Bruxelles – La ripresa dell’eurozona perde slancio. Il Prodotto interno lordo continuerà a crescere anche nel 2022, ma meno del previsto. La Commissione europea rivede le stime di crescita, ritoccandola al ribasso di 0,3 punti percentuali, ma corregge al rialzo i dati per l’anno passato e l’anno che verrà. Il PIL dell’eurozona, nelle previsioni economiche d’inverno presentate oggi (10 febbraio), si attesta al 5,3 per cento nel 2021 – in rialzo rispetto al 5 per cento di novembre – mentre per il 2022 è atteso al 4 per cento – contro il 4,3 per cento del precedente esercizio di stima. Dunque l’esecutivo comunitario si allinea alle decisioni dei tecnici della BCE, che avevano tagliato proprio dello 0,3 per cento la crescita per l’anno in corso.
Le cose dovrebbero migliorare nel 2023, per cui i servizi della Commissione europea prevedono ora un rimbalzo più sostanzioso, del 2,7 per cento e non più del 2,4 per cento come previsto a novembre. “Sebbene fosse già previsto un rallentamento nelle previsioni economiche dell’autunno 2021, è stato più marcato del previsto“, ammette l’esecutivo comunitario, che nel documento spiega: “I venti contrari alla crescita si sono intensificati”, in particolare per via dell’impennata delle infezioni dii COVID-19, i prezzi elevati dell’energia e continue interruzioni dell’offerta.
Preoccupa certamente l’inflazione. Aumentata nel corso del 2021, schizzerà nel 2022. Se a novembre la commissione prevedeva l’indice del caro-vita al 2,4 e al 2,2 per cento rispettivamente, adesso i valori risultato al 2,6 per il 2021 e al 3,5 per cento nel 2022. “I rischi per le prospettive di crescita e inflazione sono notevolmente aggravati dalle tensioni geopolitiche nell’Europa orientale”, recita il rapporto della Commissione, in riferimento alle tensioni in Ucraina. Inoltre, “l’inflazione potrebbe risultare superiore alle attese se le pressioni sui costi venissero trasferite dai produttori ai prezzi al consumo in misura maggiore del previsto, amplificando il rischio di effetti di secondo impatto”.
Il commissario per l’Economia mostra cauto ottimismo. “Molti venti contrari hanno raffreddato l’economia europea questo inverno, venti contrari che dovrebbero attenuarsi progressivamente”, sostiene Paolo Gentiloni. Se i fattori di rischio si assottigliano “prevediamo che la crescita riprenderà velocità già questa primavera”, e si potrà iniziare a recuperare questo 0,3 per cento perso per strada. “Tuttavia, l’incertezza e i rischi rimangono elevati“.
Di fronte a questa congiuntura meno favorevole del previsto, l’invito è fare le riforme, farle presto e bene. “I fondamentali dell’UE rimangono solidi e saranno ulteriormente rafforzati quando i paesi inizieranno a mettere in atto i loro piani di ripresa”, scandisce il vicepresidente esecutivo, Valdis Dombrovskis.
Ai motivi di incertezza si aggiunge il campanello d’allarme che arriva dalla Germania, Paese che registra una frenata non indifferente. Il principale motore economico dell’eurozona sembra arrestarsi. La Commissione taglia un punto percentuale di crescita, non più attesa al 4,6 per cento per quest’anno bensì al 3,6 per cento. Un dato da monitorare, per il bene della tenuta di Euroloandia.