Bruxelles – Circolano almeno tre nomi, ma nessuno di questi è Pier Carlo Padoan. Il ministro dell’Economia italiano non sembra essere un’alternativa ‘forte’ per la succesione a Jeroen Disselbloem, presidente dell’Eurogruppo che terminierà il proprio mandato a gennaio. Entro il 4 dicembre dovrà essere presa una decisione, e al momento, con il giorno fatidico sempre più vicino, ancora non è chiaro chi sarà il nuovo presidente.
Su una cosa i diciannove ministri sono d’accordo: la persona designata dovrà ricoprire il ruolo di ministro delle Finanze al momento dell’entrata in funzione. Poi, in corso di mandato, potrà anche non avere più incarichi di govenro, ma ciò che conta è che li abbia al momento del voto e della nomina. Altro elemento da rispettare è il ‘colore’ del prossimo capo dell’euroconsesso. Visto che tutte le tre istituzioni comunitarie sono presiedute da esponenti Ppe, si vorrebbe lasciare lo scranno a qualcuno appartenente a un’altra famiglia politica europea. Lo spagnolo Luis De Guindos e l’austriaco Hans Schelling sono quindi fuori gioco, secondo quest’ultimo principio. Pierre Gramegna (Lussemurgo, liberale), Mario Centeno (Portogallo, socialista) e Peter Kazimir (Slovacchia, socialista) appaiono in questo momento i nomi più gettonati. Niente Padoan, dunque. Nulla di ufficiale, tutto ancora da decidere, e dunque tutto ancora da vedere. C’è ancora tempo, ma l’Italia deve giocare la sua partita in fretta se vuole portare a casa un posto importate e strategico quale quello che libererà Dijsselbloem.