Roma – In Europa, per rafforzare la ripresa economica “la strada giusta è accompagnare il percorso positivo che è in atto, non introdurre nuovi elementi di instabilità. La crescita va incoraggiata, non ingabbiata”, altrimenti “rischiamo di distruggerla”. Mentre a Bruxelles vengono presentate le previsioni economiche della Commissione, è questo il monito del presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, all’Unione europea che discute – tra nuove misure per la gestione dei crediti deteriorati delle banche e recepimento del Fiscal compact nei Trattati – anche di istituire un ministro europeo delle Finanze. “Ben venga”, dice il premier, “ma non serve un controller che vada a spulciare i bilanci dei singoli Paesi”.
All’evento organizzato dal Messaggero a Roma sulla Brexit, l’inquilino di Palazzo Chigi descrive il referendum che ha stabilito l’uscita del Regno unito dall’Ue come la conclusione di “una tempesta perfetta”, che rischiava di travolgere l’Ue e invece oggi ha lasciato spazio a una schiarita. “Le cose, per quanto riguarda l’Ue, hanno preso un corso diverso”, indica Gentiloni. “Non vuol dire che ci si debba lasciare andare a gioiose esaltazioni”, precisa, “ma certamente il clima è diverso rispetto a quella tempesta perfetta”.
Il capo dell’esecutivo conferma l’interesse dell’Italia per una conclusione positiva dei negoziati. Anche perché, aggiunge, “l’ipotesi di nessun accordo”, oltre a essere una “prospettiva irrealistica e negativa”, non sarebbe “utile nemmeno per il popolo inglese”. È “interesse di tutti, per prima della Gran Bretagna, che ci si confronti con una posizione unitaria europea, e non con 27 idee che devono essere approvate da 27 Parlamenti”, sostiene Gentiloni provando a scongiurare tentativi britannici di creare divisioni tra i Paesi membri. Tentativi che finora, se ci sono stati, sembrano essere andati a vuoto.
“L’Italia condivide appieno la posizione di Michel Barnier (il negoziatore dell’Ue per la Brexit, ndr) e ci identifichiamo in lui e nella posizione unitaria dell’Europa”, rimarca ancora il premier. “Quando i 27 prendono una posizione su Brexit – ed è già successo due volte – prima si assume la decisione all’unanimità e poi, se serve, si apre una discussione”. In altre parole, “quando si parla di Brexit bisogna affermare prima di tutto la condivisione, prima di eventuali distinguo”, conclude Gentiloni.