Magari sono io. Forse è che ho smesso di fumare (il 17 ottobre saranno esattamente 8 mesi. Adesso sono una balena ex-fumatrice. Urrà) e quindi la mia visione è un po’ distorta. Ma non riesco a capire come è possibile che la lobby delle aziende che producono sigarette possa veramente ancora influenzare così pesantemente le nuove legislazioni europee. Che voglia farlo, che speri di riuscirci, lo capisco benissimo. Che abbia i soldi per farlo, lo capisco anche. Ma che ci riesca, questo no, non me lo so spiegare. La produzione? Le tasse? Il lavoro? Ma dai! Il mio punto è questo. Se dopo tutto quello che sappiamo sugli effetti del fumo, dopo tutte le leggi anti-fumo nei vari paesi europei e dopo una serie innumerevole di campagne che hanno fatto dei fumatori dei reietti sociali (vi ricordate quando vi ho parlato di un potentissimo video tempo fa?); dico, se dopo tutto questo non si è ancora riusciti a mitigare gli effetti dei milioni spesi in lobby dall’industria del tabacco, beh allora siamo proprio messi male.
Mi sono divertita un sacco a vedere ‘Thank you for Smoking’. Ve lo consiglio. Ma non mi ha divertito affatto leggere
- che il 70% dei fumatori della UE comincia a fumare prima dei 18 anni;
- che l’Europa rimane, incredibilmente, il continente dove si fuma di più;
- che ogni settimana in Gran Bretagna – e immagino sia simile nel resto d’Europa- come ha detto la parlamentare europea Linda McAvan, 4.000 ragazzi cominciano a fumare (200.000 nuovi piccoli fumatori ogni anno. Ancora così tanti? Ma siamo pazzi?).
Le statistiche non hanno mai funzionato, lo so. Ma evidentemente c’è qualcosa che non funziona neanche nelle campagne di comunicazione. Funzionano invece, perché la gente sta smettendo, direte voi. Sì, ma non smettono i giovani. O meglio, non smettono di cominciare. Uno degli obbiettivi della direttiva originale, modificata questa settimana dal Parlamento Europeo, era proprio quello di rendere le sigarette meno attraenti per i giovani. Il risultato è, almeno in parte, deludente. Ma è chiaro che se si vuole riuscire a convincere i giovani a non cominciare, le campagne devono avere loro come protagonisti, devono essere loro a pensarle e a produrle e devono essere distribuite nei canali che loro seguono di più; forse bisognerebbe chiederci se tutte queste fotografie di scheletri, gente trasformata in cenere e polmoni sporchi – qui un link con le campagne considerate migliori – non colpiscono abbastanza chi passa la giornata online e vede di tutto; e così come insistiamo con i nostri figli perché facciano quello che è meglio per loro anche se non vogliono (oddio, mi sento vecchia!!) bisognerebbe insistere anche in questo fino a ottenere risultati visibili in termini di riduzione di teenagers fumatori. E forse allora i milioni spesi dall’industria delle sigarette in lobby di vario tipo saranno veramente stati spesi inutilmente.
(Questa, per esempio, funziona?)