Bruxelles – Dopo le dichiarazioni di intenti, ora l’Unione Europea ha un piano per sostenere Kiev sul lungo periodo, quando l’invasione russa finirà. Sarà la Piattaforma di ricostruzione dell’Ucraina lo strumento attraverso cui si potrà definire il modo per far rinascere un Paese e un’economia martoriata dalla guerra, attraverso il supporto amministrativo e tecnico dell’UE e la collaborazione con la comunità internazionale.
Secondo quanto definito dalla proposta presentata oggi (mercoledì 18 maggio) dalla Commissione Europea, la Piattaforma per la ricostruzione dell’Ucraina sarà co-presieduta dall’esecutivo comunitario e dal governo di Kiev e “fungerebbe da organo di governance strategica globale”, attorno al quale graviteranno i partner del G7 e del G20, le istituzioni finanziarie e i partnariati tra le città e le regioni UE e quelle dell’Ucraina, con un ruolo riservato al Parlamento ucraino e all’Eurocamera come osservatori dell’elaborazione del piano di ricostruzione. A proposito del piano che sarà approvato dalla Piattaforma – e a cui è stato dato il nome di RebuildUkraine – si baserà su una valutazione dei bisogni e delle aree prioritarie per il finanziamento di progetti specifici, coordinando e ottimizzando le fonti di finanziamento e la loro destinazione e monitorandone i progressi. Lo spirito che anima questa proposta assomiglia a quello del Piano Marshall: “Tracciamo un percorso per aiutare una nuova Ucraina a risorgere dalle ceneri della guerra, proprio come la nostra Unione emerse dalle macerie del 1945″, ha dichiarato in conferenza stampa il commissario per l’Economia, Paolo Gentiloni.
Il sostegno all’attuazione del piano di ricostruzione dell’Ucraina elaborato dalla Piattaforma potrà arrivare da uno strumento specifico istituito da Bruxelles, che sarà costituito da sovvenzioni e prestiti. Lo strumento RebuildUkraine sarà integrato nel bilancio dell’UE, “garantendo così la trasparenza, la responsabilità e la sana gestione finanziaria di questa iniziativa, con un chiaro collegamento agli investimenti e alle riforme”, si legge nel testo della proposta. La base di ispirazione è quella del Recovery – come aveva anticipato la presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen, all’ultima sessione plenaria del Parlamento Europeo – ma dovrà essere adattato per affrontare le “sfide senza precedenti” della ricostruzione di un Paese che esce da una guerra e che si sta per incamminare lungo il percorso di adesione all’Unione. In particolare, “avrebbe una struttura di governance specifica, che garantirebbe la piena titolarità dell’Ucraina”. Il cuore centrale del piano dovrà riguardare le riforme sullo Stato di diritto e sulla lotta alla corruzione, mentre gli investimenti (comunitari, nazionali, di Paesi terzi o di organismi internazionali) si indirizzeranno in linea con le politiche e gli standard UE in materia di clima, ambiente e digitale.
Se la Piattaforma è un progetto sul medio-lungo periodo per la ricostruzione dell’Ucraina, sul breve termine sono già molte le iniziative di Bruxelles per il sostegno di Kiev nell’affrontare l’invasione russa. A livello militare, è in corso la mobilitazione di ulteriori 500 milioni di euro, che porterà a 2 miliardi il sostegno attraverso l’European Peace Facility. Sul piano umanitario, è stato approvato a inizio maggio un nuovo pacchetto di aiuti di 200 milioni di euro, oltre ai 9,1 miliardi raccolti ad aprile durante l’evento Stand Up for Ukraine. Ma soprattutto, la Commissione ha annunciato oggi di voler proporre un’assistenza macrofinanziaria supplementare sotto forma di prestiti fino a 9 miliardi di euro, “da integrare con il sostegno di altri partner internazionali bilaterali e multilaterali”. L’assistenza verrebbe erogata in tranche “con scadenze lunghe e tassi di interesse agevolati”, grazie alla garanzia del bilancio dell’Unione, sull’onda lunga dei 4,1 miliardi già mobilitati per sostenere economicamente, socialmente e finanziariamente l’Ucraina.