Bruxelles – La giustizia belga prende tempo, e rinvia al 4 dicembre la decisione sull’eventuale esecuzione di mandato di arresto europeo spiccato dalle autorità spagnole a carico di Carles Puigdemont e i suoi quattro ex ministri Maria Serret Aleu (Agricoltura), Antoni Oliveres Comin (Salute), Lluis Gordi Puig (Cultura) e Clara Obiols Ponsatì (Istruzione), in stato di libertà condizionata in Belgio. I cinque si sono presentati oggi alla davanti alla camera di consiglio del Tribunale di prima istanza di Bruxelles per la prima udienza del processo che dovrà stabilire il loro futuro. I giudici hanno deciso di rinviare il responso due settimane “per assicurare che tutte le parti coinvolte possano preparare e chiarire la loro posizione in merito all’esecuzione del mandato di arresto europeo”, ha spiegato la procura di Bruxelles. Di fatto si concede all’ex presidente della Catalogna Puigdemont e ai suoi più tempo di preparare la difesa.
Non si sa altro sull’”affaire Puigdemont” e la camera di consiglio non intende far sapere altro. L’organo giudicante intende condurre il procedimento legale nel massimo riserbo. Le udienze avvengono a porte chiuse nel rispetto del diritto belga, e per questo motivo l’ufficio del pubblico ministero “non intende intromettersi nei procedimenti in corso”. Si vogliono evitare fughe di notizie e soprattutto indiscrezioni, ed è per questo motivo che al termine della seduta non è stata indetta una conferenza stampa ma è stata invece organizzata una dichiarazione alla stampa, per non prendere domande a cui non si intende rispondere.
La decisione di rinviare al 4 dicembre avvicina la sentenza al voto in Catalogna del 21 dicembre, quando gli elettori saranno chiamati a rinnovare il governo della Generalitat catalana commissariata da Madrid a seguito della dichiarazione di indipendenza. Un fatto che potrebbe giocare, in un senso o nell’altro, nell’esito finale del voto.
Quella del tribunale di prima istanza sarà la decisione di primo grado, e questo implica il ricorso di Puigdemont e dei suoi ex ministri fino al terzo grado di giudizio, e questo rischia di trascinare il caso catalano anche oltre le elezioni di dicembre.