Bruxelles – Altra condanna per l’Italia in relazione ai fatti del G8 di Genova. La Corte europea dei diritti umani, organo del Consiglio d’Europa, ha stabilito che gli atti commessi dalla polizia nella caserma di Bolzaneto nel 2011 sono atti di tortura e ha riconosciuto alle vittime danni morali dai 10 agli 85mila euro.
La sentenza è frutto del ricorso di decine di cittadini, italiani e stranieri, che hanno denunciato lo Stato italiano per la sua presunta incapacità a tutelarli e a condurre un’indagine efficace. Undici dei ricorrenti hanno accettato un accordo col governo italiano che si è impegnato a versare 45mila euro a testa per danni morali, materiali e spese processuali. Gli altri riceveranno comunque un risarcimento a seconda della gravità delle torture che hanno subito nella caserma di Bolzaneto. Secondo le testimonianze, provate dalla Corte, alcuni sono stati picchiati e pestati mentre ad altri è stato spruzzato in faccia spray urticante. Molte donne sono state costrette a spogliarsi di fronte ad agenti uomini che le avrebbero palpeggiate e abusate. Nessuno di loro ha potuto contattare un avvocato, né i propri familiari.
A causa di quegli episodi, sono state condannati gli agenti di polizia Marcello Mulas e Michele Colucci Sabia, gli ispettori Matilde Arecco, Mario Turco e Paolo Ubaldi e l’assistente capo della Pubblica sicurezza Luigi Pigozzi che divaricò le dita della mano di un fermato fino a strappargli la carne. Pena confermata, ma ridotta in Cassazione, anche per il medico Sonia Sciandra, assolta dal reato di minaccia. A nessuna di queste persone è stato contestato il reato di tortura, contestato sia da Amnesty International sia dalla procura di Genova, che avrebbe evitato l’indulto di cui hanno tutti beneficiato. Questo perché l’Italia non aveva ancora introdotto il reato di tortura.