Anche noi di Eunews abbiamo il nostro Manifesto per l’Europa. E lo lanceremo durante il nostro evento annuale “How can we govern Europe?”, a Roma.
L’abbiamo scritto perché pensiamo sia nostra responsabilità farlo, in un giornale che vuol essere un contenitore di dibattito sull’Unione europea. Un contenitore deve avere un profilo, una forma: questa è la nostra forma.
Anche perché non basta dire che si vuole rilanciare l’Europa, è troppo facile, per chi ci crede. Bisogna anche assumersi la responsabilità di dire come la vogliamo questa Unione europea, perché quella che è stata fino ad oggi non risponde più alle aspettative dei cittadini ed alle sfide del Mondo.
Nella prima riga spieghiamo di cosa stiamo parlando: di un progetto ideale che si sostanzia in una convergenza di interessi economici, due pilastri dai quali discende tutto il resto, come solidarietà, scambio culturale, politica estera, unione sociale, accoglienza.
Siamo convinti però che l’Unione possa procedere solo se ci sono entusiasmo, trasparenza e partecipazione. Crescere per aprirsi, per arricchirsi intellettualmente, per accogliere, per consolidare vecchi diritti e costruirne di nuovi. E la crescita deve essere inclusiva, le aziende devono poter trovare il loro interesse e i cittadini il proprio, che non si sostanzia solo nel benessere e nella sicurezza, ma anche nell’essere convinti di aver le condizioni per poter realizzare i propri ideali, i propri sogni.
In questo processo è fondamentale la comunicazione, una comunicazione politica trasparente, che si assuma la responsabilità delle scelte e che consenta ai cittadini di essere davvero informati (e dunque partecipi) di quanto si decide di fare. Basta insomma con “ce lo chiede l’Europa”, come se l’Europa non fosse gestita dalle classi politiche nazionali e non fosse fatta dai cittadini, senza la partecipazione dei quali il progetto si arena. É una barca dentro la quale siamo tutti, e tutti abbiamo il diritto di sapere per poter partecipare.
Ci sono sei elementi che a nostro giudizio sono essenziali per “la via della partecipazione”:
1 Un Parlamento europeo eletto su base universale che abbia potere di iniziativa legislativa e che allarghi la sua sfera di competenze a tutte quelle tipiche dei Parlamenti nazionali, i quali pure devono poter proporre iniziative legislative di livello europeo;
2 Una Commissione europea snella, con presenze a rotazione degli Stati, garantendone ogni volta una rappresentanza per dimensioni e geografia, che possa decidere nell’interesse generale degli europei senza dover rispondere ai governi;
3 Una burocrazia forte, credibile, efficiente, selezionata con sistemi trasparenti e fortemente meritocratica, con un reclutamento svolto misurando sin dall’inizio le vere competenze, senza strumenti di limitazione di massa delle candidature;
4 Un sistema di istruzione aperto a tutti, con sostegno pubblico per i bisognosi, che punti a portare tutti i cittadini europei alla più alta formazione possibile per ciascuno;
5 In materie gestibili efficacemente solo a livello di Unione, come Sicurezza, Difesa, gestione dei Processi Migratori, Ambiente e Lotta al Climate Change, si deve subito procedere anche non tutti insieme, pronti ad accogliere gli altri che via via vorranno partecipare, come avvenuto per Schengen;
6 Una comunicazione e un sistema dell’informazione che assumano sempre più la responsabilità di una trasparente descrizione “dall’Unione” delle questioni europee.