Bruxelles – La guerra in Ucraina continua sempre più a gettare ombre e dubbi sulla ripresa europea. “Le incertezze sono forti, e i rischi al ribasso aumentano“. L’aria che si respira a Bruxelles è quella di rinnovata preoccupazione. Il deterioramento della situazione sullo scacchiere internazionale rischia di vanificare gli sforzi profusi per ripartire dopo la pandemia, e getta incognite per il futuro, anche quello più immediato. I mutati scenari “devono portare a rivalutare le nostre previsioni”, confidano fonti UE.
Gli Stati membri erano pronti a tornare alla normalità, o quasi, all’inizio del 2023, con la reintroduzione delle regole di bilancio ora sospese. Ma potrebbe non essere così. Ad ogni modo, l’assunto di base è che “i Paesi con alto debito devono consolidare, e tutti devono favorire gli investimenti”. Una linea valida prima dello scoppio della guerra, ancor più valida adesso. E’ sulla base di principio che si ritroveranno i ministri dell’Economia e delle finanze di eurozona ed UE la prossima settimana (14 marzo), per cercare di capire come procedere.
Fin qui si resta cautamente ottimisti. Non si vedono particolari rischi, al netto delle incertezze e rallentamenti comunque messi in cinto. “La stagflazione non è la situazione in cui ci troviamo ora”, rassicurano funzionari UE. Perché il fenomeno è il risultato di due componenti. Se da una parte è vero che l’aumento dei prezzi c’è e perdurerà più del previsto, dall’altra parte, quello della crescita, “mai dire mai, ma ci aspettiamo che continui ad esserci”.
E’ ormai assodato, e non sono a Bruxelles, che “certamente lo scenario economico è cambiato“, e questo rende più complicato l’esercizio di coordinamento, che resta fondamentale, e individuare la via da seguire. L’Eurogruppo è chiamato a definire le strategie per il 2023, e già solo questo compito “sarà più difficile di quanto prevedevamo poche settimane fa”, ammettono degli addetti ai lavori. “Le aspettative attuali e che la ripresa continuerà ma a ritmi rallentati e con alta inflazione“, ma oltre alle incognite che aumentano il vero nodo è imprevedibilità. “La situazione evolve rapidamente”. Si attendono le mosse della BCE, ma la politica monetaria da sola non potrà sciogliere tutti i nodi.