Roma – Anche il Senato ha rinnovato la fiducia all’esecutivo, approvando il maxi emendamento che ha recepito nella Legge di bilancio le modifiche approvate in commissione. Il testo interviene, tra le altre misure, su web tax, bonus bebè, pensioni e risarcimenti agli investitori truffati nella vicenda dei salvataggi bancari. La versione licenziata ieri da Palazzo Madama, tuttavia, va incontro ad alcune modifiche nel passaggio alla Camera, dove il provvedimento sarà esaminato in commissione Bilancio dal 5 dicembre, con l’approdo in aula previsto per il 19.
La soddisfazione del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, di ritorno dal vertice Ue-Unione africana di Abidjan, è stata espressa su Twitter, mettendo in evidenza alcuni dei capitoli della manovra, tra cui “risorse per il lavoro dei giovani, la lotta alla povertà, le imprese 4.0, il rinnovo dei contratti statali, le famiglie, gli investimenti”.
#Camera Approvato il decreto fiscale. Norme per i contribuenti e la trasparenza delle bollette, nuove risorse per i conti pubblici.
Fiducia per la crescita— Paolo Gentiloni (@PaoloGentiloni) November 30, 2017
La Manovra stanzia risorse per garantire sgravi alle aziende che assumono a tempo indeterminato giovani under 35, e se lo fanno nel Mezzogiorno gli incentivi sono raddoppiati. Per la lotta alla povertà il governo ha incrementato il fondo per il reddito di inclusione. Il prolungamento degli iper-ammortamenti e un fondo per la formazione sono tra gli strumenti per favorire la digitalizzazione e traghettare il sistema produttivo italiano nell’era della cosiddetta industria 4.0. D’intesa con i sindacati si è poi finalmente sbloccato il capitolo degli aumenti salariali del pubblico impiego.
Tra le novità introdotte al senato, web tax, pensioni, e bonus bebè sono le principali. L’imposta che dovrebbe servire a far pagare le tasse anche ai colossi dell’economia digitale prevede l’introduzione, a partire dal 2019, di un’aliquota del 6% da applicare alle transazioni che verranno definite dal ministero dell’Economia con un decreto da emanare entro aprile. La formulazione approvata dal senato, tuttavia, è destinata a cambiare, almeno secondo il presidente della commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia, che punta a definire meglio se l’imposta si applicherà solo alle transazioni tra imprese o anche a quelle tra consumatori e aziende, e a migliorare il meccanismo di recupero dell’imposta da parte delle imprese che hanno una stabile organizzazione in Italia e dunque sono già soggette a tassazione.
Sul capitolo pensioni, il governo ha dato seguito all’intesa raggiunta con una parte dei sindacati – il più grande, la Cgil, si è sfilato – per bloccare l’aumento automatico dell’età pensionabile che dal 2019 salirà a 67 anni. Nella manovra è previsto uno stop all’innalzamento per 15 categorie di lavori usuranti che coinvolgono una platea di circa 14.600 lavoratori.
Il bonus bebè, l’assegno di 80 euro mensili accordato per i primi 3 anni di vita del bambino alle famiglie con un reddito basso, è stato confermato e reso strutturale, ma ai centristi di Ap non è piaciuta né il dimezzamento dell’importo, previsto a partire dal 2019, né la formulazione secondo cui, nell’interpretazione degli uffici legislativi di camera e senato, il sostegno viene garantito solo per il primo anno di vita. Dopo la minaccia di non votare la manovra, gli alleati del Pd hanno ottenuto dal governo la disponibilità a rimettere mano alla norma nel passaggio alla Camera.
Rimane da segnalare che sulla manovra pende il giudizio dell’Unione europea. Nelle pagelle economiche stilate sui conti pubblici degli Stati membri, Bruxelles ha espresso perplessità sulla Legge di bilancio, rinviando a maggio eventuali decisioni per una richiesta di aggiustamento, esattamente come avvenne per la manovra dello scorso anno, con il governo che fu costretto a varare una ‘manovrina’ a metà 2017. Il titolare dell’Economia, Pier Carlo Padoan, nei giorni scorsi si è detto convinto che questa volta, però, non si renderà necessaria alcuna manovra correttiva.