Bruxelles – Nelle relazione tra l’Unione europea e la Turchia di Recep Tayyip Erdoğan e nelle ambizioni di adesione di Ankara “non ci sarà nessun progresso finché ci saranno giornalisti in carcere”. Jean-Claude Juncker, parlando in conferenza stampa a Sofia con il premier bulgaro Boyko Borissov per l’inaugurazione del semestre di presidenza bulgaro, ha affermato che le relazioni con la Turchia “restano di grande importanza per l’Ue nel suo insieme”, ma ribadendo quello che ha già detto altre volte, cioè che Ankara, con la svolta autoritaria messa in atto dopo il tentativo di colpo di Stato del luglio 2016, “si allontana dalle ambizioni europee che erano le sue”. Per il futuro, ha aggiunto, “vedremo quali saranno i progressi nei mesi a venire”, ma “non ci sarà nessun progresso finché ci saranno giornalisti nelle prigioni turche”, ha puntualizzato.
Ma anche la Turchia al momento non sembra contenta dello stato delle relazioni con Bruxelles. Parlando con la stampa del Paese il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, si è lamentato del fatto che l’Ue non avrebbe rispettato l’accordo sui rifugiati del 2016, nello specifico ritardando i pagamenti degli aiuti promessi in cambio di una stretta al flusso di migranti. Gli Stati membri avevano messo sul piatto un aiuto finanziario di 6 miliardi di euro da erogare entro la fine del 2018, ma finora sono stati erogati solo 900 milioni. “Il denaro che sonnecchia a Bruxelles, non aiuta a migliorare le condizioni di vita dei siriani”, ha detto il ministro turco.