati membri.
Al testo di conclusioni si affida anche l’impegno a “eliminare gradualmente la dipendenza dell’UE da gas, petrolio e carbone”, tutti i combustibili fossili importati dalla Russia. Si prevedono attriti tra i governi UE sulla necessità di porre fine alle importazioni di fossili dalla Russia nel più breve tempo possibile, dal momento che ancora sono divisi sul sesto pacchetto di sanzioni contro Mosca, in cui la Commissione Europea ha proposto di inserire un embargo graduale sul petrolio russo. Il sesto pacchetto di sanzioni con l’embargo petrolifero sarà il grande elefante nella stanza al Vertice che si terrà tra poco meno di dieci giorni. Dopo settimane di lavoro a livello tecnico, le Capitali ancora non hanno trovato un compromesso e dunque spetterà probabilmente ai capi di Stato e governo a fine mese sbloccare lo stallo. La Commissione Europea spera di superare il veto di Ungheria (e anche Slovacchia) grazie alle nuove risorse messe sul piatto nel piano REPower EU, che dovrebbero aiutare le capitali nel dire addio alla dipendenza dagli idrocarburi russi.