Bruxelles – Il Parlamento europeo ha approvato la riforma di medio termine della Pac, la Politica agricola comune dell’Unione europea. La riforma, che entrerà in vigore l’anno prossimo, punta a dare al settore migliore capacità di far fronte ai rischi di produzione e di mercato e agli Stati maggiore flessibilità per aiutare i giovani agricoltori. “La nostra politica agricola sarà più equa, più semplice, più adeguata alle esigenze degli agricoltori e meglio attrezzata per garantire la sicurezza alimentare dei cittadini dell’Ue”, ha rivendicato il popolare tedesco Albert Dess, co-relatore del testo approvato 503 voti in favore, 87 voti contrari e 13 astensioni.
Le nuove norme consentiranno a tutte le organizzazioni di agricoltori riconosciute di pianificare la produzione e negoziare contratti di fornitura per conto dei loro membri, senza violare le regole di concorrenza dell’Ue. Finora, i negoziati collettivi erano consentiti solo in pochi settori come il latte, l’olio d’ oliva, le carni bovine o i cereali. Gli agricoltori avranno strumenti più efficaci per proteggersi dalla volatilità del mercato e da rischi quali le cattive condizioni meteorologiche, i parassiti delle piante o le malattie animali. Le misure volte a stabilizzare il reddito degli agricoltori saranno adattate alle loro esigenze, ad esempio attraverso un aumento degli indennizzi per l’assicurazione delle colture, degli animali e delle piante, e fondi comuni di proprietà degli agricoltori.
Partendo dalla proposta della Commissione di abbassare la soglia di indennizzo contemplata per il nuovo meccanismo di stabilizzazione dei redditi settoriale, la si estende anche alle assicurazioni, portando così dal 30 al 20% la perdita di prodotto necessaria per l’attivazione, innalzando dal 65 al 70% l’intensità del contributo pubblico, introducendo la possibilità di utilizzare indici economici per la misurazione delle perdite. Le novità riguardano anche le regole del mercato introducendo nuovi elementi per rafforzare riequilibrare la posizione contrattuale degli agricoltori nella filiera e per aumentare la tempestività degli interventi pubblici in caso di crisi di mercato. Per le regole del greening si introducono elementi di semplificazione rivedendo l’applicazione della diversificazione e delle Aree di interesse ecologico adattandole maggiormente alle esigenze delle aziende agricole senza comprometterne la funzione ambientale. In particolare si introducono novità per le colture a riso e viene valorizzato il ruolo ambientale delle colture azotofissatrici che apportano benefici ambientali.
“Il pacchetto oggi approvato costituisce un risultato importante per i nostri agricoltori: da un lato vengono risolti problemi strutturali dell’impostazione del 2013, dall’altro vengono offerte nuove opportunità agli agricoltori, soprattutto per affrontare le turbolenze del mercato”, ha sottolineato Paolo De Castro del Pd, vice presidente della Commissione Agricoltura, che ha guidato la delegazione del Parlamento durante i negoziati.
Secondo De Castro, “abbiamo sentito la responsabilità di dare ai cittadini e agli agricoltori europei delle risposte che fossero qualcosa di più di un semplice ‘ritocco’, con un’iniziativa ambiziosa, attraverso la quale siamo riusciti a potenziare e integrare gli spunti offerti dalla Commissione. La portata delle innovazioni introdotte nell’ambito della semplificazione, della gestione dei rischi e delle misure di mercato, fa sì che questo lavoro si configuri come una vera e propria riforma di medio termine della politica agricola comune”. L’europarlamentare del Pd aggiunge che “la corposa mole di proposte di modifica del Parlamento ha generato un intenso dibattito, ma il punto di equilibrio trovato, e accolto con grande soddisfazione dagli agricoltori europei, restituisce un ottimo esempio del lavoro svolto dalle nostre tre istituzioni, rispettando in pieno gli ambiziosi obiettivi temporali inizialmente definiti dalle commissioni competenti”.
Marco Zullo, deputato di M5S, sottolinea che il Regolamento Omnibus, all’interno del quale c’è questa riforma agricola, “grazie all’impegno del Parlamento sarà operativo già dal primo gennaio 2018. E’ una semplificazione e un aggiornamento di alcune norme della riforma della Pac 2013, in vista della prossima programmazione settennale. Siamo soddisfatti che si sia arrivati – grazie anche ai nostri emendamenti – misure concrete di semplificazione e tutela dei nostri agricoltori per una politica agricola davvero più vicina alle esigenze delle aziende”. “In questo regolamento la parola chiave è stata “semplificazione” soprattutto in merito all’applicazione delle misure del ‘greening’: per esempio si semplificano gli oneri per i coltivatori di riso, riconoscendo al contempo l’importanza della coltura; mentre l’obbligo viene di fatto cancellato per tutti gli agricoltori che coltivano oltre il 75% della superficie a leguminose e foraggere o che lo lasciano a riposo indipendentemente dalla grandezza dell’azienda”, continua l’esponente del M5S.
Via libera, quindi, da Strasburgo anche alle nuove regole finanziarie applicabili al bilancio generale dell’Unione, che renderanno più flessibile l’erogazione degli aiuti, per favorire l’aumento del reddito degli agricoltori, la produttività e la sostenibilità dell’agricoltura. “Dal 1° Gennaio 2018 muta sostanzialmente un sistema che era necessario snellire, avvicinare alle esigenze reali degli agricoltori tramite una regolamentazione più moderna, in grado di apportare delle reali modifiche di medio termine ai 4 pilastri della Pac: sviluppo rurale, pagamenti diretti, regolamento orizzontale, Ocm”, commenta dopo il via libera definitivo del Parlamento europeo, l’eurodeputato Giovanni La Via, (Ap\Ppe), convinto della bontà del compromesso raggiunto e della necessità di una riforma del settore, “colpito negli ultimi anni da diverse crisi di mercato, rallentato da troppa burocrazia e penalizzato dalla difficoltà di accesso al credito, nonché da pratiche sleali lungo la filiera”.
Parla di un “risultato importante per le imprese agricole e per il Paese, frutto di un decisivo gioco di squadra”, il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo, nel felicitarsi del fatto che “è stato scongiurato il rischio di un rinvio che avrebbe fatto perdere agli agricoltori italiani l’opportunità di applicare le nuove regole”.