Bruxelles – Adesso la Commissione europea inizia a preoccuparsi sul serio. Per la prima evoca apertamente uno scenario di stagflazione, finora evitato per cercare di dare certezze e stabilità a mercato e investitori. Ma le previsioni economiche di primavera contengono uno scenario peggiore, in cui “l’aumento dei prezzi dell’energia rafforza le forze stagflazionistiche“. Si teme che con prezzi del petrolio e del gas superiori del 25 per cento rispetto alle ipotesi di base nell’orizzonte di previsione, e quindi rispetto alla stime relative a 2022 e 2023, si debbano tagliare rispettivamente per i due anni presi come riferimento 1,25 e 0,5 punti percentuali a stime già ritoccate al ribasso. Già, perché sulla scia della guerra in Ucraina, l’espansione del PIL dell’eurozona è ora atteso al 2,7 per cento nel 2022 e al 2,3 per cento nel 2023. Rispetto alle stime di febbraio, un taglio di 1,3 e 0,4 punti percentuali rispettivamente, che si aggiungono ad altri tagli.
“L’incertezza sulle prospettive è chiaramente aumentata e i rischi sono inclinati al ribasso e sono prevalentemente legati alla durata della guerra in Ucraina”, ammette Paolo Gentiloni. Il commissario per l’Economia guarda con preoccupazione anche ad altri aspetti, diversi dal conflitto in corso a est. “Non è da escludere una recrudescenza della pandemia anche in Europa e fuori. Ciò potrebbe causare nuove perturbazioni all’economia dell’UE”.
In questo clima di incertezza difficile essere ottimisti. Anche perché l’inflazione resterà alta, al 6,1 per cento per tutto quest’anno. “Non sono un fan del termine ‘stagflazione’, ma è un dato di fatto che vediamo un maggiore livello di inflazione che di crescita“, riconosce Gentiloni. A marzo l’indice del costo della vita ha toccato quota 7,4 per cento, ad aprile 7,5 per cento, “il più alto nella storia della nostra unione monetaria”.
Per il vicepresidente esecutivo, Valdis Dombrovskis, non c’è dubbio che non c’è dubbio che “l’economia dell’UE sta attraversando un periodo difficile a causa della guerra della Russia contro l’Ucraina, e di conseguenza abbiamo ridimensionato le nostre previsioni”. In tutto questo “il fattore schiacciante negativo è l’impennata dei prezzi dell’energia, che porta l’inflazione a livelli record e mette a dura prova le imprese e le famiglie europee”.