I punti che il premier ha detto alle Camere di voler sollevare sono già nel piano della Commissione
La bozza di conclusioni del Vertice fa capire però che il dibattito sul tema sarà secondario
L’Italia porterà al Consiglio europeo, in programma giovedì e venerdì, quattro richieste specifiche sul tema immigrazione. È quanto ha annunciato il presidente del Consiglio, Enrico letta, nella sua informativa alle Camere. Per Letta il Vertice dei capi di Stato e di governo sarà “l’occasione per iniziare a discutere di una Europa diversa”, ora più che mai visto che nel summit entreranno “il senso di frustrazione e vergogna che la tragedia di Lampedusa ha arrecato e continua a recare”, un dramma che ci ricorda che “non possiamo continuare a rassegnarci alla globalizzazione dell’indifferenza, sulla quale da Papa Francesco sono giunte parole durissime e appropriate”. Ma soprattutto, per il presidente del Consiglio, “non possiamo consentire che essa si trasformi nell’europeizzazione dell’indifferenza” in quanto “l’Europa per la sua stessa storia e per le sue profonde ragioni fondative non può stare a guardare altrimenti muore”.
È giunto quindi il momento di affrontare il tema dell’immigrazione, una questione di fronte alla quale per Letta “l’Unione è stata distante per troppo anni” e oggi “forse” inizia a “non esserlo più”. “Chiederemo al Consiglio europeo di giovedì 4 impegni precisi – ha dichiarato Letta alle Camere – il riconoscimento che dramma di Lampedusa è una questione europea; misure immediate per mettere in atto il programma di sorveglianza Eurosur e rafforzare Frontex; un piano d’azione per la gestione dell’emergenza migratoria; dialogo con i Paesi del Mediterraneo”.
Si tratta però di tutti punti che sono già nel piano della Commissione europea, come ha ricordato anche Michele Cercone, portavoce del commissario Ue agli Affari interni, Cecilia Malmstroem, che ha notato come le proposte di Letta sostanzialmente “coincidono” con quelle dell’esecutivo di Bruxelles. Il portavoce ha ricordato che tra le misure immediate, a medio e lungo termine ci sono “il bisogno di rinforzare Frontex con una grande operazione nel Mediterraneo”, la richiesta che “Eurosur sia operativo entro dicembre”, l’aumento della “cooperazione con i Paesi di origine e transito degli immigrati per combattere traffico umano e contrabbando” e la questione del “reinsediamento”, una “questione chiave”.
Per questo è al lavoro una Task force che “giovedì si riunirà per mettere in piedi un rapporto completo da sottoporre ai ministri dell’Interno nel Consiglio Ue del 5 e 6 dicembre” ha aggiunto Cercone. Questo significa che giovedì e venerdì prossimi non sono attese alcun tipo di decisioni da parte dei Ventotto. E che non si prenderanno decisioni lo si era capito, a meno di improbabili colpi di scena, anche dalla bozza di conclusioni del Consiglio europeo (che abbiamo a nostra disposizione e potete scaricare da qui). Dei 43 paragrafi del testo solo gli ultimi due (brevissimi) affrontano il tema immigrazione, tema che è stato inserito all’ultimo momento nell’Agenda su pressioni italiane ma su cui le discussioni saranno probabilmente solo marginali.
Nelle conclusioni si legge che gli Stati accolgono “con favore” l’istituzione di una task force guidata dalla Commissione europea per “individuare, nel breve termine, azioni concrete volte a garantire un uso più efficiente delle politiche e degli strumenti esistenti, in particolare per quanto riguarda la cooperazione con i Paesi di origine e transito, le attività di Frontex e la lotta contro la tratta degli esseri umani e il contrabbando”. Ma a parte doversi inviti non c’è alcuna decisione operativa e il grosso delle decisioni è addirittura rimandato ai vertice di giugno 2014.
Alfonso Bianchi