Bruxelles – Prima Varsavia, poi Sofia. A partire dalle 8 di questa mattina (mercoledì 27 aprile) la Russia interromperà le forniture di gas verso Polonia e Bulgaria, nel pieno delle tensioni geopolitiche per la guerra in Ucraina. Sono i primi due Paesi dell’Unione Europea a subire un taglio totale delle forniture energetiche da parte della Russia, da cui l’UE compra quasi il 45 per cento del proprio gas importato e circa il 27 per cento del petrolio.
Nel tardo pomeriggio di ieri, la principale società di gas polacca, PGNiG, ha ricevuto la notifica formale da parte della compagnia energetica russa Gazprom sull’interruzione delle forniture di gas a partire da oggi, dal momento che Varsavia si è rifiutata rumorosamente di pagare il gas in rubli come richiesto dal Cremlino.
A fine marzo, il presidente della Federazione russa Vladimir Putin ha firmato un decreto per cambiare le regole sui pagamenti delle forniture di gas ai “Paesi ostili” alla Russia (ovvero tutti i Paesi occidentali) obbligando la banca centrale a convertire in rubli tutti i pagamenti effettuati in euro e in dollari. I governi UE e l’Unione Europea stessa si sono categoricamente rifiutati di pagare il gas direttamente in rubli, appellandosi al fatto che la maggior parte (97 per cento) dei contratti già in essere con il colosso energetico russo dicano espressamente che le forniture devono essere pagate in euro o dollari, non in valuta locale.
La decisione di Gazprom potrebbe essere in violazione con i contratti esistenti con i Paesi europei. Il governo polacco, nella voce della ministra per il clima Anna Moskwa, ha fatto sapere che “la Polonia è pronta a interrompere completamente il flusso di risorse russe”. In una conferenza stampa, la ministra ha spiegato che gli impianti di stoccaggio del gas in Polonia sono attualmente pieni per circa l’80 per cento della propria capacità, mentre l’anno scorso erano al 39 per cento. Ha chiarito poi che il lavoro per diversificare i fornitori e l’avvicinarsi della stagione estiva, consentiranno al governo polacco di non attingere per il momento alle riserve strategiche di gas.
Nella tarda serata di martedì la stessa notifica da parte di Gazprom è stata inoltrata anche alla società energetica bulgara Bulgargas che riceverà lo stesso trattamento di Varsavia per non aver chiesto di pagare in rubli. Sofia è dipendente per circa il 90 per cento dal gas russo.