Bruxelles – La Commissione europea boccia la legge di bilancio dell’Italia. La manovra, così come recapitata a Bruxelles, è insufficiente per soddisfare gli impegni presi a livello europeo e “pone rischi di violazione” degli obiettivi di correzione previsti dal patto di stabilità e crescita per il 2018. Secondo l’esecutivo comunitario, in particolare, si teme che la legge di stabilità possa produrre “una deviazione significativa dai percorsi di aggiustamento verso il rispetto degli obiettivi di medio termine”. A tal proposito l’Italia dovrebbe produrre aggiustamenti strutturali pari allo 0,6% di Pil, ma la legge di bilancio italiana ne prevede per 0,3%, ricalcolato allo 0,1% dalla Commissione per via delle metodologie di calcolo dei servizi dell’esecutivo comunitario. E’ proprio questo differenziale di 0,2% di correzioni strutturali (circa 3,5 miliardi di euro) che l’Ue esige, e che potrebbe voler dire una manovra aggiuntiva da varare entro la fine di maggio. La Commissione europea riesaminerà la situazione dell’Italia “nella primavera del 2018”. Sarà in quell’occasione che si prenderanno le decisioni, come scritto nella lettera all’Italia inviata oggi a Roma.
“Abbiamo inviato una lettera al ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan”, ammette il commissario per l’Euro e i mercati finanziari, Valdis Dombrovskis. Nel documento indirizzato a via XX settembre si chiede “una attuazione severa di impegni di consolidamento per uno 0,2% del Pil” ulteriore. Dombrovskis ammette inoltre di aver visto, nel corso del 2017, “alcune misure che si sono leggermente discostate dal percorso di riforme” che si attendeva a Bruxelles, dove permangono timori per “la sostenibilità del sistema pensionistico” italiano.
Nella lettera si chiedono chiarimenti sul peggioramento della situazione nel 2017 e ragguagli sulla strategia che si intende adottare nel 2018 per permettere alle passività di ridursi secondo le modalità previste dalla regole del debito.
Per ora l’Italia è rimandata. La manovra non convince, ma si concede al Paese la possibilità di andare alle elezioni senza troppi affanni. Anche se è difficile immaginare che il governo uscente, nel pieno della campagna elettorale, possa lavorare alla manovrina. Si tratta dunque dei ‘compiti’ assegnati a chi in primavera si troverà a guidare il Paese. “Non siamo qui per creare problemi, ma per offrire delle soluzioni”, ricorda il commissario per gli Affari economici, Pierre Moscovici. Preoccupa però il livello del debito. “Il persistente alto debito pubblico è motivo di preoccupazione”, ammette il francese. Anche la questione del debito è rinviata alla prossima primavera . E’ vero che l’Italia ha invertito la tendenza, portando il rapporto debito/Pil a diminuire, ma secondo Bruxelles questo avviene a un ritmo troppo lento. L’Italia dovrebbe ridurre di 1/20 l’anno la parte eccedente la soglia del 60% nel rapporto debito/Pil. Vuol dire che le autorità nazionali dovrebbe ridurre il debito del 3,5% ogni anno. Si potrebbe non rispettare questo obbligo, a patto che si rispettino gli obiettivi di correzione strutturale di medio termine. Quello 0,6% richiesto per l’Italia, ma dall’Italia non rispettato.