(Il pacchetto ‘Fit per 55’ è composto da 13 diverse proposte legislative, che la Commissione presenterà nell’arco di più giorni. Il presente articolo subirà aggiornamenti man mano che le proposte verranno presentate. Ultimo aggiornamento: 16 luglio)
Bruxelles – Stop alla produzione di motori diesel e benzina, case ed edifici pubblici meno energivori, uso migliore del patrimonio boschivo. E ancora revisione del mercato dei certificati di emissione, nuove tasse per chi inquina. Si chiama “Fit for 55” l’insieme delle norme per l’Unione eco-compatibile. Il nome (“adatto per gli obiettivi del 55”, nella versione tradotta in italiano) risponde alla necessità di tagliare le emissioni di CO2 del 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. La Commissione ha dovuto rimettere mano a molti direttive e regolamenti vigenti, per quello che si presenta come un intervento di cambiamento normativo senza precedenti.
Finanziata attraverso il bilancio comune dell’Unione (MFF 2021-2027) e il Meccanismo per la ripresa (Next Generation EU con il suo recovery fund), la trasformazione dell’Europa interessa più settori. Eunews mette ordine per capire meglio questo pacchetto composto da 13 proposte legislative diverse.
ENERGIA, SFORZI RINNOVABILI RINNOVATI
La direttiva sulle energie rinnovabili del 2018 ha fissato un obiettivo per il 2030 di almeno il 32% di energie rinnovabili nel mix energetico dell’UE, sulla base dei contributi nazionali. La proposta di modifica aumenta al 40% l’obiettivo vincolante dell’UE per le energie rinnovabili. Gli Stati membri dovranno aumentare i loro contributi per raggiungere collettivamente il nuovo obiettivo, basandosi sull’ambizione delineata nei rispettivi piani per l’energia e il clima.
Agli Stati non si impongono obblighi di tecnologie, ma li si obbliga a obiettivi per i principali settori economici che contribuiscono alla domanda di energia. Per i trasporti si stabilisce la riduzione dell’intensità dei gas serra del 13%, per riscaldamento e climatizzazione un aumento vincolante annuo di 1,1 punti percentuali in rinnovabili a livello nazionale. Per industria ed edilizia gli obiettivi sono invece indicativi (1,1 punti percentuali di aumento annuo nell’uso di energie rinnovabili per le imprese, quota di energia rinnovabile almeno del 49% per gli edifici).
La direttiva dà inoltre un ulteriore impulso ai biocarburanti avanzati e introduce sotto-obiettivi per l’idrogeno rinnovabile e per i combustibili sintetici a base di idrogeno nei trasporti (2,6% per i combustibili rinnovabili di origine non biologica) e nell’industria (quota rinnovabile del 50% nel consumo di idrogeno).
ENERGIA, SI TASSA IL CONTENUTO E NON IL VOLUME
Sempre in chiave sostenibile e nel rispetto dell’obiettivo del disincentivo delle fonti energetiche inquinanti, la proposta di revisione della direttiva sulla fiscalità dell’energia introduce un allineamento del carico fiscale per i prodotti energetici alle politiche dell’UE eliminando le esenzioni e le aliquote ridotte che attualmente incoraggiano e sovvenzionano l’uso di combustibili fossili. Quindi con le nuove regole della Commissione il cherosene utilizzato come carburante nell’industria aeronautica e l’olio pesante utilizzato nell’industria marittima non saranno più completamente esenti dalla tassazione dell’energia per i viaggi intra-UE nell’UE.
La Commissione propone un cambiamento della base imponibile, che non sarà più il volume (per i combustibili espresso in litri) ma il contenuto energetico (espresso in joule), e calibrerà le nuove aliquote minime in modo da favorire le fonti più sostenibili.
Le tariffe sono state fissate secondo una graduatoria che tiene conto delle prestazioni ambientali dei prodotti energetici e dell’energia elettrica. In base a questo listino i combustibili fossili convenzionali, come gasolio e benzina, e i biocarburanti non sostenibili saranno soggetti all’aliquota minima più alta di 10,75 euro per GigaJoule se utilizzati come carburante e di 0,9 euro per GigaJoule se utilizzati per il riscaldamento. Per il GPL previste aliquote di 7,17 €/GJ e 0,6€/GJ rispettivamente (uso carburante e uso riscaldamento). Colpiti anche i biocarburanti sostenibili ma “non avanzati”. Qui previste liquote di 5,38 €/GJ e 0,456€/GJ. Aliquota unica infine per l’energia elettrica. A prescindere dalla destionazione d’uso, qui si pagherà un balzello di 0.15 euro a GigaJoule.
LE REGOLE PER BIOMASSE ECO-COMPATIBILI
Le nuove misure della Commissione specificano inoltre come produrre energia pulita senza gravare sull’ambiente. In particolare, al fine di proteggere ulteriormente le foreste ricche di biodiversità, si vieta l’approvvigionamento di biomassa legnosa per la produzione di energia da foreste primarie, torbiere e zone umide e lo consentono solo da foreste ad alta biodiversità quando non interferiscono con gli scopi di protezione della natura. Ancora, al fine di ridurre al minimo l’uso di legno tondo di qualità per la produzione di energia, gli effetti distorsivi indebiti sul mercato delle materie prime da biomassa e gli impatti dannosi sulla biodiversità, la proposta promuove l’utilizzo della biomassa secondo il suo più alto valore aggiunto economico e ambientale (il cosiddetto uso a cascata). Proibiti gli incentivi nazionali che sostengono l’uso di tronchi da sega, tronchi da impiallacciatura (legno di alta qualità) e ceppi e radici (importanti per il suolo) per la produzione di energia e, a determinate condizioni, la produzione di elettricità da biomasse forestali negli impianti di sola elettricità. Ulteriori limitazioni relative ai regimi di sostegno alla biomassa forestale potranno essere prese in considerazione in futuro, sulla base di una relazione sul loro impatto sulla biodiversità e sulle distorsioni del mercato.
Ancora, per promuovere maggiori risparmi di gas a effetto serra, la direttiva richiederà a tutti gli impianti di riscaldamento ed elettricità basati su biomassa di rispettare le soglie minime di risparmio di gas a effetto serra. Attualmente questo vale solo per le nuove installazioni. I criteri di sostenibilità dell’UE per la biomassa dovrebbero in futuro applicarsi agli impianti termici ed elettrici più piccoli (uguali o superiori a 5 MW) anziché alla soglia di 20 MW prevista dall’attuale direttiva.
INTERVENTI IN AGRICOLTURA E BOSCHI
Anche terreni a uso agricolo e patrimonio boschivo dovranno contribuire al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità. Per questo motivo, con la proposta di modifica del regolamento sull’utilizzo della terra a delle foreste istituisce obiettivi vincolanti per gli Stati membri, chiamati ad aumentare la loro rimozione netta di carbonio nel settore tra il 2026 e il 2030. I nuovi obiettivi degli Stati membri ammonteranno a rimozioni nette di carbonio di -310 Mt di CO2 equivalente nell’Unione per il 2030, con un aumento di circa il 15% rispetto a oggi. La Commissione propone inoltre di puntare a un obiettivo a livello dell’UE per raggiungere la neutralità climatica nel settore combinato dell’uso del suolo, della silvicoltura e dell’agricoltura entro il 2035, comprese le emissioni agricole diverse dal CO2, come quelle derivanti dall’uso di fertilizzanti e dal bestiame. La produzione primaria di cibo e biomassa dovrebbe diventare climaticamente neutra entro il 2035, avviando l’UE verso la neutralità climatica nel 2050.
Fino al 2025 resteranno in vigore le regole attuali, poi dal 2026 cambierà regime. Ricapitolando: dal 2025 nuovi obiettivi per una maggiore rimozione netta di carbonio per il 2026-2030, e dal 2035 neutralità climatica.
Una nuova strategia forestale dell’Ue, inoltre, predispone un piano per piantare tre miliardi di alberi in tutta Europa entro il 2030. Si mira a migliorare e rafforzare il patrimonio boschivo, creare una rete naturale di assorbimento delle emissioni di CO2, garanendo la sostenibilità della raccolta e dell’uso del legname (la biomassa), preservando la biodiversità.
NUOVI TARGET DI EFFICIENZA ENERGETICA
Con la proposta di modifica della direttiva sull’efficienza energetica, gli Stati membri saranno tenuti a realizzare nuovi risparmi sul consumo finale di energia di almeno l’1,5% ogni anno dal 2024 al 2030, rispetto all’attuale 0,8%.
La proposta prevede un obbligo specifico per il settore pubblico di conseguire una riduzione annua del consumo energetico dell’1,7%. Inoltre, gli Stati membri sono tenuti a rinnovare ogni anno almeno il 3% della superficie totale degli edifici di proprietà della pubblica amministrazione a tutti i livelli.
TRASPORTI, VIA MOTORI A BENZINA E DIESEL
Cambiamenti epocali in arrivo per l’industria delle quattro ruote. Entro il 2050 quasi tutte le auto e i furgoni sulle strade dovranno essere veicoli a emissioni zero. Per questo, attraverso la proposta di modifica del regolamento sugli standard di emissione di CO2 per auto e furgoni, la Commissione opera un taglio delle emissioni del 55% entro il 2030 e l’abbattimento completo entro il 2035 rispetto al 2021. Per i nuovi furgoni, gli obiettivi di riduzione sono rispettivamente del 50% e del 100%. Dal 2035, dunque, sarà vietata la produzione di automobili e veicoli commerciali leggeri con i motori benzina e diesel.
La trasformazione sostenibile su strada dovrà essere accompagnata dagli investimenti nelle stazioni di ricarica elettriche e a idrogeno. Un impegno valido per tutti. Si chiede agli Stati membri una capacità di almeno 300 kiloWatt fornita da punti di ricarica rapida (con almeno uno di una capacità di 150 kW) ogni 60 chilometri di autostrada lungo i corridoio centrali delle reti TEN-T entro il 2025 (punti ricarica con capacità da 1.400 kW per i mezzi pesanti elettrici). La capacità dovrà poi essere raddoppiata (600 kiloWatt) entro il 2030 (3.500 kiloWatt per i mezzi pesanti elettrici). Guardando la mappa, si capisce come l’Italia dovrà ammodernare o sostituire tutte le stazioni di servizio da nord a sud. Il corridoio Mediterraneo attraversa tutto l’arco alpino, da Ventimiglia a Trieste. Il corridoio Scandinavia-Mediterreno si snoda per tutta la dorsale appenninica, da Trento a Palermo più il ramo Napoli-Bari-Taranto. Il corridoio Reno-Alpi interessa Lombardia, Piemonte e Liguria, mentreil corridoio Baltico-Adriatico si immette a Trieste e finisce ad Ancona lungo il percorso Venzia-Padova-Rovigo-Ferrara-Bologna.
Per l’idrogeno, ci dovrà essere un punto di rifornimento ogni 150 chilometri di autostrada e in ogni nodo urbano.
ETS PER IL MERCATO DEI CARBURANTI
L’ETS è il mercato di compra-vendita dei certificati di diritto di emissione. Ognuno può emettere un certo quantitativo di emissioni. I virtuosi, quelli che inquinano meno, possono vendere i diritti in eccedenza a chi ne ha bisogno, vale a dire che inquina di più. Con la proposta di modifica del regolamento sullo sforzo condiviso (effort sharing) la Commissione propone innanzitutto due cose. Da una parte ridurre le emissioni nell’ambito dell’effort sharing di almeno il 40%, rispetto ai livelli del 2005. Si tratta di un aumento di 11 punti percentuali rispetto all’obiettivo esistente di una riduzione delle emissioni del 29%. Dall’altra parte propone un nuovo sistema di scambio di quote di emissione a livello dell’UE per l’industria della fornitura di carburante, che stabilirà un prezzo sulle emissioni di carbonio dei combustibili per il trasporto su strada (e per il riscaldamento). Questo sistema non si applicherà a livello del singolo utente del trasporto, ma a livello del fornitore di carburante in quanto soggetto che ha il controllo sul contenuto di carbonio fossile del carburante.
AVIAZIONE, SCATTA OBBLIGO DI ‘CHEROSENE SOSTENIBILE’
La Commissione incentiva lo sviluppo e l’utilizzo di combustibili sostenibili per l’aviazione (SAF, sustainable aviation fuel). Obbliga inoltre i fornitori di carburante a includere più SAF nel carburante per jet dal 2030 al 2050, secondo obiettivi definiti e vincolanti: 2% entro il 2025, 5% entro il 2030, 20% entro il 2035, 32% entro il 2040, 38% entro il 2045, 63% entro il 2050. Inoltre la revisione della direttiva sulla tassazione dell’energia introduce aliquote fiscali minime applicabili ai carburanti per aviazione utilizzati sui voli intra-comunitari. Ciò consentirà di tenere maggiormente conto del costo ambientale dei combustibili fossili e stimolerà l’uso di combustibili per aviazione più sostenibili, come i biocarburanti avanzati o gli e-fuel. Incoraggerà inoltre le compagnie aeree a utilizzare aeromobili più efficienti e meno inquinanti. La tassa sul carburante per aerei aumenterà gradualmente nell’arco di dieci anni per raggiungere un’aliquota minima di 10,75 euro per GigaJoule tutta l’UE. I carburanti per aviazione sostenibili e alternativi beneficeranno di un’aliquota minima pari a zero.
Inoltre, la proposta di regolamento sulle infrastrutture per combustibili alternativi introduce l’obbligo di fornire energia elettrica a tutti gli aeromobili fermi negli aeroporti della rete centrale e globale TEN-T invece del carburante per aerei. Tale obbligo si applicherà a tutti i gate, a partire dal 2025, e a tutte le postazioni esterne , a partire dal 2030.
TIRRENIA & CO., NOVITA’ PER LE NAVI
L’Italia, penisola ricca di arcipelaghi, dovrà come tutti e anche più di altri fare attenzione alle novità sul fronte marittimo. Al fine di incentivare l’uso di combustibili puliti all’ormeggio, il nuovo regolamento sulle infrastrutture per i combustibili alternativi richiede ai porti marittimi TEN-T (per l’Italia: Genova, Spezia, Venezia, Trieste, Ravenna, Ancona, Livorno, Napoli, Bari, Brindisi, Reggio Calabria, Palermo, Siracusa) di installare forniture di elettricità per soddisfare la domanda di almeno il 90% delle navi portacontainer e passeggeri che fanno scalo in quel porto. Inoltre il settore marittino verrà incluso nel mercato ETS.
Anche qui, come per il settore aereo, vengono fissati obiettivi, questa volta di riduzione delle emissioni di CO2 e dell’energia usata a bordo: -2% entro il 2025, -6% entro il 2030, -13% entro il 2035, -26% entro il 2040, -59% entro il 2045, -75% entro il 2050.
DAZIO CLIMATICO ALLE IMPORTAZIONI
Molto atteso era il nuovo il meccanismo di compensazione delle emissioni di carbonio alle frontiere (CBAM), misura climatica che dovrebbe prevenire il rischio di ri-localizzazione delle emissioni di carbonio e sostenere la maggiore ambizione dell’UE sulla mitigazione del clima, nel rispetto delle regole dell’Organizzazione del commercio. Un vero e proprio dazio per chi inquina, e che verrà applicato su determinati prodotti importati nell’Ue (cemento, fertilizzanti, acciaio, alluminio, elettricità).
In pratica si eguagliano prodotti nazionali e quelli importati. Così facendo si scoraggerà da una parte la delocalizzazione industriale in Paesi con politiche meno ambiziose, e dall’altra si eviterà di avvantaggiare i concorrenti di paesi terzi (soprattutto Cina e Russia, ma anche Turchia) che non sono sottoposti agli stessi obblighi.
La nuova ‘tassa’ entrerà in vigore nel 2026, e si applicherà gradualmente. Arriverà a regime dopo dieci anni, nel 2035. Il CBAM rispecchierà l’ETS, nel senso che il sistema si basa sull’acquisto di certificati da parte degli importatori. Il prezzo dei certificati sarà calcolato in funzione del prezzo medio settimanale d’asta delle quote EU ETS espresso in euro per tonnellata di CO2 emessa. Gli importatori delle merci dovranno, individualmente o tramite un rappresentante, registrarsi presso le autorità nazionali dove possono anche acquistare certificati CBAM, ed entro il 31 maggio di ogni anno dovranno dichiarare la quantità di beni e le emissioni implicite in tali beni importati nell’UE nell’anno precedente.