Bruxelles – Più auto elettriche e motori ibridi, diffusione di batterie di nuova generazione e creazione di una vera e propria rete di colonnine di ricariche, in città come in autostrada. E poi limiti alle emissioni di auto e furgoni, con multe per chi inquina troppo. La Commissione europea gioca la carta sostenibile, immaginando una mobilità più pulita. Il collegio dei commissari ha adottato il pacchetto che intende ridisegnare le abitudini degli spostamenti degli europei. Un risultato non scontato, perché qualcuno ha cercato di ammorbidire la portata delle proposte. Gunther Oettinger, il tedesco con il portafoglio del Bilancio, avrebbe fatto ostruzionismo. Il collega Miguel Arias Cañete, commissario per l’energia e il clima, non fa nomi ma comunque conferma che la discussione animata in seno al collegio. “Non è stata una proposta semplice perché è una proposta ambiziosa”.
Parole d’ordine: meno petrolio e fiducia
L’idea di fondo è che il settore trasporti debba ripulirsi, in ogni senso. Deve inquinare meno e deve riconquistare la credibilità perduta dopo lo scandalo Dieselgate. Non ci gira attorno il commissario Cañete. “L’industria automobilistica europea deve riguadagnarsi la fiducia dei consumatori” dopo la storia dei dati truccati sulle emissioni. Anche per questo appare il momento di voltare pagina. Nel 2030 dovrà esserci un’Europa che si sposta su strada grazie a nuove tecnologie, capaci di emettere “tra il 70% e il 75% in meno rispetto alle emissioni dei veicoli alimentati a petrolio”. E’ questo lo schema, illustrato in conferenza stampa da ben quattro commissari. Cañete, Violeta Bulc (Trasporti), Maros Sefcovic (Unione dell’energia) ed Elzbieta Bienkowska (Industria) si sono presentati in sala stampa insieme volutamente, per mostrare la determinazione dell’esecutivo comunitario ad andare avanti. “L’automobile è nata qui, in Europa, e auspico che qui in Europa possa essere reinventata”, le parole di Sefcovic.
Meno emissioni o saranno multe
Tanto per le autovetture quanto per i veicoli leggeri nuovi, nel 2025 le emissioni di CO2 dovranno essere inferiori del 15% rispetto ai livelli del 2021, e garantire nel 2030 un taglio complessivo delle emissioni del 30% rispetto ai livelli del 2021. Previste penalità per chi sfora: nel caso in cui un produttore o un pool superi il suo obiettivo specifico delle emissioni, la Commissione commina una penalità di 95 euro ogni grammo di CO2 per kilometro in più emesso da ogni veicolo di nuova immatricolazione del fabbricante interessato in quell’anno. “Vogliamo lasciare liberi i produttori di automobili di scegliere come soddisfare gli obiettivi, ma le nuove auto devono poter entrare nel mercato”, sottolinea Bulc. I produttori dovranno produrre motori alternativi al solo motore tradizionale, o comunque affiancare ai motori tradizionali nuovi mercati, come l’elettrico. Per questo l’Ue ha destinato 200 milioni di euro aggiunti per lo sviluppo delle batterie.
Per l’Ue non ci sono alternative alla transizione ‘green’
Che piaccia o no, l’agenda sostenbile dell’Europa per i trasporti si rende necessaria. E’ la responsabile per i Trasporti Bulc a ricordarlo enumerando le vittime premature da smog. Ben 400mila, troppe. “Questo da solo ci costringe ad agire”, e la risposta passa attraverso tre azioni. Le elenca sempre la commissaria: “Efficienza energetica, veicoli più puliti, alternative accessibili per il settore trasporti”.
Non solo auto elettrica: rilanciare trasporto pubblico
Motori di nuova generazione, certo, ma non solo. Il pacchetto dell’esecutivo comunitario prevede che la direttiva sui servizi di trasporto pubblico, che incoraggia lo sviluppo di collegamenti effettuati in autobus su lunghe distanze attraverso l’Europa. Un modo per offrire alternative all’uso delle auto private, e che secondo l’esecutivo comunitario contribuirà ulteriormente a ridurre le emissioni dovute ai trasporti e la congestione stradale.
Il rischio industria e Stati membri
A Bruxelles sono consapevoli che ora tutto sarà nelle mani di Stati membri e industrie. I primi dovranno votare la proposta, e le secondo dovranno poi seguirne i dettami. Si conta sul fatto che l’Ue nell’ambito dell’accordo di Parigi si è impegnata a una riduzione vincolante delle emissioni di CO2 di almeno il 40% da qui al 2030 nell’Ue, e si conta sulla brutta figura del Dieselgate.