Bruxelles – In Marocco si stanno facendo dei primi passi verso la parità di genere “ma tanta strada deve essere ancora fatta”. Zakia Mrini, presidente del gruppo progressista al Parlamento marocchino ‘Authenticité et modernité’, in un dibattito organizzato in commissione Diritti delle donne e l’uguaglianza di genere al Parlamento europeo, ha puntato il dito contro il proprio Paese ricordando i settori in cui l’uguaglianza è ancora lontana dall’essere raggiunta. Mrini ha ricordato che a Rabat è stata “purtroppo da poco approvata una legge che consente il matrimonio con minorenni se queste hanno 16 anni”, e ha sottolineato che il problema prima che legislativo è culturale: “Il problema è il difficile accesso all’istruzione nelle zone più rurali del Marocco, e questo genera il persistere di tradizioni che violano i diritti civili”. Queste usanze, ha spiegato Mrini, “sono la causa innumerevoli situazioni che secondo il parlamento meritavano di essere regolamentate per evitare che continuino ad avvenire nella più totale clandestinità”.
Di parere opposto la conservatrice Khadija Ziyani del partito Unità costituzionale marocchina, secondo cui “grazie al nostro re la parità di genere è migliorata”. Un’affermazione che ha fatto saltare sulla sedia l’europarlamentare della Sinistra verde nordica, Lynn Boylan, che ha ricordato che il sovrano di Rabat Muhammad VI ha assoldato il miglior avvocato di Parigi, per difendere Saad Lamjarred, celebre cantante pop marocchino denunciato per stupro da una ragazza di Parigi nel 2016, un gesto che ha scatenato non poche polemiche visto anche che già nel 2014, il cantante era stato segnalato alle autorità a New York per molestie, e per questo era scappato in Marocco per sfuggire al processo. “Abbiamo delle ministre donne, ed esiste un ministero per la protezione della donna che si occupa proprio della parità di genere”, ha sottolineato un’altra conservatrice, Ezzahra Nazih, rivendicando che “il re ha fatto molto per noi” e che per la prima volta “la maggioranza delle donne nel 2016 è diplomata”. Si tratta di ” un ottimo risultato per le donne marocchine”, ha affermato denunciando che anche “l’Occidente è una società maschilista”, e quindi anche le donne occidentali devono ” combattere per la parità”, perché “bisogna combattere tutte unite” .
La vicepresidente della commissione, Barbara Matera del Ppe, ha parlato della lotta per la libertà di genere in Europa e ha invitato la Commissione europea a “non stancarsi mai di scrivere leggi che possano favorire le donne nei vari contesti sociali e professionali ancora di più in un momento come oggi, in cui i dati relativi alla violenza evidenziano un triste aumento in Europa”. Per Matera però “bisogna tenere in mente che esiste anche la violenza su minori e anche su una piccola realtà maschile” e per questo conclude: “La violenza non ha sesso e non l’avrà mai”.